di Anna Messia
Le assicurazioni chiedono la polizza obbligatoria contro terremoti e alluvioni. «Una nostra priorità è quella di allineare la legislazione italiana a quella di gran parte degli altri Paesi europei, dotandoci finalmente di uno schema assicurativo obbligatorio pubblico-privato contro le catastrofi naturali, che stimoli la protezione sostenibile dei nostri cittadini e che assicuri una omogeneità di garanzie fra i Paesi europei», ha detto ieri la presidente dell’Ania Maria Bianca Farina, aprendo il secondo giorno di lavori dell’Insurance Summit organizzato a Roma dall’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici. Circa i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, ha sottolineato Farina, «esiste ancora, specie nel Paese, un gap di protezione molto ampio che occorre colmare al più presto». Un’alleanza, quella tra settore pubblico e settore privato che secondo il direttore generale di Confindustria, Francesca Mariotti può essere estesa ad altri comparti. La previdenza complementare, per esempio, «non è decollata rispetto alle buone intenzioni e le aspettative» di una prima fase, ha osservato Mariotti. «Serpeggia incertezza», bisogna quindi «agire sul lato dell’informazione e della conoscenza», della «sensibilizzazione», ed anche introducendo procedure di silenzio assenso. Non solo. C’è anche il tema della sanità pubblica e complementare. «Ci attendiamo una compressione della quota di spesa sanitaria pubblica per farmaci, servizi di natura ordinaria, eccetera», ha aggiunto il direttore generale di Confindustria spiegando che «non vi è dubbio sia necessaria e indispensabile, urgente, una messa in efficienza del sistema sanitario nazionale. La sanità integrativa può avere un ruolo utile, superando la logica di contrapposizione tra pubblico e privato».

Le compagnie sono poi pronte ad avere un ruolo determinante nel sostegno agli investimenti sostenibili, come ricordato dall’amministratore delegato e direttore generale di Fideuram Vita, Maria Luisa Gota, e come emerso anche durante il primo giorno dell’Insurance Summit: «Il settore assicurativo può fare una grande differenza in ragione delle masse che ha in gestione. Sul mercato italiano il settore Vita ha riserve tecniche per più di 800 miliardi (1.000 miliardi considerando anche il ramo Danni, ndr) e un flusso di raccolta che è all’incirca 100 miliardi all’anno», ha sottolineato Gota. Mentre Isabella Fumagalli, responsabile della Divisione Private Banking e Wealth Management CC Paribas, ha aggiunto di riscontre «grande interesse per gli investimenti esg soprattutto da parte dei giovani, ma c’è ancora disorientamento. Come Bnl-Bnp Paribas operiamo perché i clienti siano sempre più sensibili e decidano, in modo consapevole e condiviso, come e dove indirizzare i loro investimenti in sostenibilità». E l’amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante ha sottolineato come «la pandemia ha accelerato i trend di transizione sociale e tecnologica con un cambiamento di paradigma». (riproduzione riservata)

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