Generali/ Parla Mazzocco, ceo del real estate di Trieste. Con lui al timone gli asset sono saliti a 30 miliardi di euro e si punta a crescere ancora con l’arrivo di nuovi investitori istituzionali.
di Anna Messia

Tra le operazioni più importanti firmate di recente ci sono l’avvio della costruzione a Milano della terza torre di CityLife per Pwc (progetto che da solo vale 300 milioni di euro) e l’acquisizione di due immobili direzionali nel quartiere Marais, a Parigi, per 380 milioni. Ma anche investimenti a Varsavia per 225 milioni di euro. L’intenzione, come aveva detto a maggio dell’anno scorso il group ceo di Generali Philippe Donnet, era risvegliare il gigante che dorme. Ora il colosso triestino non solo ha aperto gli occhi ma sta muovendo i primi passi. Il riferimento era al maxi-piano di rilancio del settore del risparmio gestito avviato da poco più di un anno da Generali . Nel settore il Leone intercetta già asset per oltre 446 miliardi di euro. Capitali che, secondo il business plan presentato dal gruppo assicurativo, dovranno arrivare a 500 miliardi entro il 2020 e soprattutto diventare più redditizi, con il contributo al risultato netto di gruppo che dovrà passare dagli 84 milioni di fine 2016 a 300 milioni di euro nel 2020. Piano di sviluppo che Donnet ha affidato Tim Ryan, group chief investment officer e ceo dell’asset management. E al loro interno un pilastro portante è rappresentato dagli asset immobiliari, che da marzo 2017 sono guidati da Aldo Mazzocco, manager molto noto nel settore, con un passato a capo del mattone di Cassa Depositi e Prestiti e prima a lungo numero uno di Beni Stabili .

Anche nel mattone Generali ha già oggi un ruolo di primo piano. Con i suoi 30 miliardi di euro nel real estate il gruppo è il 12° investitore al mondo, secondo la recente classifica stilata da Ipe, rivista specializzata nel settore, scavalcando anche rampanti investitori cinesi. Ma anche negli asset immobiliari Donnet e i suoi uomini hanno visto ampi margini di sviluppo e a un anno e mezzo dal suo arrivo in Generali Real Estate Mazzocco ha già introdotto molte novità. «A circa 500 giorni dal mio arrivo a capo delle attività immobiliari del gruppo Generali si cominciano a vedere i primi risultati concreti delle azioni di razionalizzazione e di accelerazione messe in opera», spiega Mazzocco a MF-Milano Finanza. L’obiettivo principale era aumentare e razionalizzare su scala globale gli investimenti in real estate del gruppo Generali , aprendo anche alla gestione di terzi, trend che coinvolge tutto l’asset management del gruppo. Oggi dei 30 miliardi complessivi che il Leone gestisce nel mattone solo 2 miliardi che si riferiscono a parti terze, mentre tutto il resto sono investimenti diretti del gruppo; e ora si punta a far crescere anche la prima componente. «Si è passati da 26,4 miliardi in gestione a fine 2017 a quasi 30 miliardi previsti per quest’anno con un’accentuata focalizzazione sulle città d’Europa che vengono ritenute più promettenti dal punto di vista immobiliare e di crescita. E si prevede che le masse gestite continueranno a crescere anche per gli anni a venire», aggiunge il manager. I numeri dettagliati saranno resi noti con il nuovo piano industriale triennale che Donnet sta mettendo a punto e che sarà presentato a Milano il prossimo 21 novembre. Di certo l’asset management continuerà a rappresentare un settore su cui il Leone punterà forte nei prossimi anni. «Per mantenere il ritmo di investimento e disinvestimento di circa 1,5-2 miliardi di euro l’anno abbiamo lavorato su tre leve», sottolinea ancora Mazzocco, «riorganizzando la nostra rete sul territorio, con circa 450 professionisti organizzati in quattro macroregioni, lanciando nuovi fondi paneuropei e chiedendo il passporting europeo per la nostra sgr immobiliare di gruppo, con l’apertura di una branch a Parigi che si affianca agli uffici di Trieste e Milano».

I nuovi fondi, che saranno dedicati agli investitori terzi, coprono in particolare sette asset class e tre profili di rischio e investono nelle 16 città europee considerate vincenti oltre a un fondo dedicato ai mercati asiatici. «Si guarda a investitori di lungo termine, come fondi pensione o anche compagnie di assicurazione meno strutturate sul fronte immobiliare». Dalla sua Generali ha messo in campo un team di esperti, formato da circa 450 persone e da portfolio strategist che ogni sei mesi analizzano il mercato immobiliare e fissano le città target sulle quali investire. Tale gestione attiva punta ad anticipare i trend del mercato immobiliare, puntando ad esempio su Milano, Parigi e Varsavia, che stanno beneficiando di una vivacità economica e dei primi effetti dei riposizionamenti conseguenti all’effetto Brexit. Grazie alla rotazione di portafoglio e alle nuove acquisizioni Generali prevede a fine anno di avere un’allocazione geografica che manterrà al primo posto l’Italia (con il 35%), seguita dalla Francia (32%), dalla Germania (16%) e dagli altri principali Paesi europei con una quota compresa tra il 3 e l’8%. (riproduzione riservata)

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