Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Doccia fredda sui mutui. La brusca impennata dei contagi ha subito spento la voglia degli italiani di indebitarsi per comprare casa. Le cifre parlano chiaro: dall’aumento del 33,8% delle richieste di mutui e surroghe registrato nel mese di agosto rispetto a un anno prima, si è passati al +13% di settembre dopodiché nell’arco di due settimane il trend ha invertito la rotta orientandosi verso una netta discesa. E’ quanto emerge dalle ultime rilevazioni del Barometro Crif che appunto nelle scorse due settimane ha registrato un’improvvisa interruzione della dinamica positiva in atto ormai da giugno, e questo in concomitanza con l’accelerazione dei nuovi casi di positività al Covid-19 in Italia. Nello specifico, nella settimana dal 28 settembre al 4 ottobre la crescita della domanda si è prima azzerata (0% di variazione rispetto allo stesso periodo del 2019), per poi passare a una flessione del 7,9% in quella tra il 5 e l’11 ottobre, primo e finora unico dato negativo dopo quattro mesi di crescita ininterrotta, a partire cioè dalla fine del lockdown e del progressivo calo dei contagi. Chiara dunque la correlazione tra i due fattori, anche se «per valutare meglio l’evoluzione della situazione dovremo aspettare i dati delle prossime settimane», avverte subito Crif. «E’ indubbio però che questi dati sono un campanello d’allarme che, se confermato, non dovrà essere trascurato».
La torinese Reale Mutua muove verso Tel Aviv. La compagnia assicurativa guidata dal direttore generale Luca Filippone ha chiuso un investimento di 4,5 milioni di dollari in FinTlv, un fondo di venture capital insurtech e fintech leader a livello mondiale, con sede in Israele. «Siamo gli unici partner assicurativi italiani che hanno investito nel fondo dove ci sono altre assicurazioni mondiali», spiega a MF-Milano Finanza, Filippone. Reale è limited partner del fondo ed è stata siglata un partnership in base alla quale le compagnie del gruppo potranno, in via preferenziale, lavorare con le start up in cui investe FinTlv. «Tra queste c’è per esempio Hippo», aggiunge Filippone, che «è una delle più importanti startup insurtech a livello mondiale, con sede negli Usa, specializzato nella distribuzione di prodotti per la casa, che ha superato 1 miliardo di valutazione». L’innovazione tecnologica è uno dei pilastri del piano strategico che il gruppo Reale sta aggiornando per il 2021-2023, continua Filippone, che riguardo i conti della compagnia ipotizza una chiusura del 2020 in linea con lo scorso anno, con Reale che ha mostrato resilienza al Covid, confermata da un Solvency II tornato ai livelli di fine 2019 oltre il 276% ma la «pandemia ha avuto l’effetto di accelerare vertiginosamente le trasformazioni che avevamo progettato», dice.
Il governo accelera sul Btp Green. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza l’ultimo tassello della cornice amministrativa necessaria al lancio del primo titolo di Stato italiano verde sarebbe in dirittura d’arrivo. Si tratta della nomina del Comitato Interministeriale che avrà il compito di indicare gli investimenti pubblici che potranno essere effettivamente finanziati con questo strumento. La nomina avverrà tramite un decreto apposito e il coordinamento, come previsto dalla legge di Bilancio 2020, sarà in capo al ministero dell’Economia e delle Finanze. Se tutto andrà per il verso giusto il lancio del primo Btp green potrebbe effettivamente avvenire entro la fine del 2020, come originariamente previsto e ribadito anche nell’aggiornamento delle linee guida sulla gestione del debito pubblico dello scorso aprile. Di certo bisognerà prima che il Comitato si insedi e che inizi il suo lavoro per la definizione dei criteri per l’elegibilità degli investimenti al finanziamento tramite il nuovo strumento di debito, e si dovranno indicare poi anche i singoli capitoli di bilancio, in capo a ogni ministero, che potranno essere candidati. Per fare un esempio, si dovrà decidere se il bonus per le ristrutturazioni al 110% potrà essere così finanziato, uno strumento su cui punta moltissimo il governo e in primis il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Riccardo Fraccaro o quello per la mobilità sostenibile, o le spese per gli interventi per il dissesto idrogeologico e così via.
  • Agrusti presidente di Mps Capital Services
Raffaele Agrusti sale alla presidenza di Mps Capital Services. Il cda della Corporate & Investment Bank del gruppo Monte dei Paschi di Siena (specializzata nel supporto finanziario e consulenziale al segmento «corporate, enti e istituzionali») era arrivato a scadenza e il manager, che ha a lungo ricoperto ruoli di vertice nelle Generali oltre a essere stato tra l’altro presidente di Rai Way e amministratore delegato di Itas, è stato selezionato dall’head hunter ingaggiato dalla banca. Mps Capital Services, che ha un bilancio in utile, rappresenta un asset importante per il gruppo con oltre 350 dipendenti e un capitale sociale di 1,6 miliardi.

