Il volume d’affari che ruota intorno ai bisogni dei più anziani è di circa 11 mila miliardi di dollari all’anno a livello mondiale. Importi destinati a lievitare perché si stima che nel mondo il numero degli over 65 raddoppierà entro il 2050
di Anna Messia

La ricchezza è nella terza età. E non si tratta solo della saggezza acquisita negli anni, frutto delle esperienze della vita. Secondo recenti analisi il volume d’affari che gira intorno alla cosiddetta silver economy, ovvero i bisogni e le esigenze degli over 65, è oggi di circa 11 mila miliardi di dollari all’anno a livello mondiale. Importi destinati a lievitare perché si stima che nel mondo gli over 65 raddoppieranno entro il 2050, passando dall’8,3% al 15,8%. Un allungamento della vita che se da una parte è un trionfo della medicina e della scienza, dall’altra pone al sistema nuove sfide e chiama all’azione tutti gli attori coinvolti: i governi in prima battuta, alle prese con la sostenibilità dei sistemi previdenziali e sanitari, ma anche le assicurazioni, che possono offrire prodotti su misura per offrire servizi in grado di migliorare lo stile di vita degli over 65, spesso ancora attivi, oltre che assisterli in caso di malattia. E pure le banche e le società di gestione del risparmio non possono chiamarsi fuori obbligate a trovare nuove soluzioni per gestire meglio i risparmi di chi è più avanti con l’età. Anche perché in un mondo che sconta ancora una forte precarizzazione del lavoro, con contratti a termine, i meno giovani sono quelli che hanno oggi le maggiori ricchezze da gestire e da amministrare, e che svolgono spesso un ruolo da ammortizzatori sociali verso le nuove generazioni.

Le famiglie con una situazione economica più stabile, che hanno retto meglio alla crisi finanziaria, sono proprio quelle con a capo un over 65, come emerso dalle analisi della società di consulenza Prometeia, che a giugno scorso ha partecipato al primo Silver Economy Forum tenutosi a Genova. Il trend di invecchiamento della popolazione è tra l’altro particolarmente accelerato in Europa dove già oggi la popolazione over 65 rappresenta il 19,2% di quella totale e si calcola che nel 2080 la percentuale degli ultrasessantacinquenni nei paesi Unione Europea supererà il 29%, di cui un 12% di over 80. Con l’Italia in prima linea visto che si tratta del Paese più longevo al mondo, dopo il Giappone, dove oggi gli over 65 sono 13,5 milioni, l’11% della popolazione e nel 2024 dovrebbero arrivare a rappresentare il 25% dell’intera degli italiani.
Numeri e previsioni che hanno convinto operatori di mercato a rivedere la propria organizzazione e la propria offerta, con un focus specifico dedicato a questa fascia di consumatori. In Swiss Re, il colosso della riassicurazione con sede a Zurigo, hanno addirittura creato un ufficio con un responsabile ageing, incaricato di studiare questi fenomeni e di trovare soluzioni alle mutate esigenze e di recente hanno realizzato un studio mondiale per capire meglio questi fenomeni. L’analisi ha in particolare l’obiettivo di capire quanto costa soddisfare i bisogni di un anziano e quali sono le risposte che arrivano oggi dal sistema, ovvero chi paga per rispondere a questi bisogni. «Abbiamo creato una struttura dedicata al fenomeno ageing due anni fa con l’obiettivo trovare le soluzioni utili a colmare i gap di protezione che registriamo nella società», spiega Domenico Savarese, responsabile ageing di Swiss Re, aggiungendo che «lo scopo del recente studio realizzato è quello di capire quale sia la situazione di partenza».

