di Andrea Pira
Il rafforzamento dei Pir passa anche dall’innalzamento del tetto di investimenti sui quali casse di previdenza e fondi pensioni possono usufruire delle agevolazioni fiscali. Il passaggio da una quota del 5 al 10% del patrimonio è una delle modifiche sulle quali i deputati vorrebbero un impegno del governo. La richiesta è contenuta in un mozione presentata in commissione Finanze alla Camera dai forzisti Sestino Giacomoni, Sandra Savino e Pietro Laffranco. Il documento, in sostanza, chiede di ampliare «al massimo grado» il meccanismo di uno strumento che nei primi nove mesi dall’introduzione ha permesso di raccogliere già 5 miliardi di euro, ossia la metà di quanto stimato dal governo per l’interno anno.

«Lo strumento funziona, lo stiamo monitorando, facciamo una valutazione seria e poi vedremo» se potenziarlo, aveva chiarito una settimana fa il capo della segreteria tecnica del ministero dell’Economia e della Finanze, Fabrizio Pagani. Dal Parlamento potrebbe quindi arrivare un’esortazione in tal senso, anche perché il documento dei tre onorevoli dell’opposizione è stato ben accolto dalla maggioranza. Maurizio Bernardo, presidente della Commissione, ha voluto sottolineare «l’importanza della tematica affrontata». Sulla stessa linea anche Michele Pelillo, capogruppo del Partito democratico, che, stando ai resoconti pubblicati sul sito di Montecitorio, giudica la risoluzione «ragionevole e condivisibile, anche in riferimento agli impegni», rimandando però il tutto a una valutazione degli effetti finanziari fatta dal governo.

Oltre alle misure per casse e fondi infatti intende impegnare il governo ad applicare il regime agevolativo anche ai proventi derivanti dagli investimenti fatti prima del 2017. Ritiene inoltre utile alzare i limiti posti per beneficiare delle agevolazioni per chi investe in Pir, passando dagli attuali 30 mila a 100 mila euro l’anno, per un totale di 500 mila euro in cinque anni. Nonché permettere a chi cede parte degli investimenti prima dei cinque anni e li reinveste entro 90 giorni di mantenere le esenzioni anche sul nuovo investimento. La risoluzione, infine, punta a favorire il collocamento la a quotazione di un paniere più ampio di titoli e azioni, semplificando le regole per le piccole e medie imprese (riproduzione riservata)
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