Come noto, il Consiglio di Stato, con la sentenza dell’11.04.2018 aveva annullato definitivamente il divieto per la compagnia romena City Insurance ad assumere nuovi affari sul mercato italiano, in base al provvedimento Ivass del 2 luglio 2012 (decisione successivamente confermata il 28 febbraio 2014).

Dopo la decisione di Ivass di bloccarne l’attività in Italia, City Insurance – come apprendiamo da una nota inviata dalla compagnia – ha conosciuto un periodo di “cambiamenti che hanno portato a un corposo rafforzamento finanziario, attestato dalla stessa Autorità di Vigilanza Finanziaria rumena (ASF), con provvedimento del 26 giugno 2017 nel quale sanciva la solvibilità della Compagnia che oggi risponde pienamente agli standard di efficienza patrimoniale richiesti da Solvency II”.

Durante il lungo periodo di stop, City Insurance ha continuato a gestire sia la parte “run off” sia quella “claims” del portafoglio italiano, attraverso i propri loss adjuster. Un’attività che ha consentito di liquidare alcune decine di milioni di euro ai propri assicurati.

Nonostante la vicenda italiana, la Compagnia ha continuato il suo percorso di crescita. Oggi è presente in molti mercati dell’Est Europa e in Grecia; può contare su una squadra di 350 dipendenti e ha chiuso il 2017 con ricavi complessivi di circa 350 milioni di euro, una media di circa 15 mila contratti stipulati al giorno e il più veloce processo di gestione e liquidazione dei sinistri del mercato rumeno.

Anche alla luce della pronuncia del Consiglio di Stato, City Insurance ha riesaminato le linee guida del proprio piano strategico. Se da un lato continuerà la gestione delle clausole “claims” dei contratti del portafoglio italiano, la Compagnia punta a rafforzare ulteriormente il proprio ruolo di punto di riferimento degli italiani che operano in Romania, dove le più grosse aziende costruttrici italiane presenti sono clienti di City Insurance che, grazie al portafoglio altamente specialistico, sta suscitando il forte interesse di fondi e gruppi internazionali interessati a entrare nel mercato rumeno tramite acquisizioni mirate.