Dati mingiustizia sul secondo trimestre 2019
di Roberto Miliacca

Italiani ancora freddi nei confronti della mediazione civile: nonostante i tempi più celeri per la definizione delle controversie (una causa davanti a un mediatore si chiude in media in 143 giorni), nel secondo trimestre del 2019, secondo quanto emerge dagli ultimi dati del Dipartimento dell’organizzazione giudiziaria del ministero della giustizia, sono state «solo» 65.288 le nuove cause assegnate a un mediatore, in via obbligatoria o volontaria, cioè l’8% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La maggior parte delle controversie, il 51% circa, è stato avviato nel Centrosud d’Italia, e, a livello disaggregato, Lazio, Lombardia e Campania sono state le tre regioni nelle quali, percentualmente, si sono svolte più mediazioni civili e commerciali (rispettivamente 14,9, 13,4 e 10,6%). All’incirca un quarto di tutti i procedimenti di mediazione iniziati (27,5%), si è concluso con un accordo conciliativo e, nel caso in cui l’aderente sia comparso al tavolo della mediazione anche dopo il primo incontro, la percentuale di successo è salita al 45%. I procedimenti iscritti presso i tribunali ordinari inerenti la mediazione rappresentano in media il 9% del totale dei procedimenti iscritti nel civile, la restante parte viene gestita da uno dei 597 organismi di mediazioni esistenti in Italia di natura privata (375) o gestiti dall’avvocatura (103) o dalle camere di commercio (79). La maggior parte delle controversie che vanno in mediazione (16,4%) sono catalogate nella categoria «altra natura», e ricomprendono, tra le altre, le cause di risarcimento per danni patrimoniali, per sinistri, per culpa in vigilando o per inadempimento di scrittura privata. A seguire, le controversie sui diritti reali (rappresentano il 15,7 delle cause), quelle in materia di condominio (13,6%), contratti bancari (13%) e locazioni (12,2%) Un fallimento, invece, le cause in materia di contratti assicurativi, nel 99% dei casi, si sono conclusi con la mancata comparizione dell’aderente. Questi alcuni dei dati che sono stati al centro del dibattito che si è svolto nel corso della IV Giornata nazionale della mediazione civile e commerciale, organizzato dall’organismo di mediazione Concilia Lex, che si è svolta a Salerno, cui hanno partecipato professionisti e magistrati. Che hanno sollecitato il guardasigilli a intervenire sulla riforma della giustizia per far aumentare il ricorso alla mediazione. «È necessario dare un grande impulso alla mediazione demandata dal giudice, anche per velocizzare i tempi della giustizia e migliorare la qualità della vita e dei rapporti», ha detto Marilena Rizzo, presidente del Tribunale di Firenze. «Il mio auspicio è che il ministro Bonafede possa rivedere la bozza di riforma del processo civile potenziando lo strumento della mediazione», ha fatto eco Fabrizio Pasquale, giudice del Tribunale di Vasto. «Emerge la necessità di rafforzare l’istituto della mediazione civile e commerciale per perseguire la strada di una giustizia sostenibile e di una burocrazia più efficiente», afferma Elisa Di Martino, referente nazionale della Concilia Lex.
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