IL VOSTRO QUESITO

Nell’ottobre del 2018 abbiamo revocato un sub agente che collaborava con noi, come plurimandatario, dal 2009; la collaborazione era nata ancora nel 1985 e, alla cessazione dei mandati da parte di mio padre con il mio subentro, ho provveduto a rifare l’atto di nomina dove risulta normata anche una liquidazione di fine rapporto e non ci sono riferimenti a patto di non concorrenza.
La revoca è stata fatta per raccomandata, tornata poi al mittente con la motivazione di compiuta giacenza.
Il soggetto comunque era perfettamente a conoscenza della revoca anche per delle mail nelle quali chiedevamo la restituzione di alcuni documenti ed il saldo di un piccolo credito (né restituito né saldato).
Il portafoglio è stato tutto disdettato con raccomandate spesso a sua scrittura e non abbiamo posto ostacoli al trasferimento; ci siamo solo opposti a fornirgli l’elenco dei clienti e le copie delle polizze che ci ha richiesto tramite un altro sub agente – pure lei revocata – che doveva collaborare con lui.
Ora ci è giunta una richiesta legale di liquidazione sia per il periodo di gestione di mio padre (1985 -2009) che per il mio periodo (2009-2018);
Gradirei sapere se la loro pretesa è soggetta a prescrizione e se, potendo dimostrare che tutto il portafoglio è stato distratto, una liquidazione sarebbe ugualmente dovuta.

L’ESPERTO RISPONDE

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