L’amministratore che non paga l’Iva per via della crisi di liquidità rischia una condanna penale nonostante non sia socio perché avrebbe dovuto comunque attingere al suo patrimonio personale per saldare il debito con l’Erario. Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 28488 del 14 ottobre 2020, ha respinto il ricorso di un manager. La tesi con la quale la difesa ha tentato di smontare l’impianto accusatorio non ha fatto breccia presso i Supremi giudici.
Nonostante l’emergenza sanitaria, la raccolta netta totale delle principali banche reti in Italia è cresciuta nel primo semestre del 32% su base annua a 21,65 miliardi di euro. Quella netta gestita è migliorata del 40% a 8,371 miliardi. A tenere meglio è il modello digital rispetto a quelli advisor e commercial bank. D’altro canto il patrimonio complessivo è sceso dell’1,02%, con pochi operatori in territorio positivo. I numeri emergono da una ricerca di Excellence Consulting che prende in considerazione le principali reti di consulenti finanziari aderenti ad Assoreti: Allianz Bank, Azimut, Banca Generali, Bnl-Bnp Paribas Life Banker, Credem, Deutsche Bank, Fideuram, Fineco, Intesa Sanpaolo private banking, IwBank, Mediolanum, San Paolo Invest e Widiba.
Numero di targa. Casco obbligatorio anche per i maggiorenni. Assicurazione. Sul tavolo dell’Anci, l’Associazione nazionale dei comuni italiani, c’è una proposta dell’amministrazione di Firenze per regolamentare l’uso dei monopattini. Con norme più stringenti rispetto a quelle in vigore attualmente. Nel capoluogo toscano il servizio di sharing dei mezzi elettrici inizierà il 19 ottobre. E alla fine dell’anno la cittadinanza potrà contare su circa 900 unità a disposizione negli appositi parcheggi. I monopattini in circolazione, però, sono già centinaia. Ecco perché, a partire dalla prossima settimana, la giunta del sindaco Pd, Dario Nardella, darà il via a una campagna informativa con cartelloni, totem, volantini e pagine social per informare i cittadini sui limiti di velocità e sulla sicurezza stradale. Il Comune di Firenze, oltre alle disposizioni locali, si è mosso anche su scala nazionale. «Abbiamo fatto una serie di proposte all’Anci, vediamo quali saranno i tempi», ha annunciato l’assessore alla Mobilità, Stefano Giorgetti.

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  • L’economia sommersa vale l’11,9% del Pil
Mafie, traffico di droga, contrabbando, prostituzione, riciclaggio ma anche lavoro in nero — soprattutto nel commercio, nei trasporti, negli hotel e ristoranti, nell’edilizia e nel lavoro domestico — valgono ben 211 miliardi di euro come valore aggiunto nell’economia italiana. I dati sono dell’Istat, nella rilevazione sull’«economia non osservata nei conti nazionali» per gli anni 2015-2018. Si tratta dell’11,9% del Pil. Il dato è in lieve miglioramento: rispetto al 2017 si riduce di circa 3 miliardi, «confermando la tendenza alla discesa dell’incidenza sul Pil dopo il picco raggiunto nel 2014 (13,0%)», evidenzia l’Istat. L’economia sommersa — che comprende prevalentemente le sottofatturazioni e l’uso di manodopera irregolare ma anche gli affitti in nero e persino le mance — ammonta a poco meno di 192 miliardi di euro. Le unità di lavoro irregolari nel 2018 sono 3 milioni 652 mila, in calo di 48 mila unità rispetto al 2017. Le attività illegali, a circa 19 miliardi. Nel calcolo rientrano «le attività di produzione di beni e servizi la cui vendita, distribuzione o possesso sono proibite dalla legge, e quelle che, pur essendo legali, sono svolte da operatori non autorizzati. Le attività illegali incluse nel Pil dei Paesi Ue sono la produzione e il commercio di stupefacenti, i servizi di prostituzione e il contrabbando di sigarette».

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  • Il crollo del Pil non ridurrà gli assegni delle pensioni Più flessibilità per le uscite
Ape sociale rinnovata ancora per un anno ed estesa anche ai lavoratori fragili, più esposti all’infezione da coronavirus. Opzione donna pure allungata per un anno e con una novità importante: le lavoratrici potranno cumulare contributi versati in gestioni differenti (dipendenti e separata, ad esempio). Pil negativo del 2020 (- 9 o – 10%) sterilizzato: non peserà sugli assegni del futuro. Il pacchetto pensioni da inserire nella prossima legge di Bilancio del 20 ottobre prende forma. Ne hanno discusso ieri i sindacati con la ministra Nunzia Catalfo. Un pacchetto mini: peserà forse appena 200 milioni. Ma tutto orientato alla flessibilità in uscita. Ci sono appunto l’Ape sociale: uscita a 63 anni con 30 o 36 di contributi, riservata a lavoratori in difficoltà perché disoccupati, malati o impiegati in mansioni pesanti. E dal 2021 anche “fragili” al Covid: per loro possibile anche quota 41, se precoci (con un anno lavorato prima dei 19 di età). C’è Opzione donna: uscita a 58-59 anni (a seconda se dipendenti o autonome) con 35 di contributi, ma assegno ricalcolato col metodo contributivo e di fatto tagliato. C’è anche la revisione del contratto di espansione (esteso alle imprese sotto i 500 dipendenti) e dell’isopensione: due strumenti per anticipare l’uscita che il governo vuole rilanciare per consentire alle imprese di gestire gli esuberi al termine del blocco dei licenziamenti. Per funzionare davvero hanno bisogno però di incentivi. I sindacati propongono una staffetta con la Naspi.

