PENSIONI IL PREMIER DICHIARA LA FINE DELLA MISURA PREVIDENZIALE BANDIERA DELLA LEGA BOCCIATO IL PATTO DI STABILITÀ E CRESCITA. SI DOVRÀ ADATTARLO ALLE TRANSIZIONI VERDE E DIGITALE
Andrea Pira
Mario Draghi mette la parola fine su Quota 100. «La misura non sarà rinnovata», ha chiarito il premier in conferenza stampa al termine del Consiglio europeo su migranti ed energia, nel quale i leader comunitari, per tutelare l’Unione sul piano delle forniture energetiche, hanno ribadito la necessità di preparare subito uno stoccaggio integrato con le scorte strategiche. Di pensioni invece si discuterà mettendo a punto la manovra di Bilancio che il governo presenterà nei prossimi giorni. Draghi ha assicurato «la gradualità per un passaggio alla normalità», ma lo stop a fine anno dell’uscita anticipata dal mondo del lavoro ci sarà, nonostante le rimostranze della Lega. Per gestire la fine della sperimentazione triennale il governo ha proposto una transizione di due anni con Quota 102 nel 2022 e quota 104 nel 2023. In seno all’esecutivo si tratta ora per allungare la fase transitoria, sebbene le risorse a disposizione siano limitate. La posizione di Draghi sembra andare incontro ai sindacato che, per bocca del segretario della Cisl, Luigi Sbarra, chiedono «una riflessione e un confronto adeguato». Draghi ha inoltre sposato la necessità di rivedere il Patto di stabilità e crescita. Non soltanto perché, ha commentato, sorgono dubbi sull’efficacia dimostrata dalle attuali regole di bilancio in fase di recessione.Gli impegni dell’Europa su transizione ecologica e digitale, ha spiegato Draghi, avranno infatti bisogno di parametri nuovi e punti di vista realistici. (riproduzione riservata)
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