«Welfare integrativo anche per i liberi professionisti grazie ai risparmi della spending review delle Casse di previdenza». A lanciare questa proposta è stato Alessandro Visparelli, presidente dell’Ente di previdenza e assistenza dei Consulenti del lavoro nel corso di un forum