Le startup italiane a maggior tasso di crescita quest’anno hanno raccolto 363 milioni di euro. E a nove società sono arrivati da 12 mln in su. A Prima Assicurazioni ben 100 mln, il bottino più ricco
di Stefania Peveraro

Da inizio anno a metà ottobre gli investitori di venture capital italiani e internazionali hanno finanziato ben 22 scaleup italiane per oltre 363 milioni di euro, con ben nove società che hanno raccolto round dai 12 milioni in su. Emerge dal database di BeBeez, considerando soltanto le società che in questi mesi hanno raccolto round dai 3 milioni in su e che quindi possono essere considerate «startup cresciute». Il dato è estremamente positivo per il mercato italiano, anche eliminando l’ultima grande operazione annunciata, decisamente fuori scala rispetto alle altre, e cioè il round da 100 milioni di euro che ha portato a casa nei giorni scorsi Prima Assicurazioni, la startup insurtech specializzata nella distribuzione di polizze auto, che sfrutta sofisticate tecnologie di intelligenza artificiale per comprendere al meglio i bisogni e le necessità di ogni singolo utente. A firmare il ricco assegno sono stati Goldman Sachs Private capital investing e il fondo Tactical opportunities di Blackstone.

Ebbene, si diceva, anche non considerando questi 100 milioni, il dato di 263,5 milioni sarebbe già comunque eclatante, perché più del doppio dei circa 110 milioni raccolti da 13 scaleup italiane in tutto il 2017 (arrotondando per tenere conto del cambio con il dollaro, visto che in alcuni casi i round sono in valuta Usa). E la considerazione resta la stessa anche togliendo dal conto l’altro mega-deal dell’anno e cioè il round da 46 milioni annunciato a maggio da Moneyfarm. Staremmo infatti sempre parlando di oltre 200 milioni di euro di investimenti sulle scaleup.

Moneyfarm, la scaleup digitale, fondata da Paolo Galvani e Giovanni Daprà nel 2011 e specializzata nella consulenza finanziaria online e soprattutto nella gestione patrimoniale in portafogli di Etf, ha infatti incassato gli investimenti di alcuni degli investitori dei precedenti round, e cioè del gruppo Allianz e dei fondi United Ventures e Cabot Square, ma anche di nuovi investitori come il fondo Endeavor Catalyst e la Fondazione di Sardegna.
Peraltro anche il 2017 rispetto all’anno prima era stato un anno di grande crescita di attività del venture capital italiano, dove inizia a esserci un numero crescente di operatori che vogliono focalizzare i propri investimenti nell’accompagnare le startup nelle loro successive fasi di crescita, appunto quando vengono definite scaleup oppure nel supportare le pmi che hanno sviluppato al loro interno delle tecnologie tali da poter scardinare il loro modello di business tradizionale e fare a loro volta un balzo importante in termini di crescita grazie a industry 4.0.

Solo in questi primi 20 giorni di ottobre si sono registrate tre operazioni su scaleup. A parte quella su Prima, infatti, hanno annunciato round, rispettivamente da 6,4 e 3 milioni di euro, Milkman e TravelAppeal. La prima, startup specializzata nella logistica smart in grado di adattare il proprio servizio di consegna alle esigenze dello specifico committente, ha chiuso il round grazie al contributo principale del fondo Vertis Venture 2 Scaleup, gestito da Vertis sgr, al quale si sono affiancati i fondi di P101 sgr e 360 Capital Partners. Questi ultimi già avevano partecipato al round precedente del settembre 2016 da 1,05 milioni di euro.
Quanto a TravelAppeal, la startup che raccoglie e analizza in tempo reale i dati online del settore travel grazie all’intelligenza artificiale, ha incassato gli investimenti dei fondi Indaco Ventures I e Airbridge Equity Partners.
L’altro tema interessante di quest’anno è stato quello delle exit. Finalmente anche il settore del venture capital italiano inizia a vedere i risultati dei suoi investimenti, con grandi imprese industriali internazionali che decidono di acquistare le startup finanziate in prima battuta da fondi e altri investitori italiani e internazionali. Esemplare in questo senso è stata l’acquisizione di Musement, la piattaforma web che permette di scoprire e prenotare tour e attrazioni in tutto il mondo, fondata nel 2013 da Alessandro Petazzi, Fabio Zecchini, Claudio Bellinzona e Paolo Giulini, che lo scorso settembre è stata comprata dal colosso tedesco del turismo Tui Group.

La scaleup milanese ha oggi uffici a Milano, Barcellona, Londra, New York e Dubai e dall’inizio della sua operatività ha raccolto un totale di 18 milioni di dollari (15 milioni di euro) dai fondi di venture capital. L’ultimo round, il terzo (Series B), è stato da 10 milioni di dollari e risale al dicembre 2016. A guidare il round era stato Micheli Associati, la holding di proprietà della famiglia Micheli, affiancato dai fondi P101 e 360 Capital Partners. Tutti gli investitori erano già azionisti della startup.
Sempre nelle scorse settimane è stata venduta a un gruppo industriale anche Sellf, la startup italiana che ha sviluppato un’app per il Crm (Customer relationship management) dedicata alle reti di vendita, che aiuta i team di venditori/agenti a raggiungere i propri obiettivi commerciali e li motiva usando la gamification. A comprare è stata la spagnola Force Manager, a sua volta un big del Crm, finanziato dai venture capital per un totale di 15,7 milioni. Mentre il fondatore e ceo di Sellf, Diego Pizzocaro, insieme agli investitori che lo hanno supportato sinora, e cioè Club Italia Investimenti 2, P101, Indaco Venture Partners (gestore del fondo Atlante Seed) e H-Farm . reinvestiranno nel capitale di Force Manager.
Che ci sia l’interesse degli investitori internazionali per le startup e soprattutto scaleup italiane è dimostrato dall’ampia partecipazione alla quarta edizione di ScaleIT, la piattaforma-evento fondata nel 2015 dal business angel Lorenzo Franchini, che ogni anno raduna una selezione delle migliori scaleup (quest’anno erano 15) per metterle in contatto con gli investitori internazionali. All’evento, organizzato quest’anno con il supporto di Euronext e di McKinsey, infatti, hanno partecipato oltre 40 fondi internazionali, tra i quali Insight Venture Partners, Accel, Index Venture, Endeavor ed EarlyBird VC.

Dopo tre stagioni, l’evento ha già contribuito a favorire lo sviluppo di un sistema di aziende in grado di raccogliere in soli 2 anni e mezzo circa 160 milioni di dollari. «Abbiamo un focus sul settore fintech in tutte le sue declinazioni. Siamo un operatore globale con sede a Singapore e uffici in Cina e a Tel-Aviv. A oggi in Italia non abbiamo ancora investito, ma ci interessa molto perché il settore da voi come in tutta Europa è in pieno sviluppo», ha detto a MF-Milano Finanza Lior Simon di Arbor Ventures, aggiungendo: «Stiamo investendo il nostro secondo fondo da 200 milioni di dollari e il nostro investimento medio va da uno a 10 milioni per operazione». Il denaro, insomma, non manca. (riproduzione riservata)

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