La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna nei confronti di Giovanni Berneschi, l’ex presidente di Banca Carige, e degli altri imputati nel processo sulla maxi-truffa ai danni dell’istituto ligure e del ramo assicurativo Carige Vita Nuova, in cui l’ex dominus era accusato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, riciclaggio e falso. I giudici della Cassazione hanno dichiarato l’incompetenza territoriale di Genova e stabilito la trasmissione degli atti a Milano. I legali difensori di Berneschi e degli altri sette imputati avevano sollevato l’eccezione sulla competenza territoriale a favore del foro di Milano, sostenendo che il reato contestato più grave fosse quello di riciclaggio, che si sarebbe appunto realizzato a Milano, per cui il procedimento dovrebbe essere di competenza del Tribunale del capoluogo lombardo. L’eccezione era stata rigettata dai giudici, ma che gli ermellini hanno invece ritenuto di accoglierla. Berneschi era stato condannato in appello a otto anni e sette mesi, cinque mesi in più rispetto al primo grado, perché era stata riconosciuta in più l’aggravante dell’internazionalità. Il processo dovrà quindi ripartire dall’udienza preliminare al tribunale di Milano, con un elevato rischio che tutto finisca in prescrizione, dato che questa interverrebbe nel 2023. Assieme a Berneschi dovranno essere processati a Milano anche Ferdinando Menconi, ex amministratore delegato del ramo assicurativo, l’immobiliarista Ernesto Cavallini, l’imprenditore Sandro Maria Calloni, il commercialista Andrea Vallebuona, il commercialista Alfredo Averna, il notaio Piermaurizio Priori e l’avvocato Ippolito Giorgi di Vistarino. Secondo l’accusa, la truffa messa in atto dall’ex presidente insieme a Menconi, che avrebbe fruttato all’ex numero uno di Carige e agli altri sette imputati circa 22 milioni di euro, consisteva nel far acquistare a prezzi gonfiati da Carige Vita Nuova immobili e quote societarie di imprenditori compiacenti, che collaboravano e che poi dividevano i profitti con i due top manager. Con questo sistema di collaborazione tra Berneschi e Menconi e con l’aiuto di imprenditori, commercialisti e notai, gli indagati avrebbero portato in Svizzera quasi 22 milioni di euro, che venivano riciclati utilizzando società- schermo estere. «Per noi la prescrizione non è un tema, il tema è l’insussistenza delle accuse» a carico di Berneschi, ha dichiarato a MF-DowJones il legale difensore dell’ex presidente di Carige, Maurizio Anglesio, che aveva chiesto «il non luogo a procedere» per il suo assistito, sostenendo che fosse «da prosciogliere perché non ha mai commesso i reati che gli vengono contestati», ovvero truffa, riciclaggio e associazione per delinquere. Il legale ha ribadito che «a nostro avviso le compravendite effettuate (oggetto delle accuse, ndr) sono state realizzate ai prezzi di mercato del momento e nel corso del processo sono emerse diverse attestazioni in questo senso». (riproduzione riservata)
Fonte: