Il presidente dei consulenti finanziari chiede rendiconti Mifid II standardizzati
È necessario alzare il velo sulle parcelle dei professionisti, dichiara Bufi a MF-Milano Finanza Serve sia per far evolvere la relazione con i clienti sia per offrire un’informazione senza ombre
di Anna Messia

C’è bisogno di rendiconti più dettagliati e confrontabili tra loro. I consulenti finanziari, riuniti ieri per la quarta edizione di ConsulenTia territoriale, organizzata quest’anno da Anasf a Bologna, hanno alzato l’attenzione sull’etica e sulla trasparenza del mercato del risparmio in Italia. Lo scorso agosto i loro clienti hanno ricevuto la prima rendicontazione degli investimenti secondo le norme europee della Mifid II. Di conseguenza si è alzato il velo sulle commissioni che vengono riconosciute a chi distribuisce i prodotti ma le società si sono mosse in ordine sparso. C’è chi ha scelto di pubblicare un documento sintetico, di poche pagine e chi, addirittura, è arrivato a 50 fogli di rendicontazione. Una situazione variegata che non consente al cliente di poter confrontare le offerte di mercato, osserva il presidente di Anasf, Maurizio Bufi, che suggerisce di rendere più standardizzata la documentazione e soprattutto di chiarire qual è la fetta di commissioni destinate ai consulenti. Altrimenti si rischia di ingenerare confusione invece che andare verso la trasparenza, dice Bufi, che indica anche le nuove sfide di Anasf alla luce delle prossime elezioni di marzo che dovranno nominare un nuovo presidente avendo lui svolto i due mandati consentiti dallo statuto.
Domanda. Quali sono stati gli effetti delle Mifid II sul mercato? C’è stata una contrazione dei margini per voi consulenti?
Risposta. È ancora presto per fare un bilancio complessivo ma per ora a registrare la maggiore contrazione delle commissioni sono state soprattutto le società di gestione. Minore sembra essere stato l’impatto sulla distribuzione. In ogni caso, ove c’è stata, ha riguardato di fatto esclusivamente i consulenti, come ci dicono alcuni colleghi, ma non le società mandanti. Il rischio è che proprio noi finiamo per essere l’anello debole della catena e questo effetto, tra l’altro, non emerge dai rendiconti. Per questo motivo ci sarebbe bisogno di documenti più standardizzati e dettagliati.
D. Come intervenire?
R. Quella di agosto è stata solo la prima rendicontazione Mifid II, arrivata tra l’altro in un periodo vacanziero. Il regolatore ha lasciato alle società mandanti la libertà di decidere come organizzarsi a scapito della confrontabilità. Non solo. Nessuna società ha indicato quali sono le commissioni che loro legittimamente trattengono e quali vengono invece trasferite ai consulenti. Dati che debbono essere forniti solo su esplicita richiesta del cliente. Sarebbe il caso di far trasparenza anche su questi aspetti, per dare una maggiore rilevanza al nostro ruolo di consulenti professionisti che hanno dimostrato di saper operare in modo etico e di godere della fiducia dei propri clienti. La maggiore trasparenza può far crescere ulteriormente il sistema e far evolvere la nostra relazione con gli investitori, rappresentando allo stesso tempo uno strumento di negoziazione con le società mandanti che trattengono la fetta più importante delle commissioni.
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D. A marzo ci sarà il congresso per le elezioni del nuovo vertice di Anasf. Qual è il bilancio dei suoi otto anni al timone dell’associazione e quali le sfide che si presenteranno nei prossimi anni?
R. Sono stati anni in cui la nostra professione è cresciuta molto superando crisi di mercato e affrontando sfide regolamentari e tecnologiche. Il nostro modello di business ha dimostrato di essere vincente. Ora bisognerà lavorare per una maggiore riconoscibilità della figura del consulente sul mercato, per far apprezzare sempre di più le nostre professionalità e competenze. Anche questi mesi sono cruciali, a partire appunto dalla riorganizzazione dettata da Mifid II e io sono impegnato fino in fondo per la fine di questa legislatura.
D. Ad aprile ci saranno anche le elezioni di Enasarco, l’ente previdenziali degli agenti. La campagna elettorale è già iniziata. Voi a cosa puntate?
R. Quello scorso è stato il primo mandato in cui Anasf ha ottenuto un rappresentate sui 15 consiglieri complessivi di Enasarco. Avevamo sostenuto il presidente chiedendo la modifica dello statuto attuale che consente ad Anasf di partecipare alle elezioni solo dopo una raccolta di firme. Il nostro desiderio è stato disatteso e abbiamo deciso di allearci con Federagenti e Fiac e con Confesercenti lato datoriale. Nella prossima governance vogliamo avere un peso maggiore insieme ai nostri alleati per modificare lo statuto e migliorare la gestione mobiliare e immobiliare dell’ente. (riproduzione riservata)

Fonte: logo_mf