di Riccardo Lamanna*
L’industria del risparmio gestito sta imparando a crescere secondo un nuovo paradigma. L’aumento dei requisiti regolamentari e la crescente domanda di soluzioni d’investimento personalizzate e diversificate hanno generato un contesto che costringe i gestori a rispondere a questa esigenza con costi più competitivi e un’offerta globale e diversificata. Questa circostanza è del tutto prevedibile, visto che l’81% delle istituzioni ritiene che per soddisfare le richieste degli investitori, gli asset manager avranno bisogno di investimenti ad ampio raggio e di adeguate competenze distributive. Stiamo quindi assistendo a una divisione dell’industria del risparmio gestito, con due differenti opzioni: crescere sul piano dimensionale e diventare economicamente più efficienti, oppure restare piccoli e specializzati. A riprova di tutto ciò, negli ultimi due anni nell’industria dell’asset management è stato siglato il maggior numero di accordi mai riportato nell’uktimo decennio: basti pensare a operazioni come Janus Capital-Henderson nell’ottobre 2016 oppure Standard Life-Aberdeen Asset Management nel marzo 2017.

Dimensione: trovare i partner per l’era digitale. Il raggiungimento di economie di scala non deve necessariamente presupporre l’aumento della forza lavoro o l’ampliamento degli uffici. Per i gestori i cambiamenti tecnologici e l’evoluzione delle richieste dei clienti rendono il settore sia maturo per la rivoluzione digitale (digital disruption), con oltre il 76% degli intervistati che ritiene essenziale la crescita per linee esterne al fine di accelerare l’innovazione digitale . Alcune istituzioni si stanno già adattando al cambiamento, acquisendo piattaforme per la distribuzione digitale e la robo-advisory, in modo da ottenere un accesso diretto alla clientela retail, mentre altre si stanno rivolgendo ai big data e all’intelligenza artificiale per sostituire i gestori nel processo di selezione dei titoli. Puntando sulla giusta tecnologia, le realtà più piccole e di nicchia possono sviluppare la loro offerta o le attività operative, mantenendo un business model snello.

Outsourcing, fattore chiave. Messi di fronte a questo bivio tra crescita e specializzazione, i gestori stanno modificando anche il loro approccio all’outsourcing. La creazione di partnership con fornitori esterni per alcune funzioni può essere un modo per migliorare la performance e il modo di servire il cliente senza appesantire eccessivamente l’organizzazione, in modo da poter utilizzare le risorse interne in attività a maggior valore aggiunto. Secondo un nostro recente studio, negli ultimi cinque anni i gestori hanno posto sempre maggiore attenzione sull’esternalizzazione del processo di esecuzione degli ordini, perché le piattaforme di terzi offrono più efficienza rispetto a quelle interne. Nel corso del prossimo anno, invece, gli asset manager stimano di aumentare significativamente l’esternalizzazione delle attività di contablizzazione, e di quelle a supporto degli investimenti e della distribuzione.
Un gioco per pochi? Non sarebbe, tuttavia, prudente ignorare le preoccupazioni espresse da alcuni rappresentanti del settore, che ritengono questo consolidamento dannoso per il mercato in quanto creerebbe dei monopoli. Siamo nettamente contrari alla teoria secondo la quale le società di gestione – o le istituzioni finanziarie – hanno interesse a una riduzione della concorrenza. I mercati competitivi creano economie più forti che apportano benefici a tutti gli operatori. Questo cambiamento nell’industria è semplicemente un riflesso del nuovo scenario d’investimento. Le società più piccole possono ancora avere successo, ma hanno bisogno di creare partnership più efficaci. La concorrenza resta ai massimi livelli, ma assume nuove forme. Quando i gestori intraprendono strategie che ritengono efficaci per raggiungere i loro obiettivi di crescita, devono utilizzare un nuovo modello di sviluppo, che tenga conto dei temi più importanti, come le dimensioni, la tecnologia e l’asset intelligence. (riproduzione riservata)
*country Head Italy, State
Street Global Services

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