di Anna Messia

Generali Italia ha completato più della metà del piano di semplificazione triennale da 150 milioni annunciato lo scorso settembre e l’obiettivo è chiudere tutto con un po’ di anticipo, a fine 2018. Dei 20 cantieri avviati l’anno scorso per ripensare tutti i processi della compagnia 12 sono stati chiusi e 8 sono ancora aperti, spiga a MF-Milano Finanza l’amministratore delegato di Generali Italia, Marco Sesana. L’occasione per fare il punto sullo stato del progetto Semplificazione è stata ieri la presentazione, a Mogliano Veneto, sede della compagnia, del nuovo Innovation Park di Generali .

Si tratta del polo dell’innovazione, con 5 mila metri quadri di spazio destinati allo sviluppo di idee, progetti e tecnologie digitali. «Un’area dove costruire l’assicurazione del futuro», spiegano dalla compagnie, con sei casette tematiche, dove si possono testare sul campo i nuovi prototipi e le nuove tecnologie digitali per lo sviluppo di nuove soluzioni assicurative. «Innovare significa sviluppare nuove tecnologie digitali ma anche introdurre nuovi modi di lavorare», aggiunge Sesana che riguardo lo stato di avanzamento del progetto Semplificazione spiega che tutte le procedure dedicate al pre vendita e alla vendita e alla rete degli agenti sono state ripensate. «Ora stiamo lavorando sul post vendita e sull’assistenza al cliente». Alleanza è stata quella che si è mossa per prima nel gruppo Generali e oggi il 60% delle nuove emissioni di polizza sono completamente digitali. Ora stanno partendo le altre reti di agenti e il risparmio di tempo e di carta sembra evidente. «Abbiamo migliorato il modello di servizio di assistenza alle agenzie, velocizzando i tempi di risposta», aggiunge Sesana, «tra i principali vantaggi dei nuovi processi digitali c’è per esempio il fatto che i dati richiesti ai clienti per stipulare una polizza sono scesi dell’80% perché abbiamo aumentato l’utilizzo dei database, e il tempo di elaborazione dei preventivi è sceso del 50%».

Non solo. Nel ramo Vita si è passato in alcuni casi da documenti che richiedevano 12 firme a una sola firma digitale, con il 25% in meno di pagine stampate. «Quest’anno abbiamo investito circa metà del budget previsto», continua Sesana, «ora stanno entrando nel vivo i cantieri che si occupano della revisione del post vendita». Una rivoluzione dalle fondamenta per il gruppo assicurativo che però non distoglie l’attenzione dalla raccolta vita. «Il business si sta muovendo in linea con il primo semestre», continua il numero uno di Generali Italia, «a settembre abbiamo lanciato due nuove polizze ibride completamente digitali, che seguono le nuove logiche e sembrano molto apprezzati dai clienti».

Nel primo semestre Generali in Italia (che comprende tutte le attività del gruppo nel Paese) ha chiuso i conti con un risultato operativo di 660 milioni, il più alto tra tutti i Paesi in cui il Leone è presente, anche se in rallentamento rispetto ai 696 milioni di giugno 2016. Mentre il New Business Value (che misura la profittabilità dei premi) è stato di 453 milioni rispetto a 330 milioni di giugno dello scorso anno.

Per quanto riguarda il Danni il risultato operativo era stato invece di 362 milioni, anche questo il più alto tra tutti i Paesi in cui il gruppo è presente ma in frenata rispetto ai 416 milioni di giugno 2016. (riproduzione riservata)
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