In base all’ultimo rapporto della Covip gli enti previdenziali privati detengono investimenti ancora troppo modesti nelle aziende tricolori
di Carlo Giuro

Il risparmio previdenziale intermediato da casse di previdenza e forme pensionistiche complementari ha raggiunto dimensioni ragguardevoli. A fine 2019, il totale complessivo delle risorse si attesta a 281,1 miliardi di euro, il 15,7% del Pil, di cui 96 miliardi fanno capo alle casse di previdenza e 185,1 miliardi ai fondi pensione. E’ la fotografia scattata dalla Covip nel proprio Quadro annuale di sintesi sugli investimenti degli enti previdenziali privati. Gli investitori previdenziali, portatori di quello che si definisce come capitale paziente, possono interpretare un ruolo di rilievo come fonte di finanziamento della crescita economica e per lo sviluppo e la stabilizzazione dei mercati finanziari.
Occorre però che, con specifico riferimento alle casse di previdenza, si completi l’assetto regolamentare poiché il settore è ancora in attesa, dal 2011, del provvedimento che disciplina le politiche di investimento e i conflitti di interesse. Così come evidenzia l’Autorità di vigilanza sulla previdenza presieduta da Mario Padula al momento si è fortemente ampliata la forbice con i fondi pensione che sono invece disciplinati da regolamentazione che è di livello primario e secondario. Con il recepimento della direttiva Iorp II sono state fra l’altro recentemente introdotte norme che aumentano il grado di dettaglio della disciplina, soprattutto in materia di governance, allo scopo di incrementare il livello di qualità dei processi decisionali e la capacità di monitoraggio dei rischi, attraverso la chiara e documentata attribuzione delle responsabilità e la definizione puntuale delle funzioni fondamentali nella struttura organizzativa dei fondi pensione.
Il completamento del quadro regolamentare, prosegue la Covip, favorirebbe il rafforzamento strutturale delle casse di previdenza e la più completa definizione di processi decisionali lineari e tracciabili, rendendone più efficace l’operatività in un ambito, quello delle scelte di investimento, fortemente sollecitato dalla complessità dei mercati finanziari.
Quale è la stato attuale? Il Rapporto della Covip contiene una comparazione tra gli investimenti di casse di previdenza e fondi pensione. A fine 2019 emerge che nelle prime i fondi aperti costituiscono il principale strumento di investimento (28%), aumentando in modo consistente negli ultimi anni; seguono i titoli di debito (21,4%, di cui circa tre quarti costituiti da titoli di Stato). Il peso degli investimenti immobiliari, ancorché in costante riduzione, resta comunque significativo (20,8%); a seguire i titoli di capitale (8,4%).
Nei fondi pensione restano prevalenti i titoli di debito (58% del totale dell’attivo netto, di cui poco più di due terzi costituiti da titoli di Stato) seguiti dai titoli di capitale (18,9%) e dai fondi aperti (12,7%). Gli investimenti immobiliari costituiscono, invece, una componente residuale (2,2%) e per lo più concentrati nei fondi pensione preesistenti. Le casse di previdenza hanno investito nell’economia italiana 34,8 miliardi (36,3% delle attività totali) di cui 18,5 miliardi (19,3%) in investimenti immobiliari, 7,8 miliardi (8,1%) in titoli di Stato e 5,3 miliardi (5,5%) in titoli emessi dalle imprese, tra 845 milioni in obbligazioni e 4,4 miliardi in azioni, e infine 3,3 miliardi (3,4%) in quote di fondi. I fondi pensione invece sono esposti all’economia italiana per 40,3 miliardi (26,8% del patrimonio complessivo) di cui 30,9 miliardi (20,6%) in titoli di Stato, 3,1 miliardi (2,1%) in investimenti immobiliari, 4,4 miliardi (3%) in titoli emessi dalle imprese tra 2,8 miliardi in obbligazioni e 1,6 miliardi in azioni, a cui si aggiungono 1,9 miliardi (1,3%) in quote di fondi.
Al netto degli investimenti immobiliari e dei titoli di Stato, questi ultimi depurati anche della componente sottostante i fondi aperti, e senza tener conto delle quote del capitale di Banca d’Italia sottoscritte dalle casse di previdenza per circa 1,2 miliardi e dai fondi pensione per circa 245 milioni, le risorse finanziarie destinate alle imprese italiane possono essere calcolate in 11,8 miliardi dai 9,8 miliardi nel 2018, così suddivisi: 6,6 miliardi (5,4 miliardi nel 2018) investiti dalle casse di previdenza e 5,2 miliardi (4,4 miliardi nel 2018) impiegati dai fondi pensione. Gli investimenti sono costituiti per circa 3,6 miliardi (3,3 miliardi nel 2018) da strumenti obbligazionari, per 4,5 miliardi (3,4 miliardi nel 2018) da strumenti azionari e per 3,7 miliardi (3,1 miliardi nel 2018) da investimenti effettuati tramite di comparti diversi dai fondi immobiliari. Se rapportato al totale delle passività finanziarie delle imprese italiane, il contributo fornito dal risparmio previdenziale resta modesto, circa lo 0,38%. (riproduzione riservata)

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