Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Yolo, gruppo italiano di servizi e d’intermediazione assicurativa digitale nato nel 2017, è pronto a lanciare un nuovo aumento di capitale fino a 20 milioni per spingere lo sviluppo in Italia e all’estero, a cominciare dalla Spagna, dove la società conta di operare entro l’anno. Nell’azionariato di Yolo, acronimo di You only live once (si vive una volta sola), spuntano già azionisti di primo piano: ai due co-fondatori, Gianluca De Cobelli e Simone Ranucci Brandimarte (che insieme detengono circa il 35%) si sono aggiunti Intesa Sanpaolo  (tramite il fondo Neva Finventures, che detiene il 20%), Barcampers Ventures (17%), Mansutti (circa il 16%), Net Insurance  (9,3%) e Miro Ventures (2,8%). Anche questo nuovo round, che si aggiunge ai precedenti 5 milioni raccolti a inizio 2019 (che hanno portando il totale a 6,8 milioni), sarà aperto ai soci attuali e all’ingresso di nuovi partner istituzionali in grado di sostenere la crescita di Yolo, in particolare nel suo sviluppo internazionale.
Net Insurance sigla un nuovo accordo transattivo, questa volta con la famiglia Amato e altri soci ad essa correlati, dando un altro segnale di discontinuità rispetto alla gestione passata.  La questione è sempre in qualche modo riconducibile ai 26,6 milioni di euro di Btp scomparsi a inizio anno. A marzo la compagnia guidata da Andrea Battista (tenendo celato il nome delle controparte) aveva raggiunto un accordo che prevede la restituzione a rate dei 26,6 milioni sottratti: a inizio agosto sono stati versati 6,3 milioni e a fine anno è previsto il pagamento di altre rate. Ma intanto la compagnia, fusa con Archimede, prima spac delle polizze a quotarsi a Piazza Affari, ha siglato un ulteriore accordo transattivo con i soci venditori e con alcuni amministratori e sindaci.
In Francia l’obbligo di assicurare l’automobile fu approvato nel 1951, in Italia soltanto vent’anni più tardi, nel 1971. Nel mezzo ci sono state resistenze delle compagnie assicurative e dei costruttori italiani, preoccupate le une di una possibile nazionalizzazione, gli altri che il balzello potesse scoraggiare i clienti dall’acquisto. «Mio padre è stato uno dei più contrari all’assicurazione obbligatoria per i veicoli», ha spiegato Giorgio Sacerdoti, professore di diritto internazionale all’università Bocconi e figlio di Piero Sacerdoti, uno dei maggiori esponenti del mondo assicurativo italiano.
Assicurazioni e agribusiness, nuovi scenari di collaborazione. Questo il tema portante su cui sabato 19 ottobre si sono confrontati alcuni esperti nel corso del Milano Festival delle Assicurazioni organizzato da Class Editori  e Assinews. Nel suo intervento Giovanni Razeto, dirigente dell’Ismea, ha osservato come rispetto all’importante valore aggiunto che l’agribusiness genera a favore dell’economia nazionale il settore ricorra ancora troppo poco alla gestione del rischio.
In altre parole, si affida molto meno del necessario alle assicurazioni per tutelare raccolti e rischi a essi correlati. Più nel dettaglio, è emerso che in Italia la porzione di territorio coltivato coperta dai rischi ammonta all’8,3% della superficie agricola complessiva, ossia 1.027.394 ettari sui 12.425.995 totali.
Negli atenei italiani l’offerta di corsi specifici per prepararsi alla carriera nel mondo delle assicurazioni è limitata e orientata ad approfondire più gli aspetti quantitativi rispetto a quelli qualitativi. È quanto emerso nel corso del panel conclusivo della prima edizione di Milano Festival delle Assicurazioni, organizzato da Class Editori e da Assinews, tenutosi sabato 19 ottobre. A mettere in rilievo quello che è stato definito vero e proprio «scollamento tra iter di formazione e professione» è stata Paola De Vincentis, docente di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università degli Studi di Torino.
