di Luca Gualtieri
Leonardo Del Vecchio sceglie la strada della prudenza, mentre il mercato si conferma a favore dell’attuale vertice di Mediobanca. Sono questi i due segnali arrivati dall’assemblea che ha eletto il nuovo board di Piazzetta Cuccia, la prima con Delfin oltre il 10% del capitale. L’assise ha confermato gran parte del consiglio uscente, a partire da Renato Pagliato nel ruolo di presidente, Alberto Nagel come ceo e Francesco Saverio Vinci come direttore generale.

Come ventilato da MF-Milano Finanza ieri in edicola, Del Vecchio ha votato per la lista di Assogestioni che conferma in cda Angela Gamba e Alberto Lupoi nei due posti riservati alle minoranze. Una scelta in linea con i messaggi prudenti lanciati da Delfin negli ultimi mesi. La holding si è infatti presentata alla Bce e al mercato come un investitore finanziario che non prenderà iniziative ostili verso la banca e non assumerà un’influenza dominante sulla gestione.

La lista di Assogestioni ha così ottenuto il 29,2% dei voti (19,1% del capitale), una percentuale di poco superiore a quella registrata nell’ultimo rinnovo del cda. Guardando ai numeri non sembra quindi che il voto di Del Vecchio abbia cambiato gli equilibri in assemblea, anche se Assogestioni ha ottenuto il 54% dei voti dei presenti per il collegio sindacale. Segno che una parte cospicua di voti si è spostata dal comitato dei gestori alla lista presentata dal board uscente, che ha così incassato la maggioranza delle preferenze (67,6% dei voti, pari al 44,2% del capitale). Non c’è stato insomma quel sorpasso che qualcuno aveva ventilato nei giorni scorsi e che si sarebbe prestato a molte interpretazioni, compresa quella di un raffreddamento dei rapporti tra il mercato e la merchant bank.

Superato lo scoglio dell’assemblea ora si tratterà di capire come nel medio periodo evolverà la convivenza tra Del Vecchio e il vertice di Mediobanca. In Piazzetta Cuccia c’è chi confida nella costruzione di un rapporto positivo, anche alla luce del lavoro svolto in passato con Luxottica. Qualche timido segnale di tregua, del resto, è nell’aria. Delfin, per esempio, avrebbe informato la merchant dell’intenzione di sostenere Assogestioni e, al momento del voto sulle modifiche statutarie, sarebbe uscito dall’aula per non far mancare il quorum. Dettagli forse, ma per qualcuno indicativi di un clima oggi più favorevole a un avvicinamento. Non c’è dubbio però che la presenza di Mister Luxottica rappresenterà un pungolo costante per il top management. Tanto più che l’autorizzazione ottenuta in estate dalla Bce consentirebbe già oggi a Delfin di spingersi fino al 20%.

Non è invece riuscita a imporsi Bluebell, il fondo attivista presieduto dall’e ceo di Bulgari Francesco Trapani, che nei mesi scorsi ha attaccato la governance e la strategia di Mediobanca. Le preferenze raccolte dalla lista in assemblea si sono infatti fermate appena all’1,6%. «Chiaramente non siamo contenti ma l’assemblea è sovrana. Riteniamo però che il vero risultato di questa assemblea è che per la prima volta nella storia di Mediobanca il principale azionista non vota per il cda uscente e per l’amministratore delegato», ha spiegato Giuseppe Bivona, tra i fondatori di Bluebell.

Tornando all’assemblea, ampi consensi hanno ottenuto il bilancio 2019/2020 (99,2% di voti favorevoli) e le modifiche dello statuto (98,9%). (riproduzione riservata)
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