Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Nel terzo trimestre il pil italiano è cresciuto del 16,1% (dato destagionalizzato) a livello congiunturale. Il Governo intende mantenere immutate le previsioni di un -9% per l’intero 2020, mentre la crescita del pil nel corso del prossimo anno potrebbe risultare inferiore al +6% stimato nella Nadef. A causa delle flessioni accusate nei precedenti due trimestri, nel confronto tendenziale la variazione resta negativa nella misura del 4,7%. Il marcato recupero registrato nel corso del terzo trimestre riporta comunque il volume del pil a livelli registrati nella prima metà del 2015. Nel periodo in esame, il pil è tornato a crescere anche nell’Eurozona, che ha messo a segno un rimbalzo del 12,7% tra luglio e settembre. Su base annua, il dato segna invece un calo del 4,3%.
Da Mediobanca a Tim, da Intesa Sanpaolo a Generali c’è un attore silenzioso che appare in tutte le grandi partite della finanza italiana e che, con gli azionariati sempre più parcellizzati, è oggi proiettato in primo piano nelle assemblee. Se i sostenitori non esitano a definirla un simbolo di democrazia societaria e i detrattori la attaccano talvolta come una stampella di poteri pericolanti, vero è che di Assogestioni si parla sempre di più nella city milanese. Lo si è visto qualche giorno fa con l’assemblea di Mediobanca dove, grazie a un attento lavoro di regia, l’associazione si è rivelata ancora una volta ago della bilancia in una vicenda che ha surriscaldato la Galassia del Nord. Lo si vedrà nei rinnovi attesi per il 2021 a partire da quello del board Unicredit che arriverà a scadenza in primavera assieme a quello della Bper. Il peso di Assogestioni non si misura però soltanto nelle partite societarie. In un paese in cui il risparmio è il bene più prezioso e l’asset management uno dei comparti più fiorenti, l’associazione è anche un crocevia per cui transitano molteplici interessi. Per rendersene conto basta scorrere il fitto elenco degli associati dove compaiono quasi tutti i grandi nomi della finanza italiana: da Intesa a Generali, da BancoPosta a Mediobanca per citarne solo alcuni. Assogestioni gestisce insomma un soft power che, come spiega il sito web, si concretizza in azioni di networking e di lobbying volte a condizionare orientamenti, politiche e strategie.
Anche il denaro può essere smart. In tempi di tassi ai minimi gestire il risparmio cercando di ridurre i costi è una strada che forse vale la pena di percorrere. E la via del digitale offre sempre più soluzioni su questo fronte. In base agli ultimi dati le obbligazioni a livello globale con rendimenti negativi sono tornate al livello più alto mai registrato nella storia, oltre 17 mila miliardi di dollari, perché la caccia ai rendimenti ha fatto scattare gli acquisti dopo l’ondata di vendite lo scorso marzo quando è scoppiata la pandemia. A seguito dell’intervento delle banche centrali per ridurre l’impatto della crisi, «lo stock di titoli con tassi negativi è cresciuto, sostenuto dalla ripresa del mercato del credito e dall’aumento del risparmio», dice Andrey Kuznetsov, senior portfolio manager di Federated Hermes. Il risparmio è cresciuto anche in Italia dove ha raggiunto il livello record di oltre 1.680 miliardi di euro (dati Abi), a tanto ammonta la liquidità depositata sui conti correnti delle banche, un importo superiore a quello che probabilmente sarà il pil dell’Italia quest’anno. L’incremento è dell’8% su base annua, ovvero 125 miliardi in più in 12 mesi. Un importo che potrebbe diventare, andando avanti di questo passo, la metà della ricchezza finanziaria totale delle famiglie italiane, pari a 4.300 miliardi.
Il risparmio forzoso è nato da continuità nelle retribuzioni e tagli nei consumi. Del resto, nel periodo della quarantena sono stati 28 milioni i percettori di reddito le cui entrate non sono state intaccate (pensionati, dipendenti pubblici, lavoratori del settore privato non in cassa integrazione), pari al 71% del totale.
Aviva EasyWay è un prodotto assicurativo rivalutabile collegato ad una gestione separata, che espone quindi il contraente ad un rischio finanziario molto contenuto. Il premio unico netto versato e le eventuali aggiunte vengono infatti convogliati unicamente nella gestione separata Lifin. Solamente in caso di decesso dell’assicurato la compagnia garantisce la conservazione del capitale, ma la rivalutazione annua della gestione non si considera consolidata al capitale assicurato. Il tasso minimo garantito dello 0% è di riflesso concesso solo in determinati casi. Per la liquidazione della prestazione in caso di decesso nonché in caso di riscatto totale del contratto richiesto in predefinite finestre temporali. Non si garantisce invece la conservazione del capitale investito al di fuori di tali finestre, come in caso di riscatto parziale. Nel dettaglio, se il riscatto totale è richiesto alla 5°, 10°, 15°, 20° ricorrenza annua del contratto e successivamente ogni 5 annualità la compagnia liquida il maggior valore tra il capitale investito netto e il valore di riscatto totale. La polizza può essere stipulata se l’assicurato ha meno di 90 anni.

  • Arrivano le assicurazioni viaggio per il Covid-19
Oltre all’annullamento e l’interruzione del viaggio in corso, alcune compagnie offrono un rimborso per spese sanitarie pagate all’estero, riconoscendo l’alloggio e una diaria giornaliera. Restano fuori dalle coperture i viaggi in destinazione sconsigliate dal Ministero degli esteri. Lo rende noto Facile.it.

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  • Pil, il rimbalzo estivo è del 16% ma da Bankitalia allarme fiducia
Gualtieri e Visco, ministro dell’Economia e governatore della Banca d’Italia, approfittano della Giornata del Risparmio, di fronte alla comunità finanziaria del Paese, per mandare nel momento in cui l’epidemia riprende vigore un messaggio ragionato e realistico. L’Italia, lo ha dimostrato durante l’estate, è capace di «significative capacità di recupero», come ha detto il governatore o forti «capacità di ripresa» come ha detto il ministro. Ora il nuovo lockdown selettivo e la prospettiva di nuove chiusure creano il rischio di «allontanare la ripresa». Visco ha subito notato che il rimbalzo, pari al 16,1 per cento del Pil, comunicato ieri dall’Istat per il terzo trimestre dell’anno, è stato «molto forte» di due-tre punti superiore alle stime di Via Nazionale posizionata sul 12 per cento. Il risultato infonde fiducia al ministro dell’Economia: «Grazie a questo notevole rimbalzo le nostre previsioni del 2020 rimarranno valide anche se ci sarà una flessione nel quarto trimestre », ha confermato Gualtieri. Le ultime stime ufficiali davano infatti un rimbalzo del 13,6 per cento – minore di quanto sì è verificato – e dunque il Tesoro non cambierà le previsioni per l’intero 2020 che rimarranno ferme al -9 per cento anche nel caso che nel quarto trimestre vengano messe in campo, come sta avvenendo, misure restrittive. Naturalmente, se le cose andranno avanti così, il prossimo anno, ha avvertito il ministro la crescita sarà inferiore al balzo del 6 per cento indicato dalla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza pubblicata nei giorni scorsi.
  • Cattolica, via libera a Generali per salire fino al 49,9 per cento Ma Trieste non vuole il controllo
Generali, ottemperando ad un obbligo di legge, dichiara il gioco a Consob: al momento «non intende acquisire il controllo » di Cattolica «o comunque esercitare un’influenza dominate sulla gestione » in quanto il suo investimento «ha carattere finanziario e di lungo termine, con la volontà di garantire stabilità e sostenere la crescita dell’emittente». Il 23 ottobre Generali ha sottoscritto l’aumento di capitale dedicato di Cattolica: 300 milioni che le consentono di avere il 24,46%. Non è escluso che quando partirà l’aumento di capitale rivolto al mercato, di 200 milioni, la compagnia triestina rilevi l’eventuale inoptato (oltre a sottoscrivere pro-quota) ma a patto che la Consob confermi l’esclusione dell’obbligo dell’Opa. Intanto l’altra autorità che vigila sulle assicurazioni, l’Ivass, ha autorizzato la compagnia a salire fino al massimo del 49,9%. Un’opportunità che Generali potrà eventualmente vagliare ove fosse conveniente, come ha spiegato nella richiesta di autorizzazioni, confermando però che non mira al controllo né alla gestione.

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  • Intesa Sanpaolo gestirà i fondi integrativi di Fca e Cnh
Intesa Sanpaolo, attraverso la controllata Rbm Salute, si è aggiudicata la gestione dei fondi sanitari integrativi di Fca e Cnh Industrial. In totale si tratta di circa 170 mila persone assistite attraverso i fondi Fasif e Fisdaf, che coprono i dipendenti e familiari di chi lavora per il gruppo torinese. La durata dell’accordo è quadriennale con facoltà di rinnovo differenziate per i due fondi.  Intesa gestirà la copertura integrativa contrattuale, ampliandone la portata su gran parte delle prestazioni previste fino a concorrenza della spesa sostenuta presso le strutture sanitarie convenzionate con il network messo a disposizione da Intesa Sanpaolo Rbm Salute. Gli aderenti ai due fondi avranno inoltre, tra i vari servizi, la possibilità di richiedere le prestazioni sanitarie assicurate attraverso una app sul telefonico, uno sportello e un servizio di patronato online. Intesa Sanpaolo Vita, nata nel gennaio 2012 dalla fusione di diverse compagnie del gruppo, è leader in Italia nella bancassicurazione e nella previdenza integrativa. Nel primo semestre dell’anno ha registrato una produzione lorda Vita pari a 6,9 miliardi di euro, 392 milioni di utili netti con un patrimonio in gestione (asset under management) di 130 miliardi. Rbm Salute, di cui Intesa ha acquisito il controllo lo scorso maggio, al 30 giugno ha contribuito per il 46,6% del comparto.
  • Generali può salire in Cattolica
Generali ha ampi spazi di crescita nel capitale di Cattolica Assicurazioni, di cui, dalla scorsa settimana, è primo azionista con il 24,4%. La delibera con cui l’Ivass ha autorizzato il Leone ad assumere una quota qualificata nella compagnia veronese le consente di salire fino al 49,9% . Per ora Generali, che ha reso pubblica la decisione dell’authority nella dichiarazione di intenzioni alla Consob allo stato «non intende acquisire il controllo o esercitare un’influenza dominante sulla gestione». Mentre «eventuali incrementi» della partecipazione saranno valutati «tempo per tempo sulla base, principalmente, del rendimento delle condizioni di mercato e delle opportunità di acquisto».

  • Da Aviva-Unicredit a Bim Vita, le jv vanno al riassetto
Il Covid, almeno per ora, non sta bloccando il grande fermento che c’è nel settore delle cessioni di attività assicurative, spesso alleanze tra differenti gruppi.
Uno degli ultimi dossier che potrebbe vedere un possibile cambio azionario è Bim Vita, nata da un accordo tra Banca Intermobiliare e UnipolSai. Una decisione sul riassetto non sarebbe ancora stata presa ufficialmente ma i soci starebbero discutendo dell’alleanza che vale circa 80 milioni di premi e 40 milioni di «embedded value». Bim Vita è attualmente l’alleanza più piccola, in termini dimensionali, del gruppo Unipol. Su un altro fronte sarebbero al lavoro invece Aviva e Unicredit, che sono pronti a cedere la joint venture nelle polizze: dovrebbe infatti partire circa a metà dicembre il processo di vendita del 50% a testa della joint venture che i due gruppi hanno sottoscritto anni fa. La comune società ha un portafoglio di circa 3 miliardi di premi e potrebbe valere circa 600 milioni di euro. Sul dossier figurano come advisor Morgan Stanley per Aviva e Kpmg per Unicredit, mentre Ernst Young sta svolgendo un lavoro di due diligence. Le attività, soprattutto nel Vita, potrebbero interessare a diversi gruppi, sia strategici sia finanziari. La lista è estremamente lunga, visto che il dossier potrebbe finire sul tavolo di una ventina di potenziali compratori. Tra i nomi di coloro che potrebbero almeno guardare il dossier, ci sono quelli di Cinven, Athora, Gamma Life, Monument Re, Cnp, Allianz, Eicg, Mediterraneo Vida, Blackstone, Unipol e forse Generali.
  • Generali, via libera dall’Ivass: «Può salire al 49,9% di Cattolica»

  • Gara più in salita per la polizza che non paga bollo
  • Ivass alza il velo sui costi delle polizze collocate
  • I nonni e le pensioni dei nipoti
  • La ricetta McKinsey nell’era Covid-19