Vincent Bolloré ha suonato il «liberi tutti» in Mediobanca per slegarsi le mani su Tim e Mediaset, ma per ironia della sorte Ennio Doris, patron di Mediolanum e socio storico del grande rivale del finanziere bretone, Silvio Berlusconi, ha tirato fuori dal cilindro l’idea di un nuovo patto di consultazione sulla banca d’affari, di cui Mediolanum ha il 3,29% e il banchiere nato a Tombolo uno 0,21%% tramite la holding di famiglia Fin.Prog.
Aggrapparsi ai dividendi delle azioni o ai rendimenti delle obbligazioni societarie può essere una strada da percorrere in questa fase di turbolenza per Piazza Affari e di rialzo dei tassi sui titoli di Stato. Quanto alle prime, complici i ribassi di borsa, i dividendi sono arrivati a rendere oltre il 9%. Il momento appare propizio proprio per approfittare della forte discesa che ha colpito molti titoli del listino italiano. Anche se la stagione della distribuzione degli utili è lontana (primavera 2019), un assaggio si è già avuto con Eni che il 26 settembre ha pagato l’anticipo dell’acconto del dividendo 2018 di 0,42 euro per azione sugli 0,83 euro totali, in aumento del 3,75% rispetto agli 0,8 sul 2017.
Un lavoratore nato nel 1960 che abbia iniziato a lavorare a 22 anni potrà andare in pensione a 62 invece che aspettare i 65 anni e 7 mesi. Ossia potrà dire addio al lavoro quasi 4 anni prima. Ancora meglio va a un coetaneo che abbia iniziato a lavorare a 24 anni; in questo caso andare in pensione a 62 anni vuol dire anticipare di 5 anni e sei mesi rispetto alle regole attuali, con le quali dovrebbe aspettare i 67 anni e 8 mesi. È quanto emerge da una prima simulazione elaborata dalla società di consulenza indipendente Progetica sulla base dell’ipotesi che venga prevista quota 100 con 38 anni minimi di contributi e 63 anni di età e che la pensione anticipata a 41 per tutti sostituisca le finestre attuali (41 e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini).
I Pir hanno frenato la cavalcata. Ma è da febbraio che le borse non beneficiano più della situazione serena di un anno fa. Dall’entrata in vigore nel gennaio 2017 i Piani individuali di risparmio hanno raccolto 14,225 miliardi di euro, di cui 10,902 miliardi lo scorso anno e 3,34 miliardi (-38,6%) nei primi sei mesi del 2018. Secondo il Pir Monitor di Equita sim aggiornato a fine settembre la previsione è raggiungere a dicembre 6,5 miliardi. A frenare la raccolta sono stati gli scossoni di borsa da febbraio a oggi, fra dazi e spread. Eppure le Mid e Small cap, scrive la sim milanese, trattano a premio, ovvero 18 volte il rapporto prezzo-utili atteso nel 2018 rispetto alle 16,8 volte delle concorrenti europee, perché sono considerate dal mercato investimenti di qualità e con bilanci solidi, frutto di ricavi diversificati in tutto il mondo.
Il sistema previdenziale italiano si accinge ad affrontare un’ennesima evoluzione con un nuovo intervento correttivo in prospettiva di flessibilità in uscita con la introduzione di quota 100, la pensione di cittadinanza con la integrazione del minimo fino ai 780 curo, misure che dovrebbero entrare in legge di Bilancio, e , provvedimento all’esame della Camera, il progetto di legge che prevede un intervento correttivo sui trattamenti pensionistici superiori a 4.500 curo mensili (pensioni d’oro).
La stabilità, del franco e le caratteristiche della borsa elvetica offrono una copertura dalla volatilità dell’area euro. Con le opportunità, migliori da cercare nel settore assicurativo

Annacquare la legge Fornero sulle pensioni significa giocare col fuoco. È il risultato di una ricerca di Prometeia, la società di studi economici e finanziari presieduta da Angelo Tantazzi. Se da un lato non si può disconoscere il legittimo desiderio di approdare alla pensione alla stessa età delle passate generazioni, dall’altra vi è il positivo allungamento della vita che rende impossibile l’equilibrio del sistema a tali condizioni col rischio di mandare in frantumi l’intero assetto del bilancio pubblico.
Il governo, con la legge di bilancio per il 2019, rafforzerà le agevolazioni agli investimenti in venture capital. E, attraverso una semplificazione, potenzierà i Piani individuali di risparmio (Pir), per attrarre risorse da utilizzare come leva finanziaria alternativa alla quotazione, a sostegno delle imprese non quotate e delle startup. Attualmente, infatti, il risparmio raccolto dai Pir può essere investito in azioni, obbligazioni, quote di fondi e contratti derivati. Di più.
  • Banca Mediolanum, raccolta a 2,7 miliardi
Nel mese di settembre il gruppo Banca Mediolanum ha registrato una raccolta netta totale di 96 milioni di euro, che porta a un saldo positivo da inizio anno pari a 2,7 miliardi di euro contro i 3,6 mld del progressivo a settembre 2017. In particolare, la raccolta netta in risparmio gestito è stata positiva per 124 milioni di euro, mentre la raccolta netta in risparmio amministrato è stata negativa per 29 milioni. «La raccolta netta», ha commentato l’a.d. Massimo Doris, «è stata ancora una volta caratterizzata da un’elevata qualità, considerati i flussi nel gestito. Ai 124 milioni registrati, infatti, vanno aggiunti ulteriori 130 milioni circa di certificates già sottoscritti dai nostri clienti, la cui contabilizzazione avverrà formalmente nel mese di ottobre».

