Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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L’obiettivo è crescere nel settore salute e per farlo il gruppo Axa  Italia è pronto ad entrare nel business della diagnostica con un’integrazione verticale tra assicurazione e sanità. «Siamo pronti ad investire in una società di diagnostica per creare centri in cobranding e offrire servizi per diventare partner dei clienti e non più solo pagatori di sinistri», dice a MF-Milano Finanza il ceo di Axa  Italia, Patrick Cohen, che dopo aver inglobato nel perimetro italiano la compagnia diretta, Quixa, è pronto a spingere sulle nuove tecnologie, «mantenendo però il ruolo centrale degli agenti», puntualizza. «La nostra performance è trainata da una cultura rinnovata centrata sul cliente e sul coinvolgimento di tutti», spiega, «mentre per quanto riguarda l’accordo con Mps  siamo davanti ad una storia di successo».
  • Allianz riqualifica l’ex sede milanese
Sarà pronto a fine 2021 l’ex quartier generale di Ras e Allianz in corso Italia 23 a Milano, riconvertito a nuova vita attraverso una profonda opera di ristrutturazione. L’intervento sulle tre palazzine disegnate nel 1958 da Gio Ponti, condotto da Allianz Real Estate con un progetto a firma Skidmore Owings & Merrill, punta a creare un campus di uffici molto avanzati sotto il profilo tech ed ecologico, in grado di ospitare 3mila persone. La riqualificazione fa seguito allo spostamento di tutti gli uffici milanesi di Allianz Italia nella Torre Isozaki a City Life nel 2018. Il complesso di corso Italia resterà di proprietà di Allianz, che sta anche ristrutturando l’edificio di fronte, in via Santa Sofia, che diventerà un hotel cinque stelle a marchio Radisson.

Il complesso architettonico di Corso Italia 23 a Milano, per 60 anni sede di Ras prima e di Allianz poi, concepito nella sua struttura originaria da Gio Ponti, Piero Portaluppi e Antonio Fornaroli cambia volto sotto la regia di Allianz Real Estate e il collettivo di architetti Skidmore Owings e Merrill (Som).
A oggi un cantiere aperto, dopo l’uscita dei 2 mila dipendenti del colosso assicurativo confluiti nell’headquarter di City Life, il polo rinascerà a fine lavori, previsti nel 2022, con un campus dedicato al business e permeabile con la città. Includerà, in una nuova veste trasparente e luminosa, spazi verdi e vetrine retail, una connessione diretta con Linate, grazie all’arrivo della nuova linea 4 della metropolitana, e un hub dell’hospitality all’indirizzo via Santa Sofia 37. Anche in questo caso si tratta di un immobile del gruppo, gestito da Allianz Real Estate dove troverà spazio un hotel della catena Radisson Collection.
Efficienza energetica, ottimizzazione dei consumi e attenzione all’ambiente: sono gli obiettivi dell’accordo siglato da Enel X e Groupama assicurazioni, filiale italiana della compagnia francese. Attraverso i servizi di advisory & monitoring, la business line del gruppo Enel dedicata a prodotti innovativi e soluzioni digitali individuerà l’attuale livello di efficienza aziendale per ottimizzare le prestazioni energetiche e sviluppare le attività di Groupama assicurazioni in tema di sostenibilità ambientale.