Il registro degli intermediari assicurativi e riassicurativi, in breve Rui, è stato istituito dall’Ivass nel 2007 e contiene dati dei soggetti che svolgono l’attività di distribuzione assicurativa e riassicurativa sul territorio italiano. Lo strumento, per quanto utile, è doppiamente limitato. Da un lato, l’interfaccia consente interrogazioni alla banca dati circoscritte a nome, cognome degli agenti e sezione di iscrizione degli intermediari. Dall’altro, lo strumento fornisce informazioni aggregate, utili sul lungo periodo, ma non è in grado di dare conto dei movimenti costanti nel registro. «Con gli strumenti adatti invece è possibile scendere nel dettaglio e avere dati continuamente aggiornati», ha spiegato Giuseppe Gulino, ceo di Plurisoft e presidente di Share, intervenendo alla prima edizione di Milano Festival delle Assicurazioni, organizzato da Class Editori e da Assinews.
  • Axa Italia nella diagnostica con CIDIMU
Axa Italia chiude la sua prima acquisizione nel settore della diagnostica come anticipato dal ceo Patrick Cohen nell’intervista rilasciata lo scorso 3 ottobre a MF-Milano Finanza. L’integrazione coinvolge in particolare uno dei sette centri di Cidimu, gruppo guidato dall’imprenditore Ugo Riba, presente in Piemonte e Lombardia, con alle spalle una storia trentennale nel settore della diagnostica: si tratta del centro radiologico polispecialistico di Cinisello Balsamo, di cui Axa avrà la maggioranza. Ma, come annunciato dall’amministratore delegato, si tratta solo della prima mossa di un percorso più ampio. L’obiettivo di Axa, come aveva spiegato Cohen nell’intervista a MF-Milano Finanza è crescere nel settore delle coperture sanitarie anche alla luce dei trend demografici, offrendo servizi di qualità e migliorando la qualità dei servizi offerti  agli assicurati. Si spiega cosi la volontà di realizzare un’integrazione verticale tra  assicurazione e sanità, con Axa che punta a creare una sua rete di servizi sanitari in co-branding. Proprio in questi giorni Axa Italia sta scrivendo gli obiettivi per il 2023 ma è già chiaro che il nuovo piano prevederà una forte spinta sulle polizze sanitarie, che è già iniziata. Nei primi sei mesi del 2019, chiusi con un risultato operativo di 147 milioni (+17%) e con premi per 3,6 milioni, il settore salute ha registrato una crescita della raccolta del 31%, sfiorando i 50 milioni. 

Il numero degli incidenti è tornato drammaticamente a salire, soprattutto di quelli più intollerabili e gravi, quelli mortali e che invalidano permanentemente coloro che dal lavoro dovrebbero trovare reddito per vivere e soddisfazioni sociali e non certo la morte o l’impossibilità di vivere una vita normale. Sul tema si batte quotidianamente il sindacato autonomo Fismic Confsal, che ribadisce l’importanza dell’implementazione delle norme sulla sicurezza, oltre che una sensibilizzazione, formazione e informazione costante del lavoratore stesso.
Un mese di reclusione con sospensione della pena e obbligo di risarcire il danno. È la pena inflitta a una dirigente scolastica e al responsabile del servizio prevenzione e protezione (Rspp) per non avere dato disposizioni per prevenire un grave infortunio accaduto ad un alunno precipitato al piano inferiore a seguito della rottura di un lucernaio. La pena era stata applicata dalla Corte d’appello di Potenza, che aveva confermato un’analoga pronuncia di I grado (cosiddetta doppia conforme). E adesso è stata confermata anche dalla quarta sezione penale della Corte di cassazione con una sentenza emessa il 12 settembre 2019, n. 37766. Ecco come si sono svolti i fatti.