corsera

  • Pensioni, arrivano le quote Uscita con la vecchiaia o dai 62 anni con Quota 100
Dal 2019 si potrà andare in pensione prima . «Per agevolare il ricambio generazionale e consentire ai giovani di poter avere accesso al mercato del lavoro — dice la Nota al Def — sarà realizzata la cosiddetta Quota 100 come somma dell’età anagrafica (62 anni) e contributiva (minimo 38 anni) quale requisito» per lasciare il lavoro. Spesa prevista: 7 miliardi. Quota 100, secondo le stime del governo, consentirà ad almeno 300 mila lavoratori in più di andare in pensione. Il nuovo canale di pensionamento si somma a quelli attuali, ma non li sostituisce. Non cambiano quindi i requisiti per la pensione di vecchiaia (attualmente 66 anni e 7 mesi d’età con 20 anni di contributi) e per la pensione anticipata (42 anni e 10 mesi di contributi, a prescindere dall’età). È allo studio però l’ipotesi di congelare l’adeguamento alla speranza di vita che farebbe aumentare i suddetti requisiti di 5 mesi dal prossimo primo gennaio. Tornando a «quota 100», essa sarà in realtà «101» nel caso si abbiano 63 anni d’età (perché saranno sempre necessari 38 anni di contributi), «102» con 64 anni e così via.

  • Generali Italia, Sesana entra nell’ICF di Yale
Marco Sesana, amministratore delegato di Generali Italia, entra nell’advisory board dell’International Center for Finance della Yale School of Management. Il manager è volato direttamente negli Stati Uniti per prendere posto nel prestigioso organo che governa uno dei centri chiave dell’università americana. L’Icf riunisce docenti e manager internazionali e ha il preciso scopo di promuovere la leadership e sostenere la ricerca in ambito finanziario e più generale a livello di business.
  • Cassa biologi scommette sul welfare attivo per gli iscritti
Il welfare attivo delle Casse di previdenza dei professionisti potrebbe avere presto un’accelerazione. Ieri il sottosegretario al ministero del Lavoro Carlo Durigon, presente al Congresso nazionale dell’Enpab l’Ente di previdenza e assistenza dei biologi che si è concluso ieri a Roma, in merito alla previdenza privata ha detto che si tratta di «Un mondo che deve essere sempre più autonomo rispetto al sistema» e che «è importante che le Casse abbiamo una autonomia qualificante e qualificata, facciano sinergia tra di loro» e per Durigon il fondo di solidarietà intercasse – che ultimamente è tornato alla ribalta – va in questa direzione.
  • Anima, raccolta a 319 milioni in settembre
    La raccolta netta del Gruppo Anima nel mese di settembre 2018 è stata positiva per 319 milioni di euro, per un totale da inizio anno pari a circa 884 milioni. Il totale delle masse gestite a fine mese è di 103,4 miliardi (+35%). «Il dato conferma il trend molto positivo del secondo semestre, testimoniando la forza e l’ulteriore irrobustimento del network di partner strategici», ha detto l’a.d. Marco Carreri.

 

  • Mifid2 ricavi in discesa fino al 10% in tre anni
Giorgio Libotte, Partner McKinsey: “In Europa l’introduzione della Mifid2 sta avendo un impatto significativo sui margini del settore, con una riduzione di circa 2 punti base sui margini dei mandati di gestione. In Italia, ci aspettiamo che Mifid2 continui a esercitare una pressione sui margini: stimiamo a 3 anni una riduzione dei margini di ricavi compresa tra l’1% e il 2% per le banche private e tra il 5% e il 10% per le reti di consulenti finanziari e gli asset manager.

 

  • Italiani e pensioni, un rapporto in evoluzione
Le nuove generazioni italiane iniziano a prendere sempre più coscienza di un tasso di sostituzione (rapporto tra assegno pensionistico e ultimo stipendio) che inesorabilmente scende verso il basso, anche nell’ordine del 30-40%, complice l’ingresso sul mercato del lavoro sempre più tardi e con impieghi precari. La conferma arriva dalla ricerca “Global Retirement Reality Report 2018” condotta da State Street, in collaborazione con YouGov, in Italia e in altri 7 paesi su un campione di 9.451 persone che si trovano in diverse fasi della loro vita lavorativa e pensionistica.
  • Il match tra gestioni e “contenitori” Vita
Investire con la flessibilità e la diversificazione concessa da una gestione patrimoniale, ma con i vantaggi propri di un contratto assicurativo, per esempio in tema di tassazione differita e benefici successori. Sono queste le caratteristiche dei cosiddetti wrapper assicurativi, dei “contenitori” che possono assumere per esempio la forma di polizze unit linked o multiramo e che includono al loro interno diversi asset e prodotti e prevedono un elevato grado di personalizzazione.
  • Paperoni più esposti sulle unit e sulle multiramo
La polizza ha il suo fascino nel settore del private banking dove le franchigie di esenzione dalle tasse di successione (fissate in 1 milione di euro) vengono spesso superate e dove quindi la pianificazione successoria diventa un “must” per chi non è più giovane e ha in primo luogo l’esigenza di proteggere i propri averi sia dalle crisi dei mercati, sia dal peso del Fisco e dalle mire dei creditori. Negli ultimi quattro anni abbiamo assistito a una notevole crescita del peso dei prodotti assicurativi nei portafogli private. La quota relativa a questi prodotti è infatti aumentata di 4 punti percentuali sul totale degli investimenti private, passando dal 16% nel 2015 al 20,5% nel 2018. Lo evidenzia un’analisi al 30 giugno fornita a «Plus24» da Aipb, l’Associaizone italiana private banking.