IL VOSTRO QUESITO

Un cittadino italiano che mantiene la residenza in Italia ma che vive prevalentemente in un paese della CE (dove ha un regolare contratto di lavoro dipendente ed è titolare di un contratto d’affitto), non comunicando all’assicuratore della RCA della propria autovettura (immatricolata in Italia) il luogo dove prevalentemente guida la stessa, può incorrere in uno dei casi nei quali l’assicuratore invoca un diritto di rivalsa per aggravamento del rischio? In sostanza il dubbio nasce dal fatto che formalmente egli risiede in Italia (tutti i documenti riportano questo status), ma di fatto vive in altro paese. A completamento del quesito si precisa che il cliente non è iscritto all’AIRE.

L’ESPERTO RISPONDE


Premesso che l’iscrizione all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) è prevista soltanto per i cittadini che trasferiscono la propria residenza all’estero per periodi superiori a 12 mesi, il caso in esame è assimilabile alla situazione del cittadino che risiede nel comune di Milano ma che per motivi di lavoro o di famiglia “vive prevalentemente” a Torino. Uno studente con queste caratteristiche verrebbe definito un “fuorisede”.
Come sappiamo, la tariffa della RCA è parametrata sulla residenza / sede legale del proprietario (o del locatario in caso di leasing), e non prende assolutamente in considerazione le “abitudini” di questi. La domanda da fare al cliente è: “dove risiede ?”, non “dove vive o dove lavora ?”
Potrebbe vivere e lavorare 10 mesi a Parigi o a Londra (con contratto di lavoro e di affitto) ma risiedere sempre in Italia. L’Impresa che assicura la RCA non potrà assolutamente esercitare rivalsa per un eventuale minor premio pagato.
Aggiungiamo che l’assicurazione è estesa ai territori dell’Unione Europea + altri europei + quelli facenti parte del sistema internazionale della Carta Verde.