ADEGUATA VERIFICA PER LIMITARE I RISCHI DI RILIEVI IN AMBITO NORMATIVA SUL RICICLAGGIO
di Fabrizio Vedana
Verificare le anagrafiche di clienti, procuratori, titolari effettivi e beneficiari di rapporti bancari, finanziari e assicurativi con l’obiettivo di accertare l’eventuale presenza nelle nuove carte, chiamate pandora papers, che documentano ricchezze, di origine non sempre certa, detenute in paradisi fiscali. Per le funzioni antiriciclaggio di banche, intermediari, compagnie assicurative e fiduciarie si apre una nuova stagione di controlli massivi che potrà avvenire o in modo automatico o in modo manuale. La scelta dell’una o dell’altra modalità dipenderà in primo luogo dalla disponibilità dei dati completi dei soggetti presenti nella nuova lista (che arriva a distanza di cinque anni circa da quella diffusa con i panama papers). Una volta acquisiti, i dati potranno essere trattati in modo informatizzato ed automatizzato oppure manualmente. Nel primo caso sarà un fornitore di dati esterni a fornire al soggetto obbligato (i.e. banca, assicurazione, ecc.) un database contenente i dati dei soggetti presenti nei pandora papers; le informazioni contenute nel database verranno poi incrociate con quelle presenti nelle anagrafiche dell’intermediario e alla funzione antiriciclaggio spetterà poi valutare le eventuali evidenze che dovessero emergere. Qualora non fosse disponibile un database esterno, il citato controllo verrà fatto manualmente; al fine di scongiurare il rischio di dover fare un controllo su un elenco molto lungo di nominativi, la funzione antiriciclaggio potrà valutare di farlo solo su nominativi di soggetti italiani o che potrebbero, ragionevolmente, avere dei collegamenti con il nostro paese. Sarà importante, in ogni caso, tenere agli atti l’esito del controllo fatto e una breve descrizione della metodologia utilizzata (informatica o manuale). La vicenda dei panama papers mette ancora una volta in luce l’importanza che assume l’attività di adeguata verifica in presenza di persone politicamente esposte e ben si comprende perché il nuovo regolamento europeo in materia di adeguata verifica del luglio scorso introduce l’obbligo degli Stati membri a redigere elenchi di funzioni che conferiscono lo status di persona politicamente esposta sul loro territorio e obblighi per i soggetti obbligati di sottoporre gli stessi soggetti a misure di adeguata verifica rafforzata. Lo stesso provvedimento, come per la verità già previsto dalla normativa italiana, prevede che, per almeno i dodici mesi successivi alla cessazione della carica, continuino ad essere applicate le stesse misure di adeguata verifica rafforzata.

Per una migliore comprensione dell’ampiezza dei controlli che le funzioni antiriciclaggio potrebbero ritrovarsi a dover fare per effetto della diffusione della lista dei pandora papers che assume la tematica occorre ricordare che il decreto legislativo 231 del 2007 definisce all’articolo 1 persone politicamente esposte le persone fisiche che occupano o hanno cessato di occupare da meno di un anno importanti cariche pubbliche, nonché i loro familiari e coloro che con i predetti soggetti intrattengono notoriamente stretti legami. La stessa norma riporta poi un lungo elenco di cariche pubbliche dalla cui assunzione discende la qualifica di persona politicamente esposta e comprensivo, tra l’altro, dell’incarico di direttore generale di aziende sanitarie locali e di azienda ospedaliera, di azienda ospedaliera universitaria e degli altri enti del servizio sanitario nazionale.
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