Dalla fotografia scattata da Swiss Re emerge appunto che la spesa complessiva nel mondo per gli over 65 è di 11 mila miliardi di dollari, con una media di 41 mila dollari pro capite, pari a 35.700 euro. Di questo ammontare il 60% è a carico dello Stato (con pensioni e assistenza), il 10% pesa sulle famiglie, il 25% arriva da risparmi personali e solo il 5% dalle assicurazioni. «Gli spazi di crescita per il settore assicurativo sono evidenti», aggiunge Savarese, «considerando che se le compagnie arrivassero a coprire il 10% si aprirebbe una fascia di mercato di circa 500 miliardi».
Le occasioni sono ancora più marcate se si fa riferimento soltanto all’Italia, dove la spesa complessiva degli over 65 è di 600 miliardi di dollari, con un pro capite medio di 38 mila euro. Nel Paese la quota che fa capo alle assicurazioni è pari ad appena l’1% mentre il binomio tra Stato e famiglia (ovvero il tempo che figli o nipoti dedicano agli over 65) è tra i più alti al mondo, arrivando a pesare per l’84% della spesa totale. Una percentuale, quella che arriva dallo Stato, che pare inevitabilmente destinata a ridursi in conseguenza della riforme previdenziali e dei tagli alla sanità pubblica.

Mentre le compagnie assicurative stanno iniziando a muoversi per trovare il modo di soddisfare al meglio i nuovi bisogni sociali che sono la diretta conseguenza dell’invecchiamento della popolazione. «Partendo dal presupposto che in Italia lo Stato e la famiglia hanno un ruolo preponderante per il sostegno alla terza età le assicurazioni devono capire come possono migliorare la vita delle persone, offrendo servizi aggiuntivi come possono essere diagnosi o di assistenza medica, magari in remoto» aggiunge il manager di Swiss Re. La società di riassicurazione lavora fianco a fianco con le compagnie che hanno iniziato a mettere in atto nuove strategie, segmentando la tipologia di clientela anche all’interno della fascia dei consumatori silver. «In Italia abbiamo oggi 13,5 milioni di over 65 di cui l’11% di questi si qualifica come active, quindi viaggia, ha interessi culturali, partecipa attivamente alla gestione familiare e ricerca servizi che possano semplificare la vita quotidiana», osserva Fabio Carsenzuola, amministratore delegato e direttore generale di Europ Assistance Italia (gruppo Generali ).

A questa fascia di clientela la compagnia è pronta ad offrire servizi che possano ulteriormente migliorarne lo stile di vita, come conciergerie per l’organizzazione di viaggi o per la prenotazione di eventi. Ma a questi si aggiunge una percentuale di over 65 parzialmente (30%) o completamente inattiva (59%) e in quel caso la risposta può variare. «Alle persone che iniziano ad avere qualche prima necessità medica, ricorrente o episodica, offriamo soluzioni di videoconsulenze con medici attivi 24 ore al giorno, un network di centri medici convenzionati e strumenti di monitoraggio per specifiche patologie», continua Carsenzuola, «fino ad arrivare alle persone che iniziano gradualmente a perdere la propria autonomia e che potrebbero trovare risposte con servizi di badanti o infermieri a domicilio, fino ad offrire un supporto per riadattare la propria casa in funzione delle mutuare esigenze». Insomma la risposte del settore assicurativo iniziano ad arrivare e cambiano a seconda dei bisogni ma la ricerca sembra essere solo agli inizi e per trovare nuove soluzioni vengono chiamate in campo anche le nuove tecnologie.
In questa direzione va il bando di gara lanciato da Europ assistance, con Generali Assicurazioni e la piattaforma GrowItup, creata da Cariplo Factory e Microsoft , per individuare star up in grado di rispondere al meglio ai bisogni delle persone nate prima del 1960, dall’assistenza medica, alla consegna di cibo o farmaci a casa o appunto al concierge per il tempo libero. Oltre a questi bisogni in Zurich, dove già dal 2014 hanno iniziato ad accendere un faro sulla silver economy, hanno posto l’attenzione sulle necessità finanziarie degli over 65. «Da tempo Zurich ha intrapreso una strada per l’identificazione di prodotti e servizi adatti alla clientela silver», spiegano dalla compagnia, «occupandoci per esempio di soddisfare al meglio le esigenze di decumulo dei risparmi, prevedendo per esempio una pensione integrativa o una rendita per i propri familiari». (riproduzione riservata)

Fonte: