Nonostante l’emergenza sanitaria, la raccolta netta totale delle principali banche reti in Italia è cresciuta nel primo semestre del 32% su base annua a 21,65 miliardi di euro. Quella netta gestita è migliorata del 40% a 8,371 miliardi. A tenere meglio è il modello digital rispetto a quelli advisor e commercial bank. D’altro canto il patrimonio complessivo è sceso dell’1,02%, con pochi operatori in territorio positivo. I numeri emergono da una ricerca di Excellence Consulting che prende in considerazione le principali reti di consulenti finanziari aderenti ad Assoreti: Allianz Bank, Azimut, Banca Generali, Bnl-Bnp Paribas Life Banker, Credem, Deutsche Bank, Fideuram, Fineco, Intesa Sanpaolo private banking, IwBank, Mediolanum, San Paolo Invest e Widiba.

A conseguire i risultati migliori nella raccolta netta totale sono stati Mediolanum (150,5%), Allianz Bank (49,3%), Fineco (41%), Fideuram (38,6%) e Bnl-Bnp Paribas Life Banker (14,9%), mentre fra i peggiori compare Deutsche Bank (-67,5%). Per quanto riguarda il patrimonio totale, cinque player mantengono il valore a fine dicembre 2019: Bnl-Bnp Paribas Life Banker (+5,4%), Fineco (+1,4%), Widiba (+0,6%), Banca Generali (+0,4%) e Mediolanum (+0,1%).

»La nostra ricerca», spiega Maurizio Primanni, a.d. di Excellence, «voleva verificare la reazioni delle reti all’emergenza Covid-19. Il modello gestionale e organizzativo delle reti si dimostra ancora una volta molto valido. Nei primi sei mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, oltre ad avere migliorato il dato di raccolta netta e gestita in modo significativo, l’analisi dei dati economici delle principali reti dimostra che sono anche riuscite a migliorare il battente dei ricavi di oltre il 3%. Lo stesso confronto, invece, per le banche commerciali quotate segna un riscontro diverso, con i ricavi che sono diminuiti di oltre il 5%. Che cosa fare? Oltre alla definizione sia di nuovi prodotti legati al cambiamento della domanda dei clienti, che è mutata in bisogni e richieste dopo l’avvento di Covid-19, sia di nuovi paradigmi gestionali e organizzativi, il fatto che il modello digitale-centrico tenga meglio degli altri indica che l’opzione digitale per il futuro rappresenterà sempre più spesso la stella polare da seguire».

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