Le auto sono diventate praticamente computer a 4 ruote, con sistemi di protezione ancora insufficienti, che fanno presagire un incremento degli attacchi cyber versi le auto connesse nei prossimi anni.

Lo sostiene Joachim Müller, membro del board di Allianz, che ha messo in guarda i costruttori auto contro tali minacce. In particolare la compagnia mostra preoccupazione per i difetti degli strumenti di diagnostica a bordo (OBD2).

Lo scenario dell’hacker che prende il controllo del veicolo non è più insomma fantascienza: un’auto connessa può essere piratata quanto un PC. I costruttori di auto dovranno quindi adeguarsi e rendere sicure le auto connesse quanto un conto corrente bancario.

Nel 2015, l’ADAC (omologa dell’ACI italiano) aveva evidenziato la fragilità della situazione aprendo per esempio le porte di una BMW con un semplice telefonino. Negli USA due ricercatori sono riusciti a prendere il controllo di una Jeep a distanza. Tramite internet sono riusciti ad azionare il freno e anche l’acceleratore, la chiusura delle porte e i tergicristalli, agendo anche sulla direzione.

Allianz stima che gli attacchi cyber alle auto potrebbero essere privilegiati dal crimine organizzato per ricattare i costruttori o i noleggiatori minacciando di sabotare determinati modelli o flotte di veicoli.