di Paola Valentini
Il 31 ottobre si celebra la Giornata Mondiale del Risparmio, che come ogni anno è l’occasione per confermare quanto gli italiani siano un popolo di «formiche». Gli ultimi numeri lo confermano: a settembre la liquidità presente sui conti correnti ha aggiornato livelli record a 1.682 miliardi di euro, con un incremento dell’8% (dati Abi). La capacità di risparmio degli italiani è quindi superiore forse a quello che sarà il pil del 2020. Il rovescio della medaglia è che, a giudicare dal Global attractiveness index, gli italiani che usano strumenti finanziari sono pochi: su circa 25,5 milioni di famiglie,18,5 milioni non li usano, subendo pertanto gli effetti dell’inflazione. A pesare è una scarsa alfabetizzazione finanziaria, che spinge a tenere fermi miliardi di euro. La pandemia ha di fatto amplificato l’attitudine al risparmio, in parte perché durante il lockdown non è stato facile spendere e in pèarte per via dei timori di un futuro incerto. I dati della Banca centrale europea lo confermano: nel solo mese di marzo sono stati risparmiati 16,8 miliardi di euro rispetto a una media di 3,4 miliardi.secondo l’ultimo rapporto Censis-Assogestioni, inoltre, il 38,9% degli italiani ha incrementato i risparmi durante il lockdown. La seconda ondata della pandemia potrebbe confermare il ritorno di questa dinamica, anche se tecnologia e nuove forme di investimento tramite le piattaforme dei robot-advisory, potrebbero aiutare a canalizzare maggiormente il risparmio verso gli investimenti. (riproduzione riservata)

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