Il nuovo studio annuale Coface sul comportamento di pagamento di 256 imprese di diversi settori di attività.

«Con un’economia in ripresa sostenuta nel primo semestre 2017, l’aumento dei periodi di
pagamento sembra paradossale. Il rallentamento economico del 2016 potrebbe, in parte,
spiegarlo. Il calo della crescita di circa 3 punti e la contrazione del PIL nel settore agricolo di oltre il 10% hanno avuto ripercussioni sull’attività delle imprese, e le loro conseguenze
sembrano proseguire anche nel primo trimestre 2017. Le insolvenze d’impresa 1 sono
aumentate del 15% in media annuale nello stesso periodo, con un picco registrato tra
dicembre 2016 e gennaio 2017; corrisponde al periodo di aumento dell’incertezza politica
legata alla mancanza di un governo per 5 mesi.
Il rallentamento economico non sembra essere la sola spiegazione. Anche la mancanza di
liquidità e l’accesso delle imprese ai finanziamenti potrebbero essere all’origine dell’estensione dei ritardi di pagamento. Il numero di intervistati la cui situazione finanziaria si è aggravata negli ultimi sei mesi è in aumento rispetto al 2016 (43% anziché 37%). Anche le imprese con una situazione finanziaria difficile sono in aumento. Le imprese che si tutelano dal rischio di credito sono sempre più numerose: il 57% ricorre a professionisti, contro il 43% nel 2016», dichiara Sofia Tozy, Economista Coface per la regione del Nord Africa.

Aumento considerevole dei ritardi, soprattutto nell’edilizia e nella distribuzione

Alcuni settori, come le costruzioni, registrano ritardi di pagamento tradizionalmente lunghi. Nel 1° semestre 2017, l’allungamento dei ritardi sembra influire negativamente su quasi tutti i settori: in media, 105 giorni per l’edilizia, 102 per la distribuzione e le attività commerciali, 98 per i servizi alle imprese e 90 per l’agroalimentare. Nel 2016 erano rispettivamente di 87, 89, 64 e 63 giorni. La proporzione di pagamenti con ritardi superiori a 120 giorni è quindi aumentata notevolmente per il 45% delle imprese edilizie (38% nel 2016), per il 46% di quelle del settore distributivo (29% nel 2016), per il 33% delle imprese agroalimentari e per il 47% dei servizi alle imprese. I servizi (servizi alle imprese e altri servizi) sono un settore in cui i tempi di pagamento sono generalmente più brevi.

Migliorano i ritardi di pagamento a 120 giorni

Nel 2016 i ritardi di pagamento migliorano. Nel 2017 si assiste a un capovolgimento di questa tendenza. Sebbene il numero di intervistati che dichiara ritardi di pagamento in media a 30 e 60 giorni sia stabile (28%), le imprese che registrano ritardi di oltre 120 giorni sono in aumento (21,4% per i ritardi tra i 120 e i 210 giorni e il 5% per i ritardi superiori a 210 giorni).
Malgrado il peggioramento delle condizioni di pagamento dei clienti, l’83% delle imprese non applica sanzioni per un ritardo di pagamento da parte dei propri clienti e il 36% favorisce il raggiungimento di un accordo in via amichevole. Il 30% ottiene l’interruzione delle consegne.
Per le imprese esportatrici, i ritardi di pagamento all’estero sembrano concentrarsi
principalmente nell’Africa subsahariana (27%) e in Europa (22%).

Le imprese prevedono una stabilizzazione dei tempi di pagamento e un miglioramento del contesto economico
Nonostante quanto osservato nel 1° semestre 2017, le imprese non prevedono un ulteriore
peggioramento. Più del 50% degli intervistati spera in una stabilizzazione dei pagamenti e solo il 25% teme un inasprimento. Il 23,8% prevede un miglioramento e il 16% termini di
pagamento più brevi. Quest’ultimi, i più ottimisti, provengono dal settore della chimica e
dell’energia e lo stesso pensano gli attori dell’edilizia e della distribuzione.
Nel complesso, le imprese marocchine rimangono pessimiste in termini di evoluzione del
contesto economico, a dispetto dell’attuazione di un nuovo quadro normativo sulle pratiche di pagamento. Al contrario, sono positive sull’evoluzione della congiuntura per i prossimi mesi. Il 30% prevede un miglioramento della situazione congiunturale e il 42% nessun cambiamento della situazione.

“Il prolungamento dei ritardi di pagamento delle imprese marocchine è un dato sul quale
riflettere, soprattutto per le implicazioni che riguardano l’esposizione ai mercati esteri”, ha
sottolineato Ernesto De Martinis, CEO di Coface Italia. “E’ verso l’Europa, infatti, che si
registra uno dei tassi di insolvenza più alti da parte delle aziende del Paese, con conseguenti effetti su export ed internazionalizzazione. Tuttavia, l’orientamento positivo verso il miglioramento della situazione macro-economica nei prossimi mesi consente di guardare al   Marocco con maggiore fiducia, soprattutto per quanto riguarda alcuni settori di rilievo quale quello strategico dell’energia o la chimica”, ha concluso il CEO.