di Teresa Campo
Doccia fredda sui mutui. La brusca impennata dei contagi ha subito spento la voglia degli italiani di indebitarsi per comprare casa. Le cifre parlano chiaro: dall’aumento del 33,8% delle richieste di mutui e surroghe registrato nel mese di agosto rispetto a un anno prima, si è passati al +13% di settembre dopodiché nell’arco di due settimane il trend ha invertito la rotta orientandosi verso una netta discesa. E’ quanto emerge dalle ultime rilevazioni del Barometro Crif che appunto nelle scorse due settimane ha registrato un’improvvisa interruzione della dinamica positiva in atto ormai da giugno, e questo in concomitanza con l’accelerazione dei nuovi casi di positività al Covid-19 in Italia. Nello specifico, nella settimana dal 28 settembre al 4 ottobre la crescita della domanda si è prima azzerata (0% di variazione rispetto allo stesso periodo del 2019), per poi passare a una flessione del 7,9% in quella tra il 5 e l’11 ottobre, primo e finora unico dato negativo dopo quattro mesi di crescita ininterrotta, a partire cioè dalla fine del lockdown e del progressivo calo dei contagi. Chiara dunque la correlazione tra i due fattori, anche se «per valutare meglio l’evoluzione della situazione dovremo aspettare i dati delle prossime settimane», avverte subito Crif. «E’ indubbio però che questi dati sono un campanello d’allarme che, se confermato, non dovrà essere trascurato».

In gioco la ripresa del settore del credito così come di quello immobiliare in atto ormai da giugno. Fino a ieri la dinamica delle richieste di mutui e surroghe da parte delle famiglie italiane (vere e proprie istruttorie formali presenti sul Sistema di informazioni creditizie gestito da Crif) sembrava essere ripartita in modo definitivo dopo la brusca interruzione causa lockdown, mentre ora si guarda al futuro con preoccupazione. In calo del resto, rileva il Barometro Crif, anche l’importo medio del finanziamento richiesto, sceso nell’ultimo mese a 131.786 euro (-1,1% rispetto al corrispondente periodo del 2019). Nello specifico, la classe di importo tra 100 mila e 150 mila euro copre il 30% del totale, mentre le richieste sotto i 75 mila euro, di solito riferite a surroghe e sostituzioni, non arrivano al 25%.

Per quanto riguarda infine i contratti di finanziamento che hanno beneficiato della moratoria varata dal Governo, ovvero la sospensione del pagamento delle rate, dall’analisi di Crif emerge che il 48,7% del totale è rappresentata da mutui immobiliari e tra questi il congelamento del rimborso riguarda in genere i più onerosi, con rata media di 665 euro e 120 mila euro di debito residuo. (riproduzione riservata)

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