La novità emerge dal Global Wealth Report 2019 di Credit Suisse. Pechino sorpassa Washington per numero di persone che rientrano nel 10% con più disponibilità a livello mondiale. Svizzera prima per ricchezza pro capite. In calo Australia, Norvegia e Turchia
di Andrea Giacobino

Lo scorso anno, secondo il Global Wealth Report 2019 di Credit Suisse, la ricchezza mondiale è aumentata del 2,6%, raggiungendo 360 mila miliardi di dollari, mentre la ricchezza per adulto ha stabilito il nuovo record di 70.850 dollari, superando dell’1,2% il livello rilevato a metà 2018. Stati Uniti, Cina ed Europa sono i maggiori responsabili di questo incremento, con un contributo rispettivamente di 3.800 miliardi, 1.900 miliardi e 1.100 miliardi. Il dato più interessante è che la Cina ha superato gli Stati Uniti per numero di persone che rientrano nel 10% più ricco a livello mondiale (100 milioni contro 99 milioni). In termini di ricchezza per adulto, la Svizzera si attesta al primo posto in assoluto (più 17.790 dollari), seguita da Stati Uniti, Giappone e Paesi Bassi. Guida la classifica dei Paesi «perdenti» l’Australia (meno 28.670 dollari), principalmente per effetto dei tassi di cambio, seguita da altri Paesi che hanno registrato perdite significative: Norvegia, Turchia e Belgio. Secondo le stime, il numero di milionari nel mondo è aumentato di 1,1 milioni dal 2018, raggiungendo quota 46,8 milioni a metà di quest’anno. Gli Usa hanno contribuito per oltre il 50% a questo incremento, con 675 mila nuovi milionari. La diminuzione della ricchezza media in Australia si è tradotta nella presenza di 124 mila milionari in meno, ma altrove le perdite sono risultate relativamente modeste: il Regno Unito ospita ad esempio 27 mila milionari in meno, mentre la flessione per la Turchia è stata di 24 mila persone.
Stando al report, nel gruppo ultra high net worth (Uhnw) a metà di quest’anno 55.920 adulti possedevano almeno 100 milioni, mentre 4.830 detenevano un patrimonio netto superiore a 500 milioni. Le graduatorie per aree geografiche sono dominate dal Nord America con 84.050 Uhnw (50%), mentre l’Europa ne ospita 33.550 (20%) e 22.660 (14%) risiedono nei Paesi dell’area Asia-Pacifico (escluse Cina e India). Rispetto ai primi anni del secolo le disparità di distribuzione della ricchezza si sono ridotte in quasi tutti i Paesi: oggi infatti la quota del 90% più povero rappresenta il 18% del patrimonio mondiale rispetto all’11% del 2000. È prematuro affermare che è iniziata una fase di calo delle diseguaglianze, ma i dati prevalenti indicano che il 2016 potrebbe aver rappresentato il picco per il prossimo futuro. (riproduzione riservata)
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