di Simona D’Alessio

«Strappo» netto (e contenzioso giudiziario all’orizzonte) fra Inps e Casse di previdenza sui costi del cumulo gratuito dei contributi: l’Istituto pubblico, infatti, a quanto apprende ItaliaOggi, ha spedito una lettera all’Adepp (l’Associazione che raggruppa i 20 enti privati), nella quale annuncia d’esser pronto a valutare «ogni opportuna azione» per ottenere il pagamento delle spese per svolgere le pratiche di chi vuole usufruire dello strumento, e riunire così i versamenti effettuati in più di una gestione.
La lacerazione era nell’aria, dopo che, nei giorni scorsi, le posizioni erano apparse inconciliabili.
Da un lato della barricata c’è l’Istituto guidato da Tito Boeri che, in un primo momento, aveva quantificato in «65,04 euro» a pratica la somma pretesa, argomentando come la cifra stimata considerava «esclusivamente gli oneri diretti, che riguardano cioè le spese del personale utilizzato in attività legate alla gestione del pagamento» dei trattamenti pensionistici. E che, a partire dall’avvio del cumulo gratuito per i professionisti (disposto dalla legge 236/2016, operativo, però, solamente dalla fine del mese di marzo), non ha mai smesso di reclamare il contributo dalle Casse.

Sul fronte opposto c’è l’Adepp: come ripete il presidente Alberto Oliveti, forte di un parere del ministero del lavoro del 14 marzo (espresso pochi giorni prima che lo strumento decollasse), «giacché nulla di nuovo è intervenuto» rispetto all’indicazione di via Veneto, «riteniamo di non dover accollarci altri oneri», se non quelli bancari e postali per dare le prestazioni, come da convenzione sulla totalizzazione, in vigore dal 2007, e mai disdetta (si veda ItaliaOggi dell’11 ottobre 2018). «Vedremo, a questo punto, che diranno i giudici. Quel che è importante», conclude, «al di là della diatriba, è che il cumulo sia stato sbloccato per gli aventi diritto».
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