di Anna Messia
Dopo le banche, alle prese con l’Ifrs9 che partirà l’anno prossimo, ora tocca alle compagnie di assicurazione fare i conti con i nuovi principi contabili internazionali. E già si è alzata l’allerta perché secondo i primi calcoli il nuovo Ifrs17 potrebbe costare alle compagnie europee addirittura più di Solvency II in termini di spese amministrative. Una rivoluzione, insomma, destinata a entrare in vigore nel 2021, che cambia completamente la contabilizzazione nei bilanci dei premi assicurativi e che richiederà alle imprese di rivedere in profondità la propria organizzazione. Il 18 maggio scorso lo Iasb, l’organismo responsabile dell’emanazione dei principi contabili internazionali, ha emesso il nuovo principio contabile e ora tocca a Efrag, European Financial Reporting Advisory Group, l’organizzazione europea con sede a Bruxelles, valutare costi e benefici del principio e fornire le sue valutazioni alla Commissione. «Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto la richiesta e ora, come da procedura, abbiamo nove mesi di tempo per esprimere il nostro parere dopo aver fatto un’attenta valutazione di costi e benefici per il mercato», spiega a MF-Milano Finanza Andrew Watchman, presidente e ceo di Efrag Teg, in questi giorni a Roma. Servirà un’analisi approfondita, visto che si tratta di una rivoluzione per il settore, aggiunge spiegando che nei giorni scorsi ci sono stati incontri con tre big europei dell’assicurazione, Prudential, Axa e Allianz e oggi sarà la volta di Generali . «Bisognerà verificare che i benefici siano maggiori dei costi», dice Watchman aggiungendo che «è ancora troppo presto per capire se ci potrebbero essere problemi per le assicurazioni». Le imprese, però, hanno iniziato a sollevare più di qualche dubbio. Mentre tutti sono d’accordo nel riconoscere valida la motivazione che ha portato alla messa a punto del nuovo principio contabile, i problemi sembrano sorgere dalla concreta applicazione delle nuove regole. Finora nei bilanci erano stati considerati importanti i premi assicurativi. Ora con l’Ifrs17 non conterà più il volume dei premi, ma la loro profittabilità, passando quindi da una logica di fatturato alla redditività.

Il fatto però è che per conoscerne la profittabilità, secondo l’Ifrs17, bisognerà segmentare il portafoglio a seconda della data di emissione della polizza, della tipologia di rischio e della profittabilità, facendo subito emergere a bilancio eventuali perdite potenziali. Suddivisione che le compagnie considerano troppo articolata e che attenuerebbe o addirittura eliminerebbe il principio della mutualità tra generazioni, ma che potrebbe addirittura spingere il mercato a non assicurare più alcune aree geografiche o determinati rischi, come è avvenuto per esempio con Solvency II che ha portato le compagnie a bloccare la vendita delle polizze tradizionali, a vantaggio delle unit linked. «Le valutazioni sull’impatto dell’Ifrs17 saranno il primo vero esame importante per Efrag dopo l’Ifrs9 (sugli strumenti finanziari, ndr) e l’Ifrs6 (sul leasing, ndr) che sono stati più veloci», dice Angelo Casò, presidente del consiglio di gestione di Oic, l’organismo italiano di contabilità e membro del board Efrag. Si tratta di un nuovo principio che «il settore sta aspettando da tempo. Le assicurazioni gestiscono il 70% degli strumenti finanziari del mercato e oggi il settore, che si occupa della vita degli assicurati, non è armonizzato», aggiunge Casò sottolineando la necessità di un nuovo standard uguale per tutti. Anche se, va ricordato, l’Ifrs17 sarà obbligatorio soltanto per le società quotate e per il bilancio d’esercizio in Italia (su cui si pagano tasse e dividendi) continuano a valere i principi contabili nazionali. Il settore sembrava d’accordo nella necessità di utilizzare gli Ias anche sul bilancio d’esercizio a partire dal 2019, con Ivass pronta a emanare i necessari regolamenti. Ma una parte del mercato, in particolare le grandi imprese, avrebbero chiesto un rinvio almeno di un anno, o ancora meglio al 2021, allenando tutto alla partenza dell’Ifrs17, sempre che pure quest’ultimo non subisca una proroga.
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