Bnp Paribas e Allfunds hanno siglato un accordo per creare una delle piattaforme di fondi e wealthtech leader a livello mondiale. L’intesa permetterà di avvalersi delle competenze reciproche per sviluppare servizi di distribuzione di fondi di nuova generazione. Bnp Paribas Securities Services, specializzata nell’offerta di servizi legati alla distribuzione dei fondi, intende utilizzare Allfunds come partner privilegiato per accedere al mercato dei fondi. Le due società coopereranno allo sviluppo di prodotti destinati a servire i distributori e gli istituti finanziari. Bnp Paribas Securities Services contribuirà a Allfunds le attività costituite dalla banca corrispondente e dalla gestione dei partecipanti di fondi Ucits italiani, che vedrà potenziata l’attuale gamma di servizi. L’istituto francese, inoltre, affiderà a Allfunds la gestione dei contratti di distribuzione di fondi di terzi per alcune entità del gruppo attive nei comparti distribuzione retail, wealth management, assicurazioni e gestione collettiva del risparmio. L’operazione, che vedrà Bnp Paribas Securities Services e Bnp Paribas Asset Management ricevere una partecipazione complessiva pari al 22,5% in Allfunds, dovrebbe essere perfezionata entro il 2020.
Axa Italia entra ufficialmente nel settore della diagnostica con un’integrazione verticale che ha come partner il gruppo Cidimu, guidato dall’imprenditore Ugo Riba, presente in Piemonte e Lombardia. L’operazione riguarderà una delle sette strutture del gruppo, il Centro radiologico polispecialistico che si trova a Cinisello Balsamo (Milano), nel quale verranno effettuati ulteriori investimenti in innovazione tecnologica e digitale per offrire ai clienti e ai pazienti più servizi. Axa, già attiva nell’innovazione con il lancio dei servizi di telemedicina, guarda oltre, con l’ingresso nel settore della diagnostica.

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  • Nord ovest sott’acqua affogano anche i treni
Ieri sera l’emergenza maltempo si è trasformata in una corsa affannosa di Trenitalia per sistemare oltre duemila passeggeri — pendolari soprattutto — rimasti bloccati a bordo dei treni o nelle stazioni per l’improvvisa interruzione delle linee nel tratto alessandrino. La prima ipotesi di caricare i viaggiatori su pullman è naufragata quando una dopo l’altra le strade sono state bloccate per le esondazioni, il casello di Serravalle Scrivia sulla A7 Milano- Genova è stato chiuso e altri allagamenti hanno coinvolto anche l’autostrada A26, tra Ovada e Masone. Ad alcuni è stata cercata una soluzione per la notte, sono stati distribuiti quattromila kit e 800 coperte, mentre altri passeggeri in tarda serata sono riusciti a muoversi sulle navette lungo poche strade riaperte. È stato tra Gavi, Spinetta Marengo e Arquata Scrivia l’epicentro di un’ondata di maltempo che ha travolto parte del nord Italia, dalla Liguria alla Lombardia, mentre da Roma in giù sembrava estate. In un’area lunga poche decine di chilometri i temporali sono diventati un’alluvione che ha trasformato le strade in fiumi d’acqua e i campi in mari di fango, alimentati da esondazioni di torrenti e da una pioggia battente che in serata ha raggiunto i livelli record di 385 millimetri (a Gavi), di cui gli ultimi 300 caduti in un solo pomeriggio. «La situazione meteorologica sta peggiorando ben oltre le previsioni. Dalla sera di domenica ha colpito la zona di Genova con 20mila fulmini ma ha poi modificato la sua zona di azione piegandosi in orizzontale raggiungendo Savona. Anche Milano si è svegliata sotto un muro d’acqua, che in molte zone della città ha bloccato le auto nei garage allagati e fermato gli ascensori. Alcuni treni sono stati cancellati, la metro della linea 2 interrotta, cinque scuole rimaste chiuse. Decine i sottopassi ridotti a lagune e alberi abbattuti sulla strada hanno paralizzato il traffico e trasformato in un incubo il risveglio del lunedì mattina. Tutto per una pioggia forte ma non molto di più, soprattutto al confronto di quanto accaduto altrove. Il fulcro dei temporali è stato appunto il basso alessandrino, flagellato da piogge ininterrotte per tutto il giorno.

