Una legge che non risolve i problemi della responsabilità medica. Le quattro criticità presenti nel mondo della responsabilità medica erano un eccesso di responsabilità e di conseguente risarcimento, una carenza di assicurazioni e di una cultura di risk management.

Mi sembra che le risposte della legge siano insufficienti, fatta eccezione per il risk management, profilo sul quale la legge nei primi articoli attribuisce la massima importanza».

Giulio Ponzanelli, partner del dipartimento di contenzioso di BonelliErede, e ordinario di istituzioni di diritto privato alla facoltà di giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, non nasconde le sue critiche alla riforma Gelli.

«Sull’eccesso di responsabilità, si conferma che la struttura sanitaria sarà responsabile ex art. 1218 c.c. ma non si toccano tutte le conclusioni raggiunte dalla giurisprudenza italiana che avevano creato una sorta di responsabilità oggettiva a cura della struttura. Mi sembra anche discutibile la scelta della responsabilità extracontrattuale dell’esercente la professione sanitaria, fatta per favorire il professionista ma che avrebbe potuto essere esclusa con una scelta più decisa a favore di un sistema di accentramento della responsabilità sulla struttura sanitaria, in questo seguendo le indicazioni del modello francese» aggiunge. Quanto all’eccesso di risarcimento «è stata confermata la scelta di applicare i criteri di liquidazione del danno previsti per la circolazione auto ( artt.138 e 139 del codice assicurazioni), ma l’equiparazione tra vittime della strada e pazienti che soffrano un pregiudizio quale conseguenza di un’attività sanitaria lascia molto perplessi.

La carenza di assicurazione determinata dalla fuga delle imprese di assicurazione non è risolta dalla legge: da una parte si impone un obbligo, unilaterale, a carico delle strutture sanitarie e dell’esercente la professione sanitaria ma non alle imprese di assicurazione. Al tempo stesso si introducono misure proprie di un sistema ove operi un obbligo bilaterale assicurativo (quali l’azione diretta e la creazione di un fondo di garanzia) all’interno di un sistema in cui è previsto solo un obbligo unilaterale», chiosa Ponzanelli.

Dire se il contenzioso sanitario si ridurrà non è facile. «Secondo me si dovrebbe ridurre perché questa legge ha sicuramente reso consapevole la società nel suo complesso degli eccessi che si erano verificati e che i risarcimenti sono sempre più costi sociali e che per ridurli bisogna utilizzare le strade della conoscenza e della prevenzione, investendo maggiormente sul Risk management».

© Riproduzione riservata
Fonte:
logoitalia oggi7