Una cifra monstre, superiore al 10% del pil nazionale; 198 miliardi di ricchezza degli italiani immolata sull’altare dello spread dal giorno successivo alle elezioni politiche del 4 marzo. Un bilancio purtroppo solo provvisorio. I sette mesi che separano il Paese dalla nuova tornata elettorale, quella delle elezioni europee, rischiano di essere ancora più complicati per il governo giallo-verde e soprattutto più onerosi per il risparmio nazionale. Il braccio di ferro con l’Unione europea prosegue e porterà alla sicura bocciatura della proposta di legge di Bilancio e all’avvio della procedura d’infrazione contro l’Italia
Poste italiane fa marcia indietro sulla partita del ramo Rc Auto. La frenata sul debutto del gruppo postale guidato da Matteo Del Fante nelle settore delle polizze auto era già nell’aria da settimane, come riportato nei giorni scorsi da MF-MilanoFinanza. La compagnia in pratica aveva avviato una riflessione che l’aveva portata a ripensare la strategia su questo fronte. Alla fine ha deciso che la cosa migliore da fare in questo momento era quella di concentrarsi sullo sviluppo di altri rami Danni, con il welfare in prima linea e Poste Assicura che in pochi mesi ha rivisto completamente la gamma prodotti, investendo molto in tecnologia.

Così i vertici dell’impresa devono fronteggiare rischio reputazionale

Uno dei principali rischi che preoccupa le imprese è quello reputazionale per l’impatto che può avere sulla stabilità dell’azienda e sul valore del brand. E quanto emerge dalla ricerca dell’Osservatorio Cineas-Mediobanca che verrà presentata il prossimo 6 novembre al Politecnico di Milano. Il rischio reputazionale è un rischio derivato dalla gestione più o meno efficace di altri rischi, ad esempio quelli relativi alla sicurezza sul lavoro, alla difettosità del prodotto oppure alla violazione dei dati dei clienti. Tuttavia per la sua significatività è un tipo di rischio di pertinenza di chi governa l’impresa. Molti sono gli eventi cui abbiamo assistito e cui assistiamo ogni giorno che generano conseguenze sulla reputazione delle imprese.
Il volume d’affari che ruota intorno ai bisogni dei più anziani è di circa 11 mila miliardi di dollari all’anno a livello mondiale. Importi destinati a lievitare perché si stima che nel mondo il numero degli over 65 raddoppierà entro il 2050
Maria Bianca Farina va verso la riconferma al vertice dell’Ania, l’associazione che rappresenta le compagnie di assicurazione. Nei giorni scorsi era circolata l’ipotesi di una probabile staffetta al timone dell’associazione. Il candidato di cui si era parlato è l’attuale presidente di Generali Gabriele Galateri, e l’ipotesi di un cambio della guardia al comando dell’Ania non era legata al giudizio degli assicuratori nei confronti di Farina (il cui lavoro è anzi stato apprezzato in questi anni) ma piuttosto agli articoli dello statuto della compagnia assicurava di Trieste.
Nel terzo trimestre del 2018 si sono registrate in Europa 64 ipo, che hanno raccolto 3,9 miliardi di euro, meno della metà rispetto agli 8,3 miliardi raccolti dalle 76 quotazioni di un anno prima. La borsa di Londra si conferma la più attiva anche nel periodo giugno-settembre, con 16 operazioni per un totale di 1,9 miliardi. Borsa Italiana, invece, ha accolto 12 ipo registrando una raccolta di 144 milioni, tutti sul segmento Aim. Piazza Affari tutto sommato si è difesa bene finora quanto a numero di operazioni (12 ipo contro le 16 di Londra) ma con dimensioni medie decisamente ridotte. «È molto importante sostenere il Sistema Paese che si fonda sul lavoro delle piccole e medie imprese», spiega Franco Gaudenti, amministratore delegato di EnVent Capital Markets ltd. «Le pmi hanno bisogno di capitali per stare al passo con la competizione, la crescita e lo sviluppo internazionale».
Il 5 ottobre Consob ha pubblicato le Q&A con una serie di utili risposte ai quesiti presentati, da Anasf e dagli stakeholder, in tema di formazione e aggiorna-mento professionale. Le risposte consentono finalmente di chiarire gli adempimenti a cui sono chiamati i consulenti finanziali.

