Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Ritorno al passato per i Pir. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza il ministero dello Sviluppo Economico e quello dell’Economia sarebbero al lavoro sulla modifica alla disciplina dei Piani individuali di risparmio che, nella sua ultima versione, con il vincolo a investire il 3,5% nelle pmi quotate all’Aim e la stessa quota in venture capital, si è rivelata un flop. Il mercato, infatti, da quando sono stati introdotti i paletti si è praticamente bloccato e per la fine dell’anno Equita prevede deflussi per 700 milioni. Per questo il governo avrebbe finalmente rotto gli indugi, anche sulla spinta del caso Bio-On  e si appresterebbe a inserire le modifiche ai Pir nel disegno di legge di Bilancio o nel collegato fiscale, con uno o più emendamenti.
Torna l’ottimismo tra gli italiani, almeno per quanto riguardo la propria situazione personale e il merito sembra essere del reddito di cittadinanza e soprattutto di quota 100. Il dato emerge dai risultati dell’indagine Ipsos presentata ieri, come di consueto, alla vigilia della Giornata Mondiale del Risparmio, giunta alla 95ª edizione, che si terrà oggi alla presenza del presidente Acri, Francesco Profumo, del presidente Abi, Antonio Patuelli, del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco e del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.
Confusi di fronte allo scenario economico, ma fermi nella scelta di far parte dell’Unione europea e, seppure con un filo di convinzione in meno, della moneta unica; avviati alla normalità economica e con tasso di risparmio in ripresa (42%), con la liquidità privilegiata rispetto agli investimenti; infine, sensibili all’effetto-Greta sui temi dell’ambiente e dell’emergenza climatica, ma sostanzialmente disinformati sugli obiettivi dello sviluppo sostenibile. Così sono gli italiani di fronte alle problematiche del risparmio, inquadrati dalla ricerca di Acri e Ipsos, resa nota alla vigilia della 95ª Giornata mondiale del Risparmio.

Integralmente tassata in busta paga l’auto in uso promiscuo ai dipendenti: in luogo dell’attuale 30% su una percorrenza convenzionale di 15 mila chilometri, concorrerà ad Irpef l’intera quota calcolata sulla medesima percorrenza. Torna la rivalutazione dei terreni e delle partecipazioni e dei beni di impresa. Sale l’aliquota dell’imposta sulle cessioni immobiliari derogatoria al regime ordinario. Sono queste alcune delle disposizioni di natura fiscale contenute nel ddl di bilancio per il 2020 che riguardano trasversalmente diverse categorie di reddito.
Fringe benefit ed auto aziendali. La novità di maggiore spessore appare quella contenuta nell’articolo 73 della bozza di articolato e che prevede, come accennato, una modifica alle disposizioni di cui all’articolo 51 del Tuir in materia di redditi di lavoro dipendente e assimilato a questo.
Esteso all’anno 2019 il prepensionamento con «opzione donna». Potranno incrociare le braccia le lavoratrici, dei settori pubblico e privato, dipendenti o autonome, che entro il 31 dicembre 2019 compiranno 58 anni (59 anni se autonome) in presenza di almeno 35 anni di contributi, ricevendo la pensione calcolata con il sistema contributivo dopo una «finestra» di 12/18 mesi. La novità è prevista dalla bozza di ddl bilancio 2020 che, inoltre, proroga di un anno l’Ape sociale.
Un anno ancora di operatività all’incentivo dell’esonero contributivo dei giovani agricoltori. Chi si iscriverà per la prima volta alla previdenza agricola nel corso del prossimo anno, avendo meno di 40 anni, potrà usufruire dell’esonero contributivo per due anni (tre anni, quest’anno). A stabilirlo è l’art. 57 della bozza di ddl bilancio 2020.
Esonero biennale. L’incentivo si rivolge ai giovani lavoratori che intraprendano una nuova attività agricola tra il 1° gennaio 2020 e 31 dicembre 2020. Nello specifico è riconosciuto a coltivatori diretti (Cd) e imprenditori agricoli professionali (Iap) che non abbiano compiuto 40 anni d’età al momento di iniziare la nuova attività agricola.

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  • Superbonus per chi usa il bancomat Tasse triplicate sulle auto aziendali
«Stimiamo che verranno rimborsati 100-200 euro a consumatore ». Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, da Porta a Porta , fornisce le prime cifre del mega esperimento cashback (restituzione di una parte dell’importo di un acquisto) per favorire i pagamenti elettronici. Il piano, contenuto nella legge di Bilancio oggetto ieri di un ultimo vertice a palazzo Chigi, prevede l’introduzione di un superbonus da riconoscersi a partire dall’inizio del 2021 in base alle spese con strumenti di pagamento tracciabili (carte di credito, bonifici bancari, bancomat). Ma tra le pieghe della Finanziaria spuntano qua e là altri aggravi di tasse: una vera e propria stangata arriva sulle auto aziendali, una forma di fringe benefit che usano molte aziende per manager ma anche per funzionari e dipendenti. Oggi infatti per molte aziende l’auto viene concessa come integrazione dello stipendio: i dipendenti devono naturalmente pagarci le tasse che oggi riguardano un imponibile che vale il 30 per cento di un chilometraggio annuale Aci, con le nuove norme pagheranno il 100 per cento. La manovra è ormai ad un passo dal traguardo parlamentare: dovrebbe arrivare la prossima settimana al Senato.
  • Incendi in California Scatta l’allarme rosso per 26 milioni di abitanti
La California brucia dalla Silicon Valley a Los Angeles, dove oltre 7 mila case sono state evacuate. Le autorità hanno emanato l’allerta rossa estrema, la più alta mai lanciata e che interessa circa 26 milioni di persone. I venti sopra i 130 chilometri orari alimentano le fiamme (che hanno circondato anche la biblioteca dell’ex presidente Reagan, nella prima foto a sinistra) costringendo tutti a indossare maschere per respirare. Tre i fronti di fuoco: il più pericoloso, Getty Fire, domato solo per il 27%; Easy Fire scoppiato nella Simi Valley; Kincade Fire che sta devastando Sonoma Valley, patria del vino californiano.

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  • I dipendenti pagheranno il triplo di tasse sui veicoli
Una stangata da 513 milioni su due milioni di lavoratori dipendenti, ma anche un colpo durissimo all’intero settore auto. La manovra 2020 triplica le tasse a carico dei lavoratori sulle auto aziendali. A prescindere dal loro impatto inquinante, anche se la misura doveva servire a «promuovere la sostenibilità dell’ambiente». Oggi le auto aziendali concorrono a formare il reddito dei dipendenti per il 30% del costo convenzionale del noleggio. La nuova norma prevede che pesino per il 100% del valore. Un dipendente con 40 mila euro di reddito, pagherebbe su una Punto 1.4 oltre 2 mila euro di tasse in più l’anno. Sale l’imponibile Irpef e anche le aziende pagherebbero più contributi. La batosta colpirà anche le auto ibride ed elettriche perché la norma, pur essendo “ecologica” alla fine non fa alcuna distinzione. E rischia di pesare sull’intero mercato dell’auto tenuto a galla dalle auto aziendali, il 40% delle nuove immatricolazioni.
  • Stop detrazioni sui redditi alti, incluse spese sanitarie
La manovra 2020 conferma il taglio delle detrazioni fiscali al 19% per i redditi alti. La riduzione sarà progressiva a partire dai 120 mila euro di reddito annuo, e le detrazioni si annulleranno oltre i 240 mila euro di reddito. La sforbiciata riguarda anche le detrazioni sulle spese sanitarie, che in un primo momento sembravano escluse, fatta eccezione per chi ha patologie gravi. Dal 2020, inoltre, tutte le spese che danno luogo a detrazioni fiscali (tranne quelle in farmacia) dovranno essere effettuate con mezzi di pagamento tracciabili, come bonifici, bancomat, carte di credito. Dal taglio restano escluse solo le detrazioni sugli interessi per il mutuo prima casa. La manovra colpirà dunque le attuali detrazioni sui premi pagati per l’assicurazione sulla vita, sulle spese per l’istruzione scolastica e universitaria dei figli, ma anche quelle per il veterinario. Restano intatte le altre detrazioni con aliquota diversa dal 19%, come quelle sulle ristrutturazioni edilizie.
  • Gli italiani e l’incertezza, il 63% punta su conti e depositi
Il contesto economico appare a molti cittadini poco decifrabile, tanto che resta elevata la sensazione di una crisi lungi dall’essere stata superata (il 39% è pessimista sui prossimi tre anni). A fornire un’istantanea sulla percezione dell’economia e della propria situazione personale è la nuova edizione dell’indagine Acri-Ipsos, realizzata in occasione della 95° Giornata del Risparmio, prevista oggi a Roma. Dalla ricerca emerge, per esempio, che crescono nel 2019 le famiglie (sono il 42% del totale) in grado di risparmiare. Sul versante dei consumi l’analisi rileva un progressivo recupero. La tendenza è trainata in particolare da telefonia, elettronica, spese per auto, prodotti alimentari e per la casa. Il dato di fondo è che il 55% degli intervistati vive il risparmio con tranquillità (in crescita del 7% sul 2018), senza dover affrontare particolari rinunce. La riflessione degli italiani sulla propria situazione personale mostra una tendenza contrassegnata da una maggiore soddisfazione: il 59% è appagato della propria condizione economica (+4% rispetto al 2018). La ricerca statistica fornisce una serie di indicazioni sulla relazione tra risparmio e investimento. I dati confermano che gli italiani continuano nel 63% dei casi a prediligere i risparmi sotto forma di liquidità, sia per indole, sia per poter fronteggiare situazioni impreviste. L’elemento di novità risiede nel desiderio di incidere, attraverso la gestione dei propri risparmi, positivamente sulla società e sull’ambiente. Rispetto ad un anno fa cresce il numero di coloro che faticano a trovare l’investimento ideale, non a caso il 35% considera ideale non investire, tenendosi i soldi o spendendoli.

  • Gli italiani risparmiano di più ma investono sempre meno
La maggioranza degli italiani percepisce come migliorata o quantomeno soddisfacente la propria situazione personale (59%), aumenta la percentuale di coloro che riescono a risparmiare (42%) e a fare fronte a spese impreviste, anche di 10 mila euro (il 39%, il 79% fino a mille euro). Ma di pari passo cresce la diffidenza verso le forme di investimento e una quota crescente, pari al 63%, preferisce la liquidità perchè ritiene che il risparmio non sia sufficientemente tutelato dalle istituzioni deputate a farlo. È il quadro che emerge dalla 19a indagine sul risparmio, dal titolo «Risparmio è sostenibilità» commissionata a Ipsos da Acri, l’associazione delle fondazioni di origine bancaria presieduta da Francesco Profumo, in vista della 95a Giornata mondiale del risparmio che sarà celebrata oggi a Roma alla presenza del ministro per l’Economia, Roberto Gualtieri, e il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.
  • Stangata sulle auto aziendali: per gli utenti costi triplicati
Nella bozza della legge di Bilancio spunta una stangata sulle auto aziendali: il reddito in natura imputato ai dipendenti (fringe benefit) per la possibilità di utilizzarle anche nel tempo libero (il cosiddetto uso promiscuo) viene triplicato. Stesso aumento per la trattenuta sullo stipendio di chi non ha reddito in natura perché “restituisce” al datore di lavoro la quota corrispondente all’uso privato. La prima versione del testo del disegno di legge di Bilancio che sta circolando tocca anche l’articolo 51 del Tuir. La norma, per com’è oggi in vigore, stabilisce che per le autovetture, gli autoveicoli per trasporto promiscuo (persone e cose) gli autocaravan, i motocicli e i ciclomotori, concessi «in uso promiscuo» ai dipendenti o agli amministratori, il valore del compenso in natura (per la parte dell’uso personale) da assoggettare, in capo agli utilizzatori, a tassazione (Irpef e addizionali) anche ai fini previdenziali, è pari al 30% «dell’importo corrispondente ad una percorrenza convenzionale di 15 mila chilometri calcolato sulla base del costo chilometrico di esercizio desumibile dalle tabelle nazionali» Aci, «al netto degli ammontari eventualmente trattenuti al dipendente» (al lordo dell’Iva della fattura che va pagata nell’anno). La stretta che si sta preparando prevede l’eliminazione della percentuale del 30%. Dunque, i 15.000 chilometri di «percorrenza convenzionale» annuale verrebbero tassati tutti, mentre finora si è pagato solo su 4.500 chilometri.

  • Le deviazioni preoccupanti dei contratti di assicurazione funeraria
All’inizio era un contratto come qualsiasi altro, poche pagine, circa dieci condizioni.  L’obiettivo è quello di prepararsi in anticipo per il funerale in modo da non diventare un peso per la sua famiglia dopo la morte. Ma per alcuni sottoscrittori, spesso molto vecchi, il contratto di assicurazione funeraria può trasformarsi rapidamente in un incubo. “Ci sono abusi reali e persino pratiche che potrebbero essere chiamate truffe”, dice un esperto del caso. Consapevoli del problema, le autorità seguono da vicino la cosa. Nelle ultime settimane l’Autorité de contrôle prudentiel et de résolution (ACPR), ha condotto indagini presso diversi professionisti del settore assicurativo. Una quindicina di broker e gestori di pompe i funerali sono stati ispezionati. Secondo la Federazione francese delle assicurazioni (FFA), più di 4 milioni di “anziani” hanno sottoscritto tali prodotti. L’esposizione totale rappresenta circa 1,5 miliardi di euro. I punti critici riguardano diversi punti, quali la frequenza e la durata dei contributi. Alcuni assicurati acquistano polizze per diversi anni senza sapere che devono giungere alla conclusione della polizza per ricevere il capitale. Altri assicurati firmano contratti in cui il valore del capitale al momento della sottoscrizione non sarà nemmeno sufficiente a coprire il costo del funerale. In questi casi, spetta alle famiglie del defunto pagare la differenza. A volte raggiunge diverse centinaia o addirittura migliaia di euro.