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  • Nubifragi, frane e allagamenti. Maltempo al Nord
Una violenta perturbazione ha colpito Piemonte, Valle d’Aosta e soprattutto Liguria e Lombardia, dove fino alle 3 della scorsa notte è rimasta l’allerta arancione, convertita in gialla oggi fino alle 12. Milano ha vissuto una giornata difficile, con la città in tilt e la continua minaccia di esondazione dei fiumi Seveso e Lambro, che hanno superato la «soglia di attenzione». Cinque asili non hanno aperto ieri mattina, colpiti da infiltrazioni nelle aule. La città è praticamente bloccata: chi si è mosso in macchina è rimasto imbottigliato nel traffico con i sottopassi trasformati in piscine. Tangenziali da bollino rosso, con un grave tamponamento tra auto e tir che ha causato la morte di due persone nel primo pomeriggio. Mezzi pubblici intasati, linee di tram ferme per guasti elettrici e fermate della metro chiuse perché allagate dopo il nubifragio della notte. Sul fronte ferrovie, in mattinata la circolazione risultava fortemente rallentata in tutta la regione: 16 le linee con corse in ritardo o cancellate. Il maltempo ha provocato danni agli impianti di circolazione, a quelli di controllo e ad alcune vetture, creando disagi soprattutto ai pendolari. Allagamenti anche nel resto della Lombardia, soprattutto nel Lecchese e nel Bergamasco. Forti temporali hanno messo in ginocchio tutto il Nordovest. La Protezione civile ha posto l’allerta rossa per le province di Genova e Savona, arancione in quelle di Imperia e La Spezia. Solo in Liguria la perturbazione, spinta dai venti caldi di scirocco provenienti da Sud, ieri ha causato 20 mila fulmini. Interrotti i treni che collegano Genova a Torino e Milano e scuole che resteranno chiuse anche oggi in molti comuni. Vento forte con raffiche fino a 118 chilometri all’ora. In Piemonte, record di precipitazioni a Gavi, nell’Alessandrino, con 253 millimetri d’acqua.

  • Scandalo oppioidi, prima intesa per quattro case farmaceutiche Usa
Quattro grandi società del settore farmaceutico, le tre principali case americane di distribuzione e un leader globale nella produzione di medicinali, hanno raggiunto un accordo extragiudiziale da 260 milioni di dollari per evitare di finire alla sbarra nello scandalo scatenato dalla letale diffusione di oppioidi negli Stati Uniti. Le aziende hanno archiviato in extremis la denuncia portata da due contee dell’Ohio, che altrimenti da ieri mattina a Cleveland avrebbe dato vita al primo processo sull’«epidemia» dei farmaci. Teva ha annunciato che pagherà 20 milioni di dollari in contanti e contribuirà con altri 25 milioni sotto forma di un trattamento per la dipendenza da oppioidi, il Suboxone. I restanti 215 milioni saranno a carico dei tre colossali gruppi di distribuzione, tutti tra i primi 25 marchi della classifica Fortune 500. Le ramificazioni dello scandalo, però, sono soltanto agli inizi. I ricorsi legali si sono moltiplicati, forse ormai superando i 2.600 da una costa all’altra del Paese, in risposta a una crisi nazionale di abusi e overdosi dei farmaci oppioidi.
  • Pensioni e salute il nocciolo duro di tutti i contratti
Per risalire alle prime forme di welfare nella contrattazione collettiva nazionale di lavoro bisogna andare indietro di molti decenni. In principio erano soprattutto fondi di previdenza complementare e di sanità integrativa; poi sono arrivati pacchetti compositi di servizi che vanno dalla formazione fino alle attività di badanti e baby sitter, “acquistabili” tramite il conto welfare che il dipendente può alimentare anche attraverso i premi definiti negli accordi di produttività, beneficiando di una fiscalità più leggera. Il credito e le assicurazioni, grazie anche alla particolare conoscenza e sensibilità dei lavoratori del comparto, hanno sviluppato le forme più ricche e avanzate di welfare contrattuale, ma oggi non c’è praticamente contratto collettivo nazionale delle grandi categorie dell’industria, del commercio e dei servizi che non abbia il suo budget per il welfare. Vuoi per la bassa crescita, vuoi per l’andamento demografico, vuoi per la riduzione della spesa per servizi in rapporto al Pil, si è generato, anno dopo anno, un aumento delle disuguaglianze nella nostra società. In questo contesto imprese e sindacati hanno cercato di fare la loro parte anche attraverso la contrattazione, a livello nazionale e poi aziendale.