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  • L’Inps non dimentica: “Il rialzo per l’inflazione va restituito”
«Gentile Signore, la informiamo che tra l’1 gennaio e il 30 settembre 2019 sono stati pagati 40 euro in più sulla sua pensione. In allegato troverà un bollettino Mav che dovrà utilizzare per il pagamento della somma dovuta entro il 18 ottobre 2019. Le ricordiamo che, in caso di mancato pagamento, l’Inps è tenuto per legge a recuperare il credito attraverso l’Agente di riscossione». La lettera non cita leggi, norme, circolari. Ma alla terza riga si legge: “Rideterminazione importo trattamento pensionistico a seguito di ricalcolo”. In un’altra lettera – datata sempre 30 agosto – l’Inps ritorna sul punto. E dice che la pensione è stata tagliata dal primo gennaio 2019, con tanto di tabella. Ma non spiega perché. Quello che il pensionato non sa perché la sua pensione è aumentata a gennaio e mai toccata sin qui è che quel taglio rappresenta il ricalcolo deciso in manovra dal governo M5S-Lega dell’adeguamento all’inflazione delle pensioni sopra i 1.522 euro lordi: migliore del 2018, ma peggiore di quello che doveva essere per legge. Il prelievo per molti è in effetti mini. Riguarda 5 milioni e mezzo di pensionati e peserà tra 300 e oltre 1.600 euro lordi nel triennio.
  • Del Vecchio rimane fermo un giro prima dell’attacco al cda Mediobanca
A poche ore dalla giornata di domani, ultimo termine per integrare l’agenda dell’assemblea Mediobanca del 28 ottobre, il neo azionista al 7% non ha fatto arrivare comunicazioni all’istituto. Si presume che non lo farà oggi, limitandosi a partecipare alla prossima riunione solo per votare il bilancio (chiuso con utili per 860 milioni) e le politiche di remunerazione. A dar retta a chi lo conosce bene, i suoi piani su Mediobanca sarebbero, a un tempo, più concreti e più grandiosi. Concreti, perché – come ha detto dalla sua cassaforte Delfin l’investimento da 580 milioni è «finanziario e di lungo periodo», e già in questo ha una logica: pagato con cassa o linee di credito che ha in quantità e a tassi frazionali, rende il 5% l’anno di cedole, che da novembre Del Vecchio potrà incassare. Quanto alla parte strategica, ci sarà tempo per affrontarla: il cda di Mediobanca si rinnova tra un anno e basterebbero tre mesi per modificare lo statuto, togliendo i vincoli che prevedono che l’ad e tre consiglieri di amministrazione provengano dai dirigenti interni. A quel punto, poi, Del Vecchio dovrebbe portare dalla sua parte l’assemblea dove serve il sì di due terzi dei votanti: a oggi non pare scontato che gli investitori istituzionali, con il 54% del capitale, votino una misura che potrebbe indebolire Alberto Nagel, ad che in 12 anni ha ristrutturato il business, senza aumenti e con più benefici per gli azionisti rispetto alle altre banche

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  • Mediobanca, oggi la scadenza per l’assemblea
Se Leonardo Del Vecchio vorrà forzare la mano nella governance di Mediobanca, di cui è appena diventato a sorpresa terzo azionista con il 6,94%, ha solo 24 ore a disposizione. Entro oggi è possibile presentare integrazioni all’ordine del giorno dell’assemblea del 28 ottobre sul bilancio. Del Vecchio potrebbe puntare a modificare lo statuto nella «nomina interna» che il ceo sia scelto tra i manager interni di Mediobanca, anche se serve una assemblea straordinaria. Per questo potrebbe scegliere di rinviare questa partita. Anche perché in questi giorni sono usciti vari report che hanno evidenziato i punti forti della gestione del ceo Alberto Nagel. Citi calcola che dal 2013 Piazzetta Cuccia ha offerto un ritorno totale ai soci (tsr) «di circa il 160%, tra le 5 migliori banche in Europa». Quindi, «cavallo vincente non si cambia». Autonomous evidenzia che Nagel, incarica dal 2007, ha sempre «centrato o superato» i target dei piani: «una rarità».

