di Luca Gualtieri
Mediobanca dà luce verde alla lista presentata da Bluebell, giudicata regolare nonostante le riserve avanzate dalla Consob. Nel corso del fine settimana il fondo attivista presieduto dall’ex ceo di Bulgari Francesco Trapani è stato al centro di uno scambio di pareri tra la Commissione e Piazzetta Cuccia. Consob ha infatti sollevato una presunta irregolarità nella rosa di candidature presentata nelle scorse settimane da Bluebell per il rinnovo del cda di Mediobanca. Forse per una pura svista, il fondo non ha infatti previsto la presenza di un sindaco supplente, esponendosi così a possibili contestazioni da parte degli altri soci. Consob ha sottoposto il problema al vertice di Piazzetta Cuccia, fornendo così una possibile argomentazione per invalidare la lista di minoranza e impedire a Bluebell di correre per il rinnovo del cda. L’istituto però ha lasciato cadere le contestazioni, giudicando compatibile la lista sulla base di un articolato parere di otto pagine dello studio Marchetti. Sarebbe comunque una forzatura leggere nella decisione un’apertura verso il fondo attivista che nei mesi scorsi non ha risparmiato critiche alla governance e alla strategia di Mediobanca. Nel mirino c’era soprattutto quel 12,86% di Generali che, secondo Bluebell, assorbirebbe troppo patrimonio sbilanciando la capital structure di Mediobanca.

Ieri intanto scadeva il termine per il deposito delle azioni in vista dell’assemblea che il 28 ottobre sarà chiamata a eleggere il nuovo consiglio di amministrazione. In campo, oltre alla lista del board, che conferma il presidente Renato Pagliaro, il ceo Alberto Nagel e il dg Francesco Saverio Vinci, ci sono Assogestioni e per l’appunto Bluebell che si contenderanno i due posti riservati alle minoranze. L’ago della bilancia sarà la Delfin di Leonardo Del Vecchio che, con gli ultimi acquisti di inizio mese, è salita al 10,162% del capitale.

Non è peraltro escluso che negli ultimi giorni Mister Luxottica abbia ulteriormente arrotondato la quota portandola vicino al 14%, anche se per ora non ci sono conferme. Difficile è anche prevedere su quale lista potrà cadere la scelta di Del Vecchio. Le opzioni sul tavolo non sono molte. Se una preferenza a favore della lista del board appare improbabile, la holding (ben consigliata dall’avvocato Sergio Erede e dal top banker Vittorio Grilli) potrebbe astenersi dal voto per evidenziare la propria neutralità. In alternativa potrebbe appoggiare Assogestioni, con il possibile effetto di portare in maggioranza la lista presentata dal comitato dei gestori come accaduto negli anni scorsi nelle assemblee di Unicredit, Telecom e Ubi Banca. Assai più dirompente sarebbe però l’appoggio a Bluebell che, con l’appoggio di una parte dei fondi, potrebbe perfino sorpassare Assogestioni e conquistare le due poltrone riservate alle minoranze in cda. Questo terzo scenario appare però assai improbabile. Non solo perché nell’ultimo rinnovo a favore del comitato dei gestori si era espresso il 27% del capitale, ma anche perché l’appoggio di Delfin a Bluebell suonerebbe come una mossa ostile nei confronti del vertice della banca. Qualcosa insomma di molto lontano dai toni che Del Vecchio ha scelto di usare negli ultimi mesi. (riproduzione riservata)

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