L’anno scorso il patrimonio dei miliardari ha registrato il maggiore incremento di sempre: la crescita è stata del 19% a 8.900 miliardi di dollari (7.819 mld euro) ripartiti fra 2.158 individui. Nonostante un solido andamento nelle Americhe e in Europa, sono stati i Paperoni cinesi a fornire il contributo maggiore, con un incremento del patrimonio del 39% a 1.120 miliardi di dollari (985 mld euro). È quanto emerge dal rapporto Billionaires Insights pubblicato da Ubs e PwC.
Il decreto Lorenzin ha riconosciuto la tutela dell’indennizzo a tutti i danneggiati da vaccinazione antipoliomelitica non obbligatoria. E quindi per opporre all’autorità sanitaria il diritto al ristoro la domanda deve essere presentata entro tre anni da quando l’avente diritto ha assunto conoscenza del danno: il termine di decadenza, dunque, decorre dal momento in cui il paziente diventa consapevole di essere afflitto da una malattia che per nesso causale può essere ricondotta alla somministrazione del vaccino. È quanto emerge dalla sentenza 27101/18, pubblicata il 25 ottobre dalla sezione lavoro della Cassazione.
Sono circa 917 mila gli immobili ipotecati a garanzia di mutui nel 2017, circa il 4% in più del 2016, a cui sono associati poco meno di 93,5 miliardi di capitale. La maggior parte di essi è contenuta in atti prettamente residenziali con una quota pari al 57,8%. Se a questa percentuale includiamo anche gli atti residenziali di tipo plurimo e residenziale misto, gli atti che contengono almeno una residenza rappresentano più dell`80% del totale delle iscrizioni ipotecarie.
Via libera dell’Inail alla rivalutazione delle prestazioni. Dopo un fermo di due anni dal 1° luglio le prestazioni per infortuni e malattie professionali salgono dell’1,1%. Lo spiega lo stesso Inail nella circolare n. 40/2018, annunciando l’invio agli interessati della comunicazione con i dettagli sulla riliquidazione e conguaglio (moduli 170/I e 171/I). Rinviato, invece, il debutto della rivalutazione del danno biologico, sui cui l’Inail emanerà specifiche istruzioni.

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  • Pensioni, “quota 100” scatta già quest’anno
I requisiti per andare in pensione anticipata con quota 100 dal prossimo anno potranno essere maturati sin da subito. Chi cioè entro il prossimo 31 dicembre arriva a sommare almeno 100 tra età anagrafica e contributiva — con almeno 62 anni e 38 di contributi fissi — può già preparare gli scatoloni. Andrà in pensione dal primo aprile 2019, se lavoratore privato. Dal primo giugno, se statale. Non solo. Dei 38 anni di contributi richiesti, fino a 3 possono essere figurativi: maturati nei periodi di disoccupazione o malattia. Novità che emergono dalla bozza del pacchetto pensioni, messa a punto per la legge di bilancio.

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  • In Piazza Affari 100 euro investiti dieci anni fa ora valgono solo 81
Il calcolo è contenuto nella edizione 2018 di «Indici e dati», realizzato dall’Ufficio studi Mediobanca. Il rapporto, che indica in Replay il titolo con il rendimento più elevato nel decennio (compresi i dividendi il valore dell’investimento si è moltiplicato di 12,9 volte), considera poi la capitalizzazione complessiva della nostra Borsa: a fine settembre era pari a 518 miliardi, il 29% in meno rispetto a fine 2007 (il rapporto sul Pil è sceso nel periodo dal 48 al 30%), valore che sale a 620 miliardi includendo le società attive in Italia ma con sede all’estero come Exor o Tenaris. In termini di quote, dal 2007 l’industria si è portata dal 60% al 71% della capitalizzazione totale, mentre le banche sono arretrate dal 30 al 21% (nel 2008 erano al 26%). E se per valore a fine 2007 Piazza Affari era diciottesima al mondo, oggi è diciannovesima dopo il Brasile e prima della Russia. Numero uno è stabilmente Wall Street e il Nasdaq ha registrato nel decennio una performance superiore a quella dei mercati emergenti: 100 euro sono diventati 430. La nostra Borsa, nonostante il recupero da metà 2012, è in fondo alla graduatoria dei principali 20 mercati con una performance media annua negativa del 2%.

  • Crescono i super ricchi, soprattutto in Cina
Novemila miliardi, per l’esattezza 8.900 miliardi di dollari. Una montagna di ricchezza che nel mondo fa capo solo a 2.158 individui. Considerando poi che si tratta solo di ricchezza finanziaria (sono esclusi immobili, oggetti di valore, gioielli, partecipazioni societarie e molto altro ancora) ci dà l’idea di quanto immenso sia il divario che esiste oggi nel mondo. Senza contare che questa ricchezza registra poi una crescita senza precedenti (+29% anno su anno). E se questa ricchezza fino a qualche anno fa era l’effetto soprattutto di passaggi generazionali importanti da qualche anno a questa parte avanza e si fa largo l’esercito dei self-made man. Molti dei nuovi miliardari non sono nella vecchia Europa o nella ricca California ma sono asiatici, in particolare cinesi. E se in Italia il numero dei super paperoni è fermo da anni (43 nel 2017, 42 nel 2016, 41 nel 2015 per un ammontare complessivo di 170 miliardi) in Cina in un anno i miliardari sono passati da 318 a 373 (nel 2006 erano solo 16) con una crescita delle loro ricchezze del 39% (1.120 miliardi di dollari).