  • Pensioni, scalone di cinque anni per gli esclusi da quota 100
Alla fine del 2021, senza un’armonizzazione, per gli esclusi da quota 100 ci sarà un aumento secco di cinque o sei anni dei requisiti di pensionamento. Ecco il caso limite: Giovanni e Luca hanno lavorato 38 anni nella stessa azienda solo che il primo è nato nel dicembre del 1959 e il secondo nel gennaio del 1960. Giovanni andrà in pensione (se lo vorrà) a 62 anni, mentre Luca dovrà optare tra un pensionamento anticipato con 42 anni e 10 mesi nel 2026 o il pensionamento di vecchiaia con 67 anni e nove mesi, addirittura nel 2029. Un “super scalone” che supera quello della vecchia riforma Maroni (legge 243/2004), quando venne introdotta una differenza di tre anni lavorativi tra chi avrebbe maturato il diritto alla pensione il 31 dicembre del 2007 e chi lo avrebbe fatto il primo gennaio del 2008. Dodici anni fa per evitare che a circa 130mila lavoratori venisse impedito di andare in pensione subito si fece la riforma Damiano, con un aumento della spesa pensionistica di 65 miliardi nel decennio successivo.
  • Inps, il fondo Tfr in gestione è a un passo dal disavanzo
Mentre il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, e la ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, studiano come istituire un nuovo fondo pubblico di previdenza complementare per i lavoratori più giovani, nel bilancio dell’Istituto un altro fondo comincia a scricchiolare viaggiando spedito verso il disavanzo. Si tratta del fondo costituito nel 2007 in Tesoreria dello Stato e gestito da Inps in cui affluisce il Tfr dei dipendenti impiegati in aziende con più di 50 addetti che ai tempi della riforma Damiano (governo Prodi 2006-2008) decisero di non aderire ad alcun fondo pensione per “lasciare il Tfr in azienda”. A fine 2018 erano poco più di 3 milioni e 312mila i lavoratori che versavano su questo Fondo: 1,8 milioni uomini e poco più di 1,4 milioni donne; età media 44 anni, per un contributo di 231 euro al mese, sempre in media. L’accantonamento annuo è pari al 6,91% della retribuzione utile ai fini del calcolo del Tfr e ogni anno, a fine dicembre, queste risorse sono rivalutate con un tasso composto dell’1,5% più il 75% dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Come ci ricordano puntualmente le statistiche Covip, questa rivalutazione è sempre stata inferiore ai rendimenti garantiti dai fondi pensione negoziali, aperti o Pip, sia in media d’anno sia in termini cumulati.

Agricoltura, 1 miliardo di danni da cimici e nuovi agenti patogeni

L’ultima, la Bactrocera Dorsalis – o mosca orientale della frutta – è sbarcata meno di due mesi fa all’aeroporto di Napoli. Nascosta in un mango, portato in giro da un ignaro passeggero. Non ci sono solo la Xylella che ha seccato gli ulivi pugliesi, o la cimice asiatica che è già costata 350 milioni di euro soltanto alle pere e alle pesche del Nord Italia. Ci sono anche il moscerino killer delle ciliegie e il cinipede galligeno dei castagni. Il punteruolo rosso delle palme e il coleottero africano del miele. Il batterio Pseudomonas actinidae che provoca il cancro del kiwi e il virus Sharka che colpisce le prugne. Agrinnova, il centro per l’innovazione agroambientale dell’Università di Torino, ne ha contati almeno 63: sono i nuovi patogeni sbarcati nel nostro Paese un po’ per colpa della globalizzazione degli scambi, e un po’ aiutati dal cambiamento climatico e dal surriscaldamento terrestre. Potenzialmente, ciascuno di loro potrebbe diventare la prossima Xylella e minacciare seriamente la produzione agricola italiana. Emergenze vere, che per il nostro Paese possono arrivare a costare un miliardo di euro all’anno.
  • Mediobanca, Del Vecchio in manovra: studia richiesta per salire oltre il 10%
La Delfin di Leonardo Del Vecchio starebbe valutando la possibilità di chiedere alle Autorità di Vigilanza (Bce e Banca d’Italia) l’autorizzazione per salire oltre il 10% nel capitale di Mediobanca. Allo stato attuale la richiesta non sarebbe ancora stata presentata ma l’opzione sarebbe allo studio dell’avvocato Sergio Erede. In proposito l’azienda, contattata, ha risposto con un «no comment». Il parere della Vigilanza alla eventuale richiesta di Delfin, che secondo indiscrezioni finanziarie starebbe ragionando sulla cosa ma non avrebbe ancora assunto una decisione definitiva, dovrebbe arrivare entro sessanta giorni dalla notifica. E in caso di riposta positiva da parte della Banca centrale la cassaforte dell’imprenditore potrebbe spingersi di fatto al massimo fino al 20% di Piazzetta Cuccia.
  • Cyber risk è il primo timore per le aziende
Il cyber risk e i rischi tecnologici in generale diventano un tema chiave per aziende e imprenditori italiani. È quanto emerge dal Regional Risks for Doing Business Report 2019, realizzato dal World Economic Forum in collaborazione con Zurich e Marsh, che ha coinvolto oltre 13.000 business leader in 130 Paesi nel mondo con l’obiettivo di classificare i principali timori legati allo svolgimento della loro attività nei prossimi 10 anni. Seppur con macro differenze regionali, il report ha registrato una sempre maggiore preoccupazione legata al rischio cyber a livello globale (in salita al secondo posto rispetto al quinto del 2018) e soprattutto a livello europeo ed italiano, dove occupa il primo posto della classifica. Un dato significativo considerato che nel 2018 non era compreso fra i primi cinque rischi percepiti. Analogamente, il rischio di frodi o furto di dati entra nella top 5 in Italia, mentre a livello europeo e mondiale si classifica rispettivamente al 6° e 7° posto. Altri rischi che preoccupano le aziende italiane in modo più marcato rispetto al resto del mondo sono gli eventi legati a fenomeni naturali e catastrofali.
  • L’inquilino è responsabile delle morti da opere abusive
Forse non sono in molti a ricordarsi di un terribile fatto di cronaca avvenuto a Prato nel 2013: sette operai morirono nell’incendio di un capannone dove lavoravano e dove era stato allestito abusivamente il loro dormitorio. Proprio perché dormivano lì non poterono sfuggire alle fiamme: il dormitorio era posizionato troppo lontano dall’uscita. Per il fatto, addebitabile a una serie di circostanze ma anche alle opere abusive in cartongesso che avevano creato una zona dormitorio, erano stati chiamati in causa anche i proprietari del capannone, due italiani che lo avevano affittato a un imprenditore cinese. La Cassazione (sentenza 40259, depositata ieri) ha ora ricostruito i terribili fatti, per arrivare alla conclusione che i due locatori sono completamente estranei ai fatti.

La pressione è aumentata mercoledì sui protagonisti dell’incendio nella fabbrica Lubrizol di Rouen. Il primo ministro Edouard Philippe ha avvertito che nulla esonera l’industriale dalla responsabilità per il risarcimento dei danni causati al quartiere. Durante la giornata è stata creata una missione di accertamento dei fatti presso l’Assemblea nazionale per fornire ulteriori informazioni sulle 5.000 tonnellate di sostanze chimiche (idrocarburi, oli, additivi) bruciate giovedì 26 settembre nel magazzino dello stabilimento. La pubblicazione dell’elenco preciso dei prodotti conservati in questo edificio è stata autorizzata martedì scorso anche dal Primo Ministro, che ha revocato il divieto legato ad un regolamento antiterrorismo del 2017. Fatte salve le misure precauzionali in 112 comuni della Seine-Maritime – divieto di raccolta e commercializzazione dei loro prodotti – gli agricoltori attendevano con ansia anche i risultati del campionamento della fuliggine per le diossine, molecole cancerogene. Mercoledì sera, l’Istituto nazionale per l’ambiente industriale e il rischio industriale ha confermato alla stampa che è “possibile che l’incendio abbia portato al rilascio di diossina”.