Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Poste Italiane spinge sui servizi dedicati ai comuni con meno di 5 mila abitanti e nel nuovo contratto di programma 2020-2024 si impegna a lavorare con la pubblica amministrazione per fornire ai cittadini pratiche amministrative come carte d’identità o passaporti e favorire la digitalizzazione del Paese. Sul primo punto ieri il gruppo guidato da Matteo Del Fante ha riunito a Roma i sindaci dei piccoli Comuni d’Italia, alla presenza del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di ministri e istituzioni, e ha annunciato l’introduzione di nuovi servizi dedicati alle realtà locali con meno di 5.000 abitanti rinnovando l’impegno a distanza di un anno dal primo incontro. Del Fante ha illustrato gli obiettivi del nuovo piano per i piccoli comuni, che comprende: l’avvio di programmi di educazione finanziaria e digitale; pos gratuiti ai comuni per i servizi di pagamento digitale; l’uso di mezzi green per il recapito della posta ma anche l’installazione di locker nei Comuni privi di ufficio postale, per semplificare le operazioni di consegna dei pacchi e il pagamento dei bollettini. Novità contenute nel nuovo contratto di programma 2020-2024 pre-notificato alla Commissione europea e ora al voto delle commissioni parlamentari.
Nuovo allarme di pirateria digitale in casa Unicredit . A due anni di distanza da un’altra intrusione informatica in Italia, ieri la banca guidata dall’ad Jean Pierre Mustier ha reso noto che il team di sicurezza informatica ha identificato un nuovo caso di accesso non autorizzato a dati, stavolta relativo a un file generato nel 2015. Dall’istituto informano però subito che la situazione non solo è sotto controllo, ma anche senza conseguenze. È vero che all’interno del file erano contenuti 3 milioni di record con nomi, città, numeri di telefono ed e-mail di clienti italiani, ma assolutamente nessun dato sensibile. «Non sono infatti stati compromessi altri dati personali», sottolinea una nota della banca, «né coordinate bancarie in grado di consentire l’accesso ai conti dei clienti o l’effettuazione di transazioni non autorizzate». Non solo: l’episodio risale al 2015 ed è emerso solo adesso grazie proprio agli ingenti investimenti in sicurezza informatica effettuati dal gruppo e che hanno appunto permesso di individuare anche episodi pregressi.
Il messaggio che Leonardo  Del Vecchio ha mandato al vertice di Mediobanca  nel giorno dell’assemblea ha il sapore di una tregua armata. Dopo aver rastrellato e depositato il 7,52% del capitale, ieri Delfin è intervenuta alla prima assise della merchant pur senza scoprire le carte sulla strategia. L’amministratore delegato della holding, Romolo Bardin (che è anche consigliere di Generali ), si è infatti limitato a votare i diversi punti all’ordine del giorno (bilancio 2018-2019, politiche di incentivazione del personale e aggiornamento del piano di performance shares), rifiutandosi di rilasciare dichiarazioni. Ai presenti però non è sfuggito che Delfin si è astenuta su un tema delicato: un’azione di responsabilità contro il cda di Mediobanca  proposta da un piccolo azionista sulla vicenda Ieo, iniziativa bocciata dall’87,6% del capitale presente. L’Istituto oncologico europeo fondato da Umberto Veronesi è stato del resto un argomento molto discusso in assemblea.

Estensione dei poteri di controllo per la guardia di finanza, adeguata verifica richiesta a tutti gli operatori nell’ambito delle monete virtuali e ad altri operatori, registro dei titolari effettivi a pubblico accesso, monitoraggio sui propri iscritti per gli Organismi di autoregolamentazione. Sono alcune delle novità apportate dal dlgs n.125 del 4/10/2019 pubblicato sulla G.U. n. 252 del 26 ottobre, in vigore dal 10 novembre prossimo.
Con la Psd2 (acronimo di Payment services directive 2) maggiore protezione dei clienti nei servizi di pagamento online e per l’accesso all’internet banking. La maggiore sicurezza si fonda su tre pilastri. Conoscenza (qualcosa che l’utente conosce, password o Pin), possesso (qualcosa che solo l’utente possiede, ad esempio uno smartphone o una chiavetta/token) e inerenza (qualcosa che contraddistingue l’utente, ad esempio la sua impronta digitale o altri dati biometrici). È nella guida congiunta dell’Abi e di diciassette associazioni dei consumatori, diffusa nei giorni scorsi, che si fa il punto legato ai nuovi adempimenti introdotti alla nuova direttiva europea sui servizi di pagamento (c.d. Psd2).
Vincent Bolloré ha iniziato a ridurre il suo peso in Piazzetta Cuccia, monetizzando parte dello storico investimento in carico a 9,30 euro ad azione. Dalla lettura del libro soci fatta all’inizio dell’assemblea è emerso che il finanziere bretone ha abbassato dal 7,85 al 6,73% la quota detenuta attraverso Financière de l’Odet. Sul mercato è finito un pacchetto di 13,23 milioni di titoli, l’1,12% del capitale. Il suo parziale disimpegno fa da contraltare alla progressiva crescita di Leonardo Del Vecchio, che, dopo avere comprato una quota del 6,94%, è salito al 7,52% depositato per l’assemblea, diventando il secondo azionista alle spalle di Unicredit (8,81% confermato). I molti interventi dei piccoli soci si sono per lo più allineati a quanto espresso nei giorni scorsi da diversi azionisti rilevanti e dai fondi d’investimento, esprimendo apprezzamento per il modo con cui la banca è stata gestita dall’a.d. Alberto Nagel. Una linea che era stata messa in discussione nelle scorse settimane proprio da Del Vecchio, secondo il quale il top management si è «seduto sugli allori», potendo contare sul flusso costante di cedole proveniente dalla partecipata Generali e sugli utili della controllata Compass. Rendite di posizione che avrebbero finito per rendere più «guardinga» Mediobanca, portando a trascurare il dna di banca d’affari. Di contro, sul conto economico di Piazzetta Cuccia il peso del Leone è andato scemando: «Dal 2005 a oggi il gruppo è cresciuto così tanto nelle altre componenti che la quota Generali è andata via via diluendosi. La nostra dipendenza (dalla compagnia triestina, ndr) è venuta molto meno rispetto al passato, con i ricavi scesi in oltre un decennio dal 25% a circa la metà, il 12%».
  • Fondazione Umana Mente al fianco del portale Fbo
Un sito per entrare a contatto con il mondo legato all’alimentazione, alla qualità della vita e agli stili di vita in oncologia. La Fondazione Tera ha presentato ieri a Milano nell’ambito di Golosaria il suo portale web Fbo (www.foodbankoncology.org), supportato dalla Fondazione Allianz Umana Mente, dedicato all’alimentazione del malato oncologico: ricerca, informazioni mirate, concetti e percorsi, suggerimenti, schede alimentari e ricette, raccomandazioni internazionali dal mondo scientifico, tutto al servizio del paziente, degli operatori sanitari e delle aziende. Grazie al supporto della Fondazione Allianz Umana Mente è stato attivato un network di chef che hanno aderito all’iniziativa, donando una loro ricetta seguendo le indicazioni nutrizionali di Fbo e utilizzando le materie prime che la piattaforma presenta.

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  • Unicredit sotto attacco hacker Violati i dati di 3 milioni di clienti
Un lungo elenco, tre milioni di persone identificate con nomi, città, numeri di telefono e riferimenti mail. E una cosa in comune: essere clienti italiani di Unicredit. L’ennesima violazione risale a qualche anno fa — i dati sono stati scaricati dal database della banca nell’ottobre del 2015 — ma solo ora (i primi segnali ci sono stati lo scorso giovedì sera) l’istituto ha circoscritto il fenomeno, procedendo alle denunce del caso, polizia compresa, e dando il via a un’indagine interna.  I conti comunque dovrebbero essere al sicuro: i dati trafugati non sono in grado di far risalire al conto corrente, né consentire di entrare nell’home banking. E, comunque, sembra che il team antifrodi non abbia segnalato nessuna attività anomala, anche in riferimento ai nominativi trafugati.
  • Un click sbagliato dietro ogni incursione
Più è grossa e complessa l’azienda, maggiori sono le possibilità che una finestra venga lasciata aperta accidentalmente. Basta l’errore di un impiegato: scarica il documento sbagliato o clicca su un link in una mail che non avrebbe dovuto aprire e il danno è fatto. «Impossibile che non si verifichino incidenti se la società ha tali dimensioni e rilevanza, bisogna però saper limitare i danni», conferma Alessio Pennasilico, membro del comitato direttivo del Clusit, Associazione italiana per la sicurezza informatica. Stando al Clusit, sono stati 757 gli attacchi gravi registrati a livello globale, per una media mensile pari a 126, in crescita dell’1,3% rispetto al primo semestre 2018. Le banche, con il 7%, sono la quarta categoria per numero di minacce subite dopo i servizi online e cloud, le strutture governative, militari e dell’intelligence e dopo la sanità, che negli ultimi due anni è diventata uno degli obiettivi preferiti. In Germania si calcola che l’industria ha subito cyber attacchi e furti di dati con danni di 43 miliardi di euro. Nel nostro Paese, dove una stima precisa non è mai stata fatta, le cifre sono probabilmente più basse. Ma di poco.
  • Battaglia a Mediobanca Del Vecchio sale al 7,5% Ma Nagel ha i conti dalla sua
La battaglia per il potere in Mediobanca, tra il nuovo socio forte Leonardo Del Vecchio e il management, per ora si avvolge sotto una coltre di fumo. I vertici guidati da Alberto Nagel si mordono la lingua e illustrano dati e prospettive in netta controtendenza rispetto agli affanni bancari tricolori; così incassano l’assenso quasi unanime dei soci in assemblea, ai conti 2018-2019 con 860 milioni di utili (e 0,47 euro di cedola) e alla remunerazione di vertice. La strategia di Del Vecchio, sotto coperta, sembra procedere verso la richiesta alla vigilanza creditizia di superare il 10% del capitale: poiché l’iter Bce dura almeno sei mesi, si presume che possa esser presentata entro fine anno, in tempo per l’assemblea di ottobre 2020 in cui si rinnova il cda. Per quella data l’azionariato Mediobanca potrebbe avere diversi rivolgimenti: ieri si è visto che il disimpegno atteso di Vincent Bolloré è cominciato: complice il rialzo dell’azione in Borsa il finanziere bretone storico “secondo pilastro” nel patto Mediobanca ha ceduto un 1% e depositato il 6,73% in assemblea.

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  • Poste: educazione finanziaria per 4 mila comuni
La convocazione di oltre 4 mila sindaci è l’occasione per celebrare il secondo incontro dedicato da Poste ai piccoli comuni italiani. «Avevamo promesso che non avremmo chiuso nessun ufficio postale in tutti i piccoli Comuni. Ebbene: nessun ufficio postale è stato chiuso», ricorda l’amministratore delegato di Poste, indicando la principale delle promesse annunciate nel 2018 ai comuni con meno di 5 mila abitanti. Nel nuovo piano di Poste, illustrato ieri, davanti ai sindaci e alla presenza massiccia del governo con il premier Giuseppe Conte e i ministri Roberto Gualtieri, Dario Franceschini, Nunzia Catalfo, Paola Pisano, Francesco Boccia e Giuseppe Provenzano, figura l’elenco dei nuovi impegni con il territorio e con le istituzioni locali. A partire, per esempio, dall’introduzione di automezzi green, dal pos in comodato gratuito agli sportelli dei comuni, dai servizi di tesoreria e di telesorveglianza. Nel progetto sono previsti inoltre i programmi di educazione finanziaria e digitale.
  • Del Vecchio si rafforza in Mediobanca
Leonardo Del Vecchio continua la scalata a Mediobanca. Adesso è il secondo azionista di Piazzetta Cuccia con il 7,52%, subito dopo Unicredit che ha l’8,8%. Il patron di Essilor-Luxottica ha incrementato la quota rispetto a settembre, quando dichiarò a sorpresa di avere preso il 6,94%, con un investimento di circa 600 milioni. Scende invece il francese Vincent Bolloré, a 6,73% dalla storica quota del 7,85% che era vincolata nel patto di sindacato, sciolto a fine 2018 e sostituito da un patto di consultazione nel quale il finanziere bretone non è entrato. È la nuova mappa dell’azionariato che emerge dall’assemblea dei soci di ieri che ha approvato il bilancio 2018-2019 chiuso con 823 milioni di euro. Le altre partecipazioni rilevanti si confermano stabili con BlackRock al 4,98% e Mediolanum al 3,28%). Nagel ha rivendicato i buoni risultati dei tre anni appena conclusi. E ha escluso nuovamente, in tandem con il presidente Renato Pagliaro, che Mediobanca possa vendere parte del suo 13% in Generali — che molti osservatori ritengono sia il vero obiettivo di Del Vecchio, più che lo Ieo. «Generali dà un rendimento del 15%, vendere la quota ha senso se abbiamo bisogno di capitale o per reinvestire in un’attività che rende altrettanto». Certamente fusioni e acquisizioni non sono escluse ma «devono essere una opportunità, non una necessità». Non è neanche un tema di bilancio, ha sottolineato Nagel in risposta indiretta a Del Vecchio che nei giorni scorsi aveva posto l’accento sul peso dei proventi di Generali negli utili di Mediobanca.

  • Pace contributiva e riscatti laurea battono Quota 100
Se “quota 100” non ha fatto breccia nel cuore dei pensionandi, visto che le adesioni sono per oltre un terzo al di sotto delle attese governative, altrettanto non può dirsi per la pace contributiva. A metà ottobre le domande di riscatto di periodi non coperti da versamenti sono state poco più di 3.500, un dato in linea con le stime annue della relazione tecnica al decreto 4/2019. La maggioranza delle domande viene dal settore privato e solo 437 da iscritti alla gestione pubblica. Brillante anche il debutto del riscatto laurea agevolato, con oltre 25mila domande (20.890 da lavoratori del settore privato), tremila in più dei riscatti laurea per via ordinaria. Nel loro insieme pace contributiva e riscatti laurea agevolati hanno superato un sette mesi le 28mila domande.
  • Mediobanca, Delfin sale al 7,5% Nagel: «Non cediamo Generali»
Del Vecchio sale al 7,52% e diventa il secondo azionista di Mediobanca, scalzando Vincent Bolloré, nel frattempo sceso dal 7,9% al 6,73%. Delfin all’assemblea di bilancio di ieri era rappresentata dal suo ad Romolo Bardin, che però non ha fatto interventi, né ha rilasciato dichiarazioni. Unico segnale di presa di distanza è stata l’astensione sulla proposta di azione di responsabilità per il caso dell’Istituto europeo di oncologia, messa ai voti su richiesta di un piccolo azionista (Marco Bava). Rispetto al 65,2% del capitale presente, sul punto – che non era all’ordine del giorno – oltre a Delfin si è astenuto anche qualche fondo, per una percentuale complessiva del 12,3% dei presenti. A conferma che la frattura dei rapporti consumatasi sulla vicenda – che ha visto Del Vecchio e UniCredit, da una parte, e Mediobanca e gli altri soci dello Ieo dall’altra – non è ancora ricomposta.
  • UniCredit, hacker contro 3 milioni di clienti
Ancora una volta UniCredit finisce nel mirino degli hacker. Un file contenente i contatti di tre milioni di clienti (con nome, cognome, città, numero di telefono ed email) è finito nelle mani di uno o più soggetti non autorizzati. A rivelarlo ieri è stata la stessa banca italiana. Il team di sicurezza informatica dell’istituto di piazza Gae Aulenti ha identificato infatti un caso di accesso non autorizzato ai dati relativo a un file generato nel 2015. La scoperta risale a venerdì scorso e, a quanto riportato ieri dall’Ansa da fonti investigative, gli hacker avrebbero poi spostato i dati trafugati sul darkweb, anche se fonti vicine alla banca negano questa possibilità. Il mega-file con i dati dei tre milioni di clienti italiani (circa un terzo dei 9 milioni totali del perimetro italiano) non contiene altri dati personali, né coordinate bancarie in grado di consentire l’accesso ai conti dei clienti o l’effettuazione di transazioni non autorizzate.
  • Dati genetici, tra privacy e ricerca vince la condivisione
Di chi è il Dna? Viene da chiederselo, mentre la scienza avanza. Oltre alla terapia genica si avvicina la “sostituzione” di tratti di materiale genetico alterati con altri corretti grazie al “taglia e cuci” della Crispr, ma c’è il rischio di anteporre l’ansia dei risultati clinici al rispetto della privacy e della stessa persona che mette a disposizione il proprio genoma per la ricerca. Attenzione però: il futuro sarà definito non solo dai ricercatori, ma anche dalle persone che si trovano ad affrontare patologie genetiche, ancor più se rare. È il messaggio che viene dalla Convention scientifica di Telethon in corso a Riva del Garda, che prevede tra gli appuntamenti una tavola rotonda che mette a confronto le preoccupazioni e gli stimoli dei malati con l’interesse degli scienziati.
  • Pacemaker e hackeraggi, il rischio corre wireless
Per i ptatori di dispositivi medici, come pacemaker o defibrillatori, privacy e funzionamento sono sotto controllo. In senso positivo ovviamente. Al momento non ci sono stati ancora segnali di possibili “hackeraggi” in questo senso. Ma l’attenzione sul tema è elevatissima, dopo che il Journal of the American College of Cardiology, in un suo documento, ha segnalato il rischio di attacchi informatici alle reti e, potenzialmente, anche ai device che controllano il ritmo del cuore. Secondo gli esperti Usa è fondamentale monitorare la situazione, visto il costante incremento di dispositivi impiantati e di sofwtare dedicati. Particolare attenzione va prestata ai collegamenti wireless, potenzialmente “infilitrabili” da hacker.