In attesa che il prossimo 27 ottobre Mediobanca alzi il velo sui conti del primo trimestre fiscale – alla vigilia dell’assemblea di bilancio che quest’anno prevede anche il rinnovo del cda e alcune modifiche statutarie di rilievo – Equita ha diffuso un report d’aggiornamento sull’istituto, confermando rating Buy e target price a 9 euro per azione.

Per quanto riguarda l’assise dei soci, la casa d’analisi ritiene che lo scenario migliore consista in un’affermazione quanto più netta possibile da parte dell’unica lista di maggioranza depositata, vale a dire quella presentata dal cda uscente. Quest’ultima, a favore della quale si sono espressi anche i proxy advisor Iss e Glass Lewis, è all’insegna della continuità e prevede l’avvicendamento di due soli nuovi consiglieri (Laura Cioli e Virginie Banet, che prenderanno il posto di Alberto Pecci e di Marie Bolloré), confermando il resto della squadra a partire dal presidente, Renato Pagliaro, e dall’ad Alberto Nagel. «I fatti parlano da soli: il management ha mostrato negli anni capacità e visione strategica – come dimostra l’andamento del titolo a piazza Affari – senza dimenticare la promessa di continuare a pagare ai soci dividendi che nel tempo non ha mai fatto mancare», ha spiegato a Milano Finanza l’analista Giovanni Razzoli. «La strategia implementata dai vertici ha fatto evolvere Mediobanca in una società finanziaria diversificata, la più profittevole tra le banche italiane, con una dividend policy basata su una generazione d’utili molto interessante. Si è anche mostrata estremamente resiliente, a dimostrazione che lo status quo» nella stanza dei bottoni «funziona. Riassumendo: squadra che vince non va mai cambiata». Un concetto ora forse condiviso anche da Leonardo Del Vecchio, il fondatore di Luxottica che nei mesi scorsi è entrato a sorpresa nel capitale dell’istituto, diventandone il primo socio con una quota del 10,16% e con licenza di salire fino al 19,99% grazie al via libera della Bce. Se inizialmente il mercato aveva letto la mossa dell’imprenditore di Agordo come ostile agli attuali vertici, a cui imputava supposte rendite di posizione (Compass e Generali) che avrebbero fatto sedere sugli allori questi ultimi riducendo gli appetiti per l’M&A, l’apertura da parte di Del Vecchio al nuovo piano strategico ha fatto in parte rientrare l’allarme.

Tornando all’assemblea, Equita ritiene che un’affermazione di larga misura della lista proposta dal cda riconoscerebbe la bontà della strategia enunciata nel progetto industriale e legata all’allocazione di capitale, alla politica di remunerazione dei soci e agli obiettivi di crescita anche per linee esterne a cui Nagel non ha mai fatto mistero di puntare. Quanto alle due liste di minoranza presentate, la preferenza della casa d’analisi va ad Assogestioni, a scapito dei nomi proposti dal fondo BlueBell.

Nel report viene poi ricordato come in caso di forte deterioramento del quadro macroeconomico, Mediobanca disponga di un’ulteriore freccia nella faretra: può fare cassa e recuperare capitale giocando il jolly della quota Generali (12,8%). La merchant potrebbe dunque alienare parte del principal investment, come del resto lo stesso Nagel ha ipotizzato diverse volte in passato, seppur a condizione di riuscire a individuare sul mercato un asset alternativo maturo e altrettanto remunerativo.

Sul fronte dei conti di periodo, la sim si attende all’ultima riga del conto economico un utile di 130 milioni di euro. «Considerando un costo del credito al consumo stagionalmente debole nel trimestre e destinato con ogni probabilità a migliorare nei prossimi mesi mano a mano che si affievolisce l’onda lunga del lockdown, confermiamo la stima di 641 milioni d’utile netto prevista sull’intero esercizio fiscale, livello che consentirebbe a piazzetta Cuccia di riconoscere senza problemi ai soci quei 54 centesimi per azione promessi, pari a un dividend yield dell’8%», ha concluso Razzoli. (riproduzione riservata)

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