 

  • Asset protection? Il ruolo della fiduciaria o della private insurance
A chi teme il rischio paese, quali sono le soluzioni che suggerire? «Non pensiamo che in questa fase la situazione italiana sia così critica, dunque non sollecitiamo i clienti a muoversi – spiega Luigi Mennini, ad di Finnat Fiduciaria – ma ai tanti che chiamano in cerca di informazioni prospettiamo tre soluzioni». Le soluzioni sono: aprire in autonomia un conto all’estero con tutti gli oneri contributivi che ne seguono (indicazione nel quadro RW della dichiarazione), ricorrere ad una fiduciaria italiana per gestire una relazione su sistema bancario estero (la fiduciaria è sostituto di imposta) oppure l’apertura un conto a nome del cliente su intermediario estero con contestuale mandato ad una fiduciaria senza intestazione.
  • Risparmiatori e consulenti, una relazione da migliorare
Per la consulenza finanziaria resta ancora tanto da fare, ma non manca lo spazio. I dati del rapporto 2018 su «Le scelte di investimento delle famiglie italiane» presentato lunedì a Roma, offrono spunti importanti per i professionisti che operano nel mondo della consulenza finanziaria. Soprattutto in vista della trasparenza dei costi imposta da Mifid2 e che sarà evidente agli investitori a partire dai rendiconti che saranno pubblicati a partire dal prossimo anno. I dati relativi alla consulenza sono piuttosto scoraggianti. Secondo quanto emerge dal rapporto più del 50% degli intervistati (i dati del rapporto si basano su una rilevazione campionaria, che di anno in anno arricchisce la rappresentatività del panel individuato) non è in grado di definire in cosa consista il servizio di consulenza in materia di investimenti. Circa l’80% degli investitori è convinto che la consulenza sia gratuita o non è in grado di dire se essa venga remunerata, mentre il 48% circa non è disposto a pagare per il servizio.
  • La salute è al centro dei bisogni
Aumenta l’interesse sui contratti che aiutano a compensare le crescenti scoperture della sanità pubblica. Prima lo ha certificato Banca d’Italia, con la sua ultima indagine su bilanci delle famiglie italiane (relativo al 2016). E poi è arrivata la conferma di Ania (l’Associazione nazionale per le imprese assicuratrici), questa volta sul 2017: il settore delle polizze salute è in continua crescita. Un trend che è figlio dei tempi in un contesto dove le famiglie italiane in difficoltà, che non riescono ad arrivare a fine mese, è in continuo aumento. Riuscire a far fronte a spese impreviste, come quelle mediche, è diventato più complicato. A questo poi si aggiunge la demografia: l’Italia invecchia e c’è necessità di servizi su misura per gli anziani. Da qui il ruolo crescente delle assicurazioni private e il maggiore ricorso alle polizze salute per tutelare se stessi e la propria famiglia.
  • Più vicini agli assicurati con tecnologia e servizi
Il tema della salute è sempre più centrale. Per tutti. Secondo i primi risultati della ricerca Axa-Episteme, che sarà presentata al prossimo Axa Forum dell’8 novembre, rimane una delle grandi priorità delle persone, sempre più propense a rivolgersi a un’offerta privata da affiancare quella del Sistema Sanitario Nazionale. «Il tutto si inserisce in un contesto di invecchiamento della popolazione (è di questi giorni la notizia degli over 60, che sono numericamente superiori agli under 30, ndr), contenimento della spesa pubblica e fenomeni sempre più attuali e gravi come quello della rinuncia alle cure e delle malattie croniche – commenta Patrick Cohen, amministratore delegato del gruppo Axa Italia –. Su questo terreno abbiamo concrete possibilità di fare la differenza per i clienti, puntando su servizi utili e accessibili anche grazie alla tecnologia e al digitale e alla consulenza qualificata e cura del dettaglio delle nostre reti distributive. Sulla salute non si improvvisa. Dobbiamo dimostrare con i fatti di esserci, quando e dove serve, puntando su semplicità, trasparenza e qualità in ogni fase della relazione».