di Francesco Bertolino

Il 2019 si avvia a diventare un anno record per il private equity in Italia. Stando ai dati dell’Osservatorio Pem di Liuc-Università Cattaneo, nei primi nove mesi sono state concluse 144 operazioni contro le 110 del 2018. Poco più della metà degli investimenti hanno avuto come protagonisti fondi internazionali, a conferma dell’attenzione per le imprese italiane, specialmente medio-piccole. Nel mese di settembre, in particolare, si sono registrati 12 nuovi investimenti che portano il totale del terzo trimestre a 52, in aumento rispetto ai 34 deal dello stesso periodo del 2018.
Fra le operazioni più rilevanti di settembre si segnalano l’acquisto di Valedo da parte di Ipe, quella di Menghi da parte di Lion Capital e la doppia acquisizione di Next Energy che ha speso 60 milioni per accaparrarsi i produttori di energia solare Apollo Europe e Deltasol. Sulla base di questi valori, l’indice trimestrale Pem I (elaborato rapportando il numero di operazioni mappate nel corso del trimestre di riferimento al numero di investimenti realizzati nel trimestre utilizzato come base) si attesta al massimo storico di 433 (si veda tabella in pagina). Quanto alla tipologia di operazioni, anche a settembre le operazione di buy out si confermano predominanti (67%) nel mercato del private equity italiano, mentre le operazioni di sviluppo salgono leggermente al 25%. Degno di nota il ritorno delle ristrutturazioni aziendali con l’acquisto dell’intero credito bancario di Koelliker da parte di CarVal Investors e Celtic Asset Management. Dal punto di vista geografico si conferma l’assoluto predominio del Nord Italia in cui si è concentrato l’83% delle operazioni di settembre con la Lombardia a farla da padrone (42%). In ottica settoriale, infine, prevalgono i beni di consumo (42%), seguiti dai prodotti industriali (16%). (riproduzione riservata)

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