di Michele Damiani

Un documento per promuovere l’organizzazione come requisito fondamentale nella gestione degli studi legali e per favorire un efficiente controllo dei rischi professionali, in modo da ridurre i costi relativi alle coperture assicurative obbligatorie nel settore forense. Questi i principali obiettivi di «studi legali- principi organizzativi e gestione dei rischi connessi all’esercizio della professione» la prassi di riferimento elaborata in collaborazione tra Uni (Ente italiano di normazione) e Asla (Associazione studi legali associati) il cui contenuto è stato illustrato ieri a Milano.

La presentazione ufficiale avverrà il prossimo 13 dicembre in occasione di un evento organizzato dal Consiglio nazionale forense. «La prassi di riferimento diventerà, nel corso del 2018, la base per presentare ai futuri avvocati come dovrebbe essere organizzata la professione: cioè a regola d’arte, sempre orientata al miglioramento e svolta nel pieno rispetto dei clienti, dei collaboratori e dei dipendenti degli studi», secondo l’avvocato Fulvio Pastore Alinante, vicepresidente e segretario generale Asla, presente ieri al lancio della prassi. Ed è proprio l’orientamento verso la clientela uno degli elementi maggiormente innovativi della prassi: come si può leggere dal comunicato congiunto emanato da Uni e Asla: «La prassi spinge verso una maggiore trasparenza del flusso informativo verso il cliente basata sull’adozione di una politica efficace di comunicazione con lo stesso e lo svolgimento di periodiche sui suoi livelli di soddisfazione». In quest’ottica, ogni studio dovrà rendere visibili e valutabili ogni eventuale critica o segnalazione da parte del cliente. In merito alla gestione del rischio professionale, la prassi indica i vari step che ogni studio dovrebbe porre in essere per avere per predisporre un corretto sistema di «risk management». Per prima cosa, il processo di risk assestment dovrebbe essere opportunamente pianificato, fissando innanzitutto gli obiettivi che si intendono raggiungere. Tra i principali obiettivi suggeriti dalla prassi, ci sono la salvaguardia della reputazione, il contenimento delle perdite economiche e l’ottimizzazione delle coperture assicurative. Definire le responsabilità è un altro passaggio molto importante, così come fissare le soglie di accettabilità e le aree di rischio. Dopo aver esaminato le possibili azioni da intraprendere per mitigare il rischio non accettabile, si passa alla definizione del piano d’azione, ovvero si provvede a definire chi deve attuare le singole misure, con quali risorse e entro che termine.
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