Da novembre in vigore tre leggi per creare un ambiente normativo ideale. L’isola vuole essere all’avanguardia nel settore. Il fintech e i giochi online valgono già il 32% del pil
di Bepi Pezzulli

Come internet nel 2000-2001 e forse meglio. La rivoluzione digitale basata sull’economia della rete ha già mostrato tutta la capacità trasformativa della tecnologia. Ma se l’epicentro della prima rivoluzione tecnologica era nella Silicon Valley, a sud di San Francisco, la seconda rivoluzione tecnologica sta avvenendo 300 chilometri a sud della Sicilia. Al Delta Summit 2018, appena concluso a St. Julian, Malta ha lanciato la strategia «Blockchain Island», identificando l’industria del blockchain come una direttrice prioritaria di sviluppo della propria economia. Per assecondare la strategia, il parlamento maltese ha emanato tre leggi che entreranno in vigore il 1° Novembre 2018, rendendo Malta il Paese con il quadro normativo più evoluto al mondo in materia di blockchain e un ecosistema già in fase di accelerazione. Malta Digital Innovation Authority (Mdia) Act; l’Innovative Technology Arrangements and Services (Itas) Act; e il Virtual Financial Assets (Vfa) Act. Secondo Massimiliano Rijllo, il fondatore di CoinNect, che prepara un’attesa ico, «con queste tre leggi, il governo maltese è determinato a conquistare il mercato con una filosofia regolamentare molto competitiva. Malta disciplina la Decentralised Ledger Technology (Dlt) quale tecnologia centrale di questo nuovo ecosistema, mentre altre autorità europee cominciano ora a disciplinare le criptovalute, che della Dlt sono soltanto una applicazione».

A Malta, esiste ora un’autorità centrale, la Mdia, che vigila le piattaforme Dlt, gli smart contract e i fornitori di servizi a essi associate (auditor, amministratori, piattaforme), soggetti regolamentati, mentre i Vfa vigilano le ico e gli intermediari nell’ecosistema (le borse di criptovalute, custodia, broker e amministratori di wallet). L’industria del blockchain è in crescita esponenziale. Il ministro maltese per lo sviluppo economico, Silvio Schembri, ha dichiarato che Malta al momento ha un fabbisogno di lavoratori qualificati stimato in circa 40 mila unità e che intende importarne altri 100 mila entro il 2019. Governo e industria stanno lavorando in un’ottica di sistema con obiettivi ambiziosi: una crescita del pil nell’ordine del 7%. A Novembre si replica, Al Blockchain Summit, parteciperanno 400 espositori (tra cui lo stesso governo maltese) e 6 mila delegati. L’indotto della Blockchain Island è già notevole (convegnistica d’affari, servizi legali-fiscali, consulenza, servizi finanziari, immobiliare, commercio). I due settori più sviluppati dell’economia maltese (fintech e iGaming) pesano per il 32% sul pil (pari a 1,2 miliardi di euro nel 2017 per un’isola di 450 mila abitanti). Già nel 2017 il pil maltese è cresciuto del 9%. Il 20% del pil dipende dal fintech e il 12% dal gioco online. Malta vanta un surplus commerciale dell’1,1%, Per il 2018 Eurostat stima un rapporto debito/pil attorno al 50%, in ulteriore contrazione nel 2019. La disoccupazione è al 3,5%, anch’essa in calo. Gli investimenti esteri diretti verso Malta ammontano a 200 miliardi l’anno; in termini di stock sono da riferirsi per il 97% ad attività finanziarie ed assicurative. L’Italia è il terzo investitore a Malta. (riproduzione riservata)

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