Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Il 31 ottobre si celebra la Giornata Mondiale del Risparmio, che come ogni anno è l’occasione per confermare quanto gli italiani siano un popolo di «formiche». Gli ultimi numeri lo confermano: a settembre la liquidità presente sui conti correnti ha aggiornato livelli record a 1.682 miliardi di euro, con un incremento dell’8% (dati Abi). La capacità di risparmio degli italiani è quindi superiore forse a quello che sarà il pil del 2020. Il rovescio della medaglia è che, a giudicare dal Global attractiveness index, gli italiani che usano strumenti finanziari sono pochi: su circa 25,5 milioni di famiglie,18,5 milioni non li usano, subendo pertanto gli effetti dell’inflazione. A pesare è una scarsa alfabetizzazione finanziaria, che spinge a tenere fermi miliardi di euro. La pandemia ha di fatto amplificato l’attitudine al risparmio, in parte perché durante il lockdown non è stato facile spendere e in pèarte per via dei timori di un futuro incerto.
In settembre il sistema del risparmio gestito italiano ha conseguito una raccolta positiva per il sesto mese consecutivo, seppure in frenata. Il dato di periodo ha segnato un forte recupero per i fondi azionari nonostante la battuta d’arresto delle borse nel corso del mese innescata dai ribassi dei titoli tecnologici Usa. In base ai dati della mappa mensile di Assogestioni, settembre si è chiuso con flussi netti positivi per 4,064 miliardi, rispetto ai 6,931 miliardi d’agosto. Nei nove mesi il saldo è di 13,77 miliardi. L’andamento incerto dei listini dopo il rally dei mesi estivi ha impresso così un rallentamento ai flussi sia dei fondi sia delle gestioni. I primi hanno raccolto 2,996 miliardi dai 4,593 miliardi di agosto, di cui 2,711 miliardi nei fondi aperti (4,303 miliardi in agosto per un totale da gennaio di 11,348 miliardi) e 205 milioni nei chiusi (+290 milioni in agosto, da inizio anno 3,334 miliardi).
Il nuovo decreto varato dal governo per contenere la pandemia ha sollevato le comprensibili lamentele delle categorie più colpite. Proprio passando in rassegna i diversi settori, Equita sim ha cercato di valutare le conseguenze per settori d’attività e anche per i titoli quotati , come riportato dall’agenzia MF Dowjones. Per i titoli legati al gioco gli esperti stimano che lo stop imposto per un mese possa valere un aumento dell’1-2% in termini di ebitda nel caso di Igt (quotata però negli Stati Uniti). In Italia una considerazione analoga potrebbe valere comunque per Digital Bros. Altra probabile beneficiaria è Newlat, che conta circa il 70% dei ricavi in Italia, grazie a una accelerazione dei consumi domestici. Per lo stesso motivo possono trarre vantaggio altre società del settore alimentare come La Doria o del beverage come Italia wine brands, che consegna vini a domicilio.
Generali potrebbe presto scendere in campo per gli asset di Aviva in Francia, partita che complessivamente potrebbe valere tra 2 e 3 miliardi di euro. Il gruppo inglese, come noto, è intenzionato ad allentare la presa su alcuni mercati (comprese Italia e Polonia) per focalizzarsi sui Paesi di riferimento, ovvero Gran Bretagna, Irlanda e Canada. Da settimane sarebbe stato avviato un colloquio per la cessione delle attività francesi ai tedeschi di Allianz, pronti a muovere in tandem insieme ad Athora. L’avvicinarsi di fine ottobre, data fissata per la conclusione dei colloqui in esclusiva, senza un esito definitivo sembra però destinata a riaprire la partita con Generali che potrebbe approfittarne, anche in questo caso in tandem con un altro operatore. Il Leone, come anche Allianz, sarebbe infatti interessato esclusivamente alle attività Danni di Aviva in Francia e a muovere sulla componente Vita, secondo quanto riportato da Les Echos, potrebbe essere il fondo d’investimento britannico, Cvc Capital Partners con il quale Trieste sarebbe pronta a unire le forze per preparare un’offerta. Secondo i piani l’assicuratore italiano prenderebbe in particolare il 30% di una holding che destinata ad assorbire Aviva France, rilevando alcuni asset assicurativi danni.

 

  • Le ambizioni di Delfin sul Leone e la cautela dei mercati
L’assemblea Mediobanca di domani, la prima con Leonardo Del Vecchio oltre il 10% del capitale, non dovrebbe riservare grandi sorprese. È però difficile credere che il rafforzamento di Mister Luxottica non avrà effetti sulla Galassia del Nord. Più che su Piazzetta Cuccia gli occhi del mercato restano puntati su Generali, di cui Delfin è terzo azionista al 4,84%. «Voglio riportare Trieste al ruolo leader che aveva alla fine degli anni 90», aveva dichiarato Del Vecchio nei mesi scorsi. Che cosa questo significhi è presto per dirlo, ma c’è chi ritiene che il nuovo corso potrebbe passare per una grande acquisizione finanziata attraverso un aumento di capitale. Se così fosse, il piano sarebbe perfino più ambizioso del previsto ma dovrebbe comunque fare i conti con i delicati equilibri della governance di Generali e, soprattutto, con l’esame dei mercati che abitualmente non amano i cambi troppo bruschi di strategia.
  • Nagel (Mediobanca): con Del Vecchio rapporti positivi
«Con Leonardo Del Vecchio esiste un proficuo rapporto professionale e di stima personale da oltre vent’anni che ha riguardato anche alcune tra le più importanti operazioni di successo del gruppo Delfin. Tale circostanza non può che favorire una positiva interazione con un importante azionista del gruppo». È quanto ha risposto l’a.d. di Mediobanca, Alberto Nagel (la cui remunerazione è scesa nel 2020 del 40%), alla domanda di un socio in vista dell’assemblea di domani. Nessun commento a ipotesi su possibile M&A. «Lo scorso giugno il gruppo ha confermato la strategia del piano presentato a novembre 2019 e i relativi target finanziari al 2023», ha replicato il banchiere a un’altra domanda:«Non commentiamo, il riferimento resta il piano reso pubblico lo scorso novembre».

Bruciati 12,4 miliardi di euro di reddito netto degli italiani. Metà delle famiglie italiane non in grado con i propri risparmi di assorbire le perdite subite durante il lockdown. Circa il 10% dei nuclei in crisi di liquidità anche dopo gli interventi del Governo. Questo è lo scenario riportato nell’analisi svolta dalla dipartimento delle finanze del Mineconomia su «L’impatto del Covid-19 e degli interventi del Governo sulla situazione socio-economica delle famiglie italiane nei primi tre mesi della pandemia». Il documento mostra che le integrazioni introdotte dal governo con il dl Cura Italia (18/2020) e il dl Rilancio (34/2020) hanno svolto un’importante azione compensativa riducendo la perdita di reddito netta realizzata oltre la metà (circa 15 miliardi di euro) di quella che sarebbe stata in assenza di tali interventi.

corsera

  • Tumori, 1,4 milioni di screening saltati nei primi 5 mesi dell’anno
Molti dei 5.000 medici e ricercatori sostenuti dall’Airc, la Fondazione per la ricerca sul cancro, impegnati sul fronte Covid-19 hanno dovuto rallentare il lavoro di ricerca e gli studi clinici per la sperimentazione di nuove terapie contro il cancro. Il bilancio lo ha fatto ieri al Quirinale Pier Giuseppe Torrani, presidente Airc e Firc: «Nei primi 5 mesi del 2020 sono stati rinviati 1,4 milioni di screening con una ripercussione sull’identificazione delle nuove diagnosi e un conseguente ritardo nel curare la malattia».
  • Il test dei consumi, con calo degli acquisti 3,4 milioni a rischio
Prendi il retail: 1,3 milioni di imprese, 3,4 milioni di occupati e un fatturato stimato in 445 miliardi di euro. Una fotografia datata 2019, quando non erano ancora così diffuse le parole «distanziamento» o «mascherina». Ma che oggi, seppur siano passati pochi mesi da allora, sembra un’istantanea appartenente a un’altra epoca. Diversa da quella di oggi, con i centro città svuotati, i negozi con beni non essenziali quasi deserti. Il lockdown ha colpito al cuore il retail con un epocale taglio di fatturato del -79,2% nei tre mesi di blindatura rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E durissimi sono stati i colpi nei singoli settori, con -83% per abbigliamento e accessori,–76,7% nel food and beverage e -69,9% nel non food. Un «formidabile pointbreak per i consumi e il retail» lo definiscono Confimprese e Censis perché questi settori sono stati costretti a un ruzzolone che la successiva riapertura ha solo in minima parte ammortizzato. E ora arriva la nuova botta. È quello di cui si parlerà stamattina in occasione della presentazione del Rapporto Confimprese-Censis sul valore sociale dei consumi, evento online dalle 11 alle 12.30 realizzato in collaborazione con Ceetrus. «I consumi sono il sistema nervoso dell’economia — spiega nel report Mario Resca, presidente Confimprese — e quindi hanno strettamente a che fare col sistema immunitario della produzione e del benessere: se scendono sotto un certo livello mettono a rischio prima la sorte dei suoi occupati e del suo indotto e poi quella del sistema produttivo globalmente inteso». Il rapporto e il webinair analizzeranno, assieme a giornalisti ed esperti, come il motore che tanto ha contribuito all’economia e all’occupazione italiana nel post 2008, si sia bloccato nel trimestre più nero e come e cosa rischia oggi.
  • Europ Assistance, la polizza per la mobilità sostenibile
L’emergenza Coronavirus ha cambiato le abitudini di mobilità delle persone. La conferma arriva anche dallo studio Doxa commissionato da Europ Assistance Italia (nella foto l’ad Fabio Carsenzuola): l’auto è ancora il mezzo di spostamento principale ma a cui si aggiungono altre soluzioni. Quasi il 70% degli intervistati utilizza almeno tre mezzi di trasporto nella sua giornata. Da qui il lancio di Europ Assistance di un prodotto assicurativo, Mobilità Noproblem, che mette al centro la persona durante gli spostamenti. Indipendentemente che si tratti di auto, moto, scooter o bicicletta.

  • Gli hacker rovinano la trimestrale di Carraro
  • Dai Pir 2.0 dote di capitale paziente per lo sviluppo delle Pmi non quotate

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  • Allianz acquisisce rete del gas in Portogallo
Il colosso assicurativo acquisirà il 75,01 per cento delle azioni del gestore della rete del gas portoghese Galp Gas Natural Distribuicao (GGND). Il precedente proprietario Galp Energia ha fissato il prezzo di acquisto a 368 milioni di euro. Compresi i debiti, il GGND è valutato a 1,2 miliardi di euro. La società gestisce una rete di distribuzione lunga 13.000 chilometri, che rifornisce 1,1 milioni di famiglie attraverso nove fornitori regionali di gas. Galp è in rosso da due trimestri, in parte a causa della pandemia di Coronavirus.