di Anna Messia
Il fondo di private equity internazionale Cinven è stato protagonista dei principali riassetti assicurativi chiusi in Italia negli ultimi quattro anni, con ingenti investimenti che hanno ampiamente superato i 600 milioni, tanto da arrivare a gestire premi per oltre 2,6 miliardi con riserve complessive per oltre 18,9 miliardi e un utile 2019 di circa 37 milioni. Ma la corsa allo shopping non è certo finita, dice a MF-Milano Finanza, l’amministratore delegato di Eurovita, Erik Stattin, dove sono state fuse tutte le compagnie rilevate da Cinven dal 2016 a oggi, e le occasioni di crescita tramite acquisizioni non sembrano mancare.

Il target di riferimento resta in ramo vita e il fondo di private equity è pronto a investire su nuove operazioni straordinarie nel settore delle polizze. «Consideriamo l’Italia un Paese molto interessante visti gli alti margini di redditività, nonostante si tratti di un mercato maturo siamo pronti a cogliere occasioni di crescita che si dovessero presentare», spiega Stattin. Il focus sono anche gli accordi bancassicurativi mentre Eurovita ha scelto invece di uscire dal business degli agenti, che non avevano raggiunto dimensione adeguate a motivarne ulteriori investimenti. Nelle scorse settimane, come anticipato da MF-Milano Finanza, Eurovita è riuscita a chiudere un accordo distributivo decennale con Deutsche Bank, spuntandola su altri concorrenti quotati (tra cui Axa e Aviva, ndr) e affiancandosi a Zurich, partner storico della banca tedesca. Una partita che guardando i volumi assicurativi di Deutsche Bank oggi vale potenzialmente 1 miliardo di euro di premi. «E’ stata premiante la nostra indipendenza e l’offerta variegata dal nostro gruppo che ha polizze Vita adatte alle filiali bancarie ma anche proposte su misura per consulenti finanze e private banker grazie alle diverse anime che lo compongono», continua Stattin che ricorda le quattro operazioni di sviluppo realizzate dal fondo di private equity in Italia.

La prima, chiusa a giugno 2016 da Cinven, era stata l’acquisizione di Ergo Previdenza, ceduta dal gruppo Munich Re, con un investimento che, secondo voci di mercato, sarebbe ammontato a circa 340-350 milioni. Poi l’anno dopo è stata la volta di Old Mutual Wealth Management (la ex Skandia) specializzata in polizze Unit linked e in questo caso il valore dell’acquisizione è stato di 278 milioni. A distanza di pochi mesi si è poi aggiunta Eurovita e lo scorso anno c’è stato il closing con Pramerica Life, che ha apportato altre riserve per quasi 1,2 miliardi e una raccolta premi di 143 milioni al gruppo che nel frattempo era stato ribattezzato Eurovita. In pratica Cinven è oggi uno dei principali operatori che i consulenti chiamato al tavolo quando c’è da vendere qualche compagnia in Italia e, visto il momento difficile provocato dalla pandemia, è molto probabile che il riassetto delle polizze in Italia non siano finito con il fondo che resta alla finestra.

In ballo in queste settimane, secondo voci di mercato, ci sono per esempio portafogli di vecchie polizze Vita a rendimento garantito, da portare a scadenza, che sia Allianz (che sarebbe interessata a vendere 300-350 milioni) sia Aviva (la joint venture con Unicredit vale addirittura 3 milairdi) sarebbero pronte a cedere per aumentare il loro Solvency II. In questo caso, in verità, si tratterebbe di acquisizioni più adatte ad un intervento diretto di Cinven, visto che il fondo di private equity ha già chiuso altre operazioni simili in Europa (tecnicamente run off), mentre Eurovita si è invece sempre mostrata interessata alla nuova raccolta. «E in questa direzione rimaniamo attenti a cogliere eventuali occasioni utili ad una crescita profittevole», conclude Stattin. (riproduzione riservata)

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