  • Pensioni a prova di recessione Scivoli facilitati e proroga Ape
Le nuove pensioni non subiranno gli effetti della caduta del Pil, precipitato verso il basso negli ultimi mesi sotto la spinta dell’emergenza innescata dalla pandemia. È stata la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo in persona a garantire ai sindacati nell’incontro di ieri mattina che nella manovra sarà prevista una misura per sterilizzare gli effetti negativi del Prodotto interno sulla rivalutazione del montante contributivo. In attesa di affrontare il prossimo anno lo scoglio del “dopo-Quota 100, ad arricchire il pacchetto pensionistico della legge di bilancio, che sarà esaminata dal Consiglio dei ministri tra domani e sabato, saranno la proroga di un anno di Opzione donna e di Ape sociale per il quale scatterà un’estensione della platea a chi non percepisce la Naspi. Tra gli altri interventi in arrivo la piena copertura previdenziale per il part-time verticale, la riduzione della soglia da 1.000 a 500 dipendenti per il contratto di espansione, anche nella prospettiva di una “staffetta generazionale”, e gli “scivoli” agevolati per le aziende con esuberi di personale mantenendo fino a 7 anni la durata dell’isopensione da agganciare alla Naspi per il primo periodo d’uscita (due o tre anni).
  • Nuove flessibilità tra 62 e 64 anni con garanzia giovani
La nuova flessibilità pensionistica che dal gennaio 2022 prenderà il posto di “Quota 100” dovrà consentire a chi si trova sul mercato del lavoro con un’età compresa tra i 60 e i 70 anni una possibile uscita anticipata di almeno tre anni rispetto alla vecchiaia. Che è di 67 anni e tre mesi fino al 2024; e sarà di 67 anni e 6 mesi fino al 2026. L’età su cui si ragione è tra i 62 e i 64 anni, e per garantire una sostenibilità a questa nuova opzione di anticipo le soluzioni all’esame girano attorno all’idea di una riduzione della sola quota retributiva della pensione che compensi, in modo attuarialmente equo, il vantaggio della sua percezione per un numero maggiore di anni. Per ogni anno di anticipo rispetto all’età legale la riduzione delle pensione flessibile potrebbe oscillare tra il 2,8 e il 3,2%. Questo vale per i lavoratori con meno di 18 anni di contributi versati prima della riforma Dini del 1995, mentre per chi ha iniziato dal 1996 e quindi ricade nel pieno regime a calcolo contributivo l’anticipo fino a tre anni è già garantito se la pensione maturata sarà 2,8 volte superiore all’assegno sociale. Una soglia su cui pure sono aperte le riflessioni perché giudicata favorevole solo alle pensioni medio-alte, quindi a chi ha avuto una carriera contributiva forte.
  • Covivio vende la sede di Aviva e l’ex consolato Usa a Milano
È notizia di ieri l’arrivo sul mercato di un portafoglio targato Covivio, composto da due asset rilevanti a Milano e da alcune agenzie bancarie di Creval, che derivano da un sale & leaseback definito nel 2018. Il pacchetto in vendita vale 150-200 milioni di euro e proprio nella giornata di ieri sono arrivate sul tavolo dei potenziali interessati le lettere di invito alla gara.
  • Esg, Banca Generali promossa da Msci
Banca Generali è stata promossa sul tema della sostenibilità da Msci. Nel proprio indice Esg Rating, la società Usa ha infatti migliorato il giudizio sul gruppo guidato da Gian Maria Mossa a «Bb» da «Bbb». All’origine dell’azione la prevalenza di amministratori indipendenti, gli elevati sistemi di sicurezza e protezione dei dati della clientela e la nuova piattaforma per gli investimenti sostenibili.
  • Banche rete, raccolta in crescita
Secondo una ricerca Excellence Consulting, nonostante l’emergenza sanitaria, nel primo semestre 2020 la raccolta netta totale delle principali banche rete cresce da 16.419 a 21.650 milioni (+32%) rispetto al corrispettivo 2019, quella netta gestita da 5.973,7 a 8.371,5 (+40%). A tenere meglio è il modello Digital Driven (5,4% vs 3,3% di raccolta netta su patrimonio totale) rispetto a quelli Advisor Driven (3,3% vs 2,9%) e Commercial Bank Driven (2,4% vs 4,6%).

  • Assicurazioni vita: i fondi in euro mostrano un calo senza precedenti
Di fronte al declino dei tassi d’interesse, gli assicuratori hanno rivisto significativamente in
basso il rendimento offerto sui contratti di assicurazione sulla vita e sui contratti di capitalizzazione tra il 2018 e il 2019. In particolare il rendimento medio dei fondi in euro è stato pari all’1,46% nel 2019, rispetto all’1,83% dell’anno precedente.