  • Il nuovo welfare cresce nei contratti aziendali
Il welfare aziendale sta prendendo piede e si sta diffondendo, seppur ancora lentamente, anche nelle pmi, in sostituzione, o molto spesso accanto, agli storici “premi di risultato”. L’ultima fotografia del ministero del Lavoro ha confermato l’appeal tra datori e sindacati della contrattazione di secondo livello: al 14 ottobre i contratti depositati hanno sfondato la soglia di 50mila (50.847, per la precisione). A luglio ci si fermava a 48.457. I contratti attivi sono 16.577, 12.813 aziendali e i restanti 3.764 territoriali. Il 52% dei contratti attivi riguarda imprese sotto i 50 dipendenti (un altro 15% aziende tra i 50 e 99, il restante 33% imprese sopra i 100 addetti). Il 41% interessa l’industria, il 58% i servizi, l’1% l’agricoltura. Dei 16.577 contratti attivi, la maggioranza (12.614) è legata ad obiettivi di produttività; 9.417 redditività, 7.584 qualità, 8.740 misure di welfare e 1.946 piani di partecipazione (ciascun contratto può prevedere più obiettivi). I lavoratori beneficiari di premi di produttività sono oltre 2,6 milioni e l’importo medio è di 1.375,05 euro. Le persone che invece hanno fruito di welfare sono poco quasi 2,4 milioni con un valore medio di 1.433,98 euro (in base all’accordo, ciascun addetto può aver preso in parte premio e in parte welfare).
  • Le polizze salute trovano slancio
L’allungamento della vita, la cultura della prevenzione e il contemporaneo, e meno piacevole, allungamento delle liste d’attesa nel settore sanitario pubblico stanno rilanciando il ruolo delle assicurazioni salute. E i risultati cominciano a percepirsi con continuità anche nella raccolta. Dopo un 2018 a + 7,3%, nei primi sei mesi del 2019 il ramo malattia ha raccolto premi per 1,6 miliardi, +14,7% rispetto all’anno precedente, ben sopra la media del settore danni. Anche società storicamente orientate alla consulenza finanziaria cominciano a proporre polizze salute. È il caso di BancaMediolanum, ma anche di Poste Assicura. Si tratta talvolta di soluzioni che, oltre al rimborso spese mediche, offrono anche servizi accessori dove si cominciano a sfruttare le potenzialità delle piattaforme digitali per offrire prevenzione e wellness. L’auspicio del comparto è che si cominci a colmare il gap con il resto d’Europa: in Italia la spesa “out-of-pocket” (circa 40 miliardi di euro) è pari al 90% dell’intera spesa sanitaria privata contro il 55% della Germania, il 41% della Francia, il 15% dell’Olanda.
  • L’ansia per la pensione non spinge l’integrativa
La qualità della vita nella fase di pensionamento per gli italiani rappresenta una grande preoccupazione: circa una persona su due avverte la paura di non avere denaro sufficiente per condurre una vecchiaia serena. Tale percentuale sale al 66% per gli over 55enni. Questi dati emergono dalla ricerca «2019 Agile Workforce Protection» di Zurich e Oxford University e ci incoronano come i soggetti più in ansia per la pensione a livello globale. Tuttavia, paradossalmente, la diffusione del secondo pilastro previdenziale (fondi pensione e piani individuali pensionistici) nel Belpaese è ancora scarsa. «Meno di un lavoratore su tre partecipa al sistema; con riguardo ai più giovani, il tasso di partecipazione si riduce a uno su 54 –, spiega Dario Focarelli, direttore generale dell’Ania, intervenuto alla “Prima giornata dell’educazione assicurativa” –. Si tratta, evidentemente, di una situazione non ottimale, che espone i lavoratori di oggi – specie quelli più giovani – al rischio di non disporre di risorse sufficienti una volta usciti dal mercato del lavoro, in uno scenario di bisogni di protezione fortemente crescenti in età anziana».

  • Lubrizol: inizierà la lavorazione di 1.400 fusti di prodotti chimici
Le squadre di Lubrizol inizieranno a trasferire 1.400 fusti metallici degradati questo martedì dopo l’incidente allo stabilimento di Rouen poco meno di un mese fa. L’operazione potrebbe richiedere diverse settimane. Per la loro manipolazione e neutralizzazione, il gruppo ha fatto appello a un robot della società Perfo Sciage Diamant di Rouen. “Per proteggere i nostri dipendenti e le parti interessate, abbiamo definito un protocollo convalidato dai servizi statali. Comprende un impianto di contenimento del vuoto d’aria di 1.000 m2 che copre l’intera area del tamburo e la movimentazione robotica dei tamburi”, ha spiegato.
a “Les Echos” Guillaume Gohier, manager HSE di Lubrizol. La maggior parte dei fusti contengono additivi (prodotti finiti di Lubrizol) e 160 di questi, più delicati da lavorare, contengono antiossidanti, compresi i prodotti solforati. Una volta riscaldati, è probabile che emettano sbuffi di mercaptano molto fastidioso e di acido solfidrico, detto anche acido solfidrico (H2S), molto tossico.

 

  • Negli Stati Uniti, un accordo parziale raggiunto nella crisi degli oppioidi
Tre distributori di farmaci e un laboratorio hanno raggiunto un accordo con le due autorità locali dell’Ohio che avrebbero dovuto aprire il processo lunedì. In extremis. dopo settimane di discussioni, un accordo da 250 milioni di dollari, secondo Bloomberg, è stato raggiunto domenica sera con i tre giganti della distribuzione di farmaci negli Stati Uniti e l’azienda farmaceutica Teva per risolvere le richieste di risarcimento da due contee in Ohio. L’accordo lascia un po’ di tempo all’industria farmaceutica. Tuttavia, non segna la fine delle controversie: il processo previsto per esaminare le denunce di 2.300 città, ospedali o stati americani che accusano il settore farmaceutico di aver promosso, attraverso la massiccia distribuzione di farmaci antidolorifici, dipendenza e morte di decine di migliaia di persone negli Stati Uniti – 400.000 morti per overdose di oppioidi sono stati registrati negli ultimi venti anni.
  • Le svalutazioni di asset sono di nuovo in aumento tra i giganti CAC 40.
Le società CAC 40 hanno svalutato per 9,8 miliardi di euro, rispetto ai 3,6 miliardi di euro del 2017. Quasi due terzi di queste svalutazioni sono state effettuate dal gruppo assicurativo AXA. Il gruppo assicurativo ha svalutato tutto l’avviamento relativo alla sua partecipazione in AXA Equitable Holdings (AEH), la controllata quotata in borsa nel maggio 2018. Tale svalutazione di 6,3 miliardi rappresenta il 27% del goodwill della società.

Handelsblatt

 

  • I riassicuratori europei auspicano la fine della tendenza al ribasso
Per la 49a volta consecutiva, grandi e piccoli riassicuratori europei incontreranno a Baden Baden, in un ambiente elegante, rappresentanti del comparto, broker e, naturalmente, assicuratori primari.  Il quattro stelle Badhotel zum Hirsch di Baden-Baden chiede attualmente più di 400 euro per una camera doppia superior. Anche gli altri hotel di lusso nel centro della città sono stati pagati abbondantemente per l’alloggio per l’incontro dei riassicuratori europei nella città termale tedesca. I riassicuratori sperano che i prezzi delle loro polizze si stabilizzino. Ci sono già i segnali di questa tendenza. Ma il mercato rimane teso.