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L’aggiornamento dei modelli 231 non è più rinviabile. L’estensione della responsabilità ex dlgs 231/2001 all’ambito penal-tributario, in gran parte realizzata con il decreto fiscale dello scorso dicembre, e completata con il dlgs 75/2020, entrato in vigore il 30 luglio scorso a recepimento della direttiva Ue 2017/1371, relativa alla lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Ue mediante il diritto penale, meglio nota come Pif, rendono urgente una revisione dei modelli. «Dopo la pubblicazione a ottobre 2019 del decreto fiscale», spiega Giulia Maria Mentasti, senior associate di Loconte&Partners, «che contemplava la sola frode fiscale mediante fatture false quale reato tributario idoneo a far scattare la responsabilità 231, si è assistito in sede di conversione all’estensione della previsione a tutte le altre ipotesi fraudolente di cui al dlgs 74/2000. Inoltre, il nuovo decreto che attua la Pif inasprisce ulteriormente il quadro per le imprese, stabilendo che i delitti di dichiarazione infedele, omessa dichiarazione e indebita compensazione, commessi anche in parte nel territorio di un altro Stato membro dell’Unione europea allo scopo di evadere l’Iva, comportano la responsabilità amministrativa della società ogniqualvolta l’ammontare dell’evasione non è inferiore a 10 milioni di euro. Dunque, oggi, il risultato è l’inclusione di tutti i più gravi illeciti tributari nel catalogo dei reati presupposto della c.d. responsabilità penale degli enti».
In assenza di reciproca soccombenza il giudice deve disporre il pagamento all’avvocato della parte vittoriosa. La Cassazione (ordinanza n. 19980/2020) lo ha ribadito riformando la sentenza della Corte di appello che ha disposto la compensazione delle spese di lite tra il contribuente e l’Inail avendo quest’ultima respinto per inammissibilità il gravame in quanto proposto oltre il termine breve d’impugnazione. La Corte di appello ha dichiarato inammissibile il gravame proposto dall’Inail oltre il termine breve d’impugnazione e ha compensato le spese del giudizio, in considerazione della natura e peculiarità della vicenda processuale, definita con pronuncia in rito. Il ricorrente, non contendo delle spese di lite compensate, ha proposto riscorso in Cassazione, censurando il malgoverno da parte dei giudici di merito sulla compensazione delle spese processuali in assenza di una reciproca soccombenza.

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  • Gli italiani fanno scorta di cash. Il risparmio boom non aiuta la ripresa
L’incertezza gonfia i depositi in banca e i prodotti più liquidi mentre l’economia reale non riesce ad intercettare gli investimenti privati, che al massimo privilegiano i titoli delle società straniere. La totale eterogeneità degli investimenti delle famiglie e richieste di finanziamento delle imrpese ostacola le iniziative di sviluppo. Per la prima volta dal 2008 si sono arrestati i deflussi dell’azionario europeo, che hanno spostato 15 miliardi verso titoli globali e americani.
  • Le insolvenze corrono con la seconda ondata
L’osservatorio economico di Atradius segnala forti ritardi o addirittura mancati pagamenti delle fatture dei fornitori. E le attese di ripresa traballano. La fine degli aiuti da parte del governo potrebbe innescare una crescita anomala dello stop al saldo delle merci fra le stesse aziende
  • Il manager ora fa i conti col digitale
Uno studo di Ibs Institute for Business Value analizza la propensione al cambiamento di 38000 dirigenti.  La tutela della persona e del suo benessere psico-fisico diventa strumento essenziale per il successo del business. Un asset da proteggere anche grazie attraverso il ricorso a tecnologie innovative

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  • I ricchi del mondo più ricchi con il Covid
Se c’è una cosa che il Covid-19 non ha fermato, è la crescita della ricchezza dei miliardari. Solo negli Stati Uniti, da marzo a settembre il conto in banca di 643 persone è cresciuto di 845 miliardi di dollari. Contemporaneamente 50 milioni di lavoratori perdevano il lavoro (14 milioni sono ancora disoccupati). È una crescita che non si ferma. In Italia Forbes ne segnala 40 (erano 36 ad aprile). Al primo posto Giovanni Ferrero con 26,5 miliardi di dollari, seguito da Leonardo Del Vecchio con 20,8, la famiglia Aleotti (Menarini Industrie Farmaceutiche) con 10,2 miliardi (1 miliardo di evasione scudati), Giorgio Armani passato dai 5,4 di inizio aprile agli 8,5 di oggi, Stefano Pessina con 8 miliardi, Silvio Berlusconi con 6,4 miliardi, e Gustavo Denegri (5,9 miliardi), primo azionista del gruppo di biotech Diasorin.

  • Pensioni, chi vince con i nuovi numeri
Addio a quota 100. Troppo costosa. Al posto quota 102 o un minimo di 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. Ecco chi guadagna e chi perde con le possibili modifiche alla legge Fornero. Le nuove vie d’uscita vantaggiose per i dipendenti uomini e per chi ha versato i contributi prima dei 25 anni
  • Fondi, nella top ten della pandemia un terzo è sostenibile
La sostenibilità fa bene non solo all’ambiente, ma anche al portafoglio. Sono diversi i report che negli anni si sono succeduti decantando le potenzialità offerte dagli strumenti di investimento più «responsabili». E oggi proviamo a tirare le somme in un contesto, quello del 2020, particolarmente difficile per i mercati, sia azionari sia obbligazionari. A parlare sono i numeri di Morningstar, che nella classifica delle migliori 10 categorie di fondi (comprese le classi dedicate agli investitori istituzionali) da inizio anno vede al primo posto gli strumenti più «verdi», nello specifico quelli specializzati nelle energie alternative, che stanno guadagnando in media il 44,16%. Presenti nella top 10 anche gli azionari biotecnologie (+19,39%) e gli azionari ecologia (+11,31%). Nel corso del terzo trimestre, in particolare, a trainare i fondi specializzati sulle energie pulite (o rinnovabili) sono state le notizie positive provenienti da diversi fronti. Per esempio, «sono arrivati maggiori dettagli sul piano di rilancio europeo da 1.800 miliardi di euro, di cui il 30% da investire proprio nelle iniziative a tutela del clima — spiega Xavier Chollet, gestore di Pictet Asset Management (il suo fondo, il Pictet-Clean Energy, sta guadagnando da inizio anno il 20,48%) –. La Commissione europea ha inoltre annunciato una novità sulla riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030: non più -40%, ma -55% rispetto ai livelli del 1990». E ancora, alcuni Paesi europei, come Francia e Germania, hanno annunciato un aumento degli incentivi per i veicoli elettrici.

  • Debutta la nuova class action ma non c’è nulla di pronto