Tra i 31 Paesi più sviluppati, l’Italia è penultima nella classifica della “resilienza macroeconomica”, cioè per la capacità di reagire a eventi improvvisi come shock economici o disastri naturali.

Lo rivela uno studio Swiss Re, in collaborazione con la London School of Economics.

Alcune condizioni strutturali deboli rendono la situazione del Paese assai fragile e, se si esclude la Grecia, peggiore tra i 31 Paesi analizzati. In particolare, dall’analisi della compagnia di riassicurazione svizzera, emergono quali fattori di rigidità gli stretti margini di bilancio, l’impossibilità di attuare efficace politiche fiscali, l’elevato debito pubblico,
l’invecchiamento demografico, la carenza di adeguamento infrastrutturale e
uno scenario politico instabile.

Particolarmente fragili i settori della previdenza e sanità integrativa, del welfare e dei danni da catastrofi naturali, dove il ricorso allo strumento assicurativo potrebbe irrobustire la
capacità dell’Italia di rispondere agli shock. Negli ultimi 10 anni è aumentata annualmente del 10% il ricorso a fondi pensione assicurativi, alleggerendo così la spesa previdenziale tradizionale. Inoltre, da inizio 2018 e grazie a politiche di incentivi fiscali, c’è stata una crescita del 7% delle polizze contro i danni da catastrofi naturali.

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