Oltre 14 milioni di veicoli: a tanto ammonta secondo gli esperti il calo produttivo dell’automotive a causa della crisi dei chip, 4,5 milioni quest’anno, 8,5 milioni nel 2022 con una coda di 1 milione nel 2023.

Il dato è emerso durante la presentazione dell’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana, indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino, dall’Anfia e dal Center for automotive and mobility innovation del Dipartimento di management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Secondo il report, le imprese della componentistica – 2.203 con sede legale in Italia, un fatturato 2020 in calo a 44,8 miliardi di euro a causa dell’epidemia, e 161.400 dipendenti – temono anche l’aumento dei prezzi delle materie prime (65,8%) e il rallentamento del quadro economico in Europa (62,7%). Tuttavia, la filiera si attende un anno di ripresa: oltre i due terzi delle imprese prevedono una crescita del fatturato, più del 55% aumenti di ordinativi interni, esportazioni e occupazione. Intanto quasi un’impresa su due si posiziona verso powertrain elettrici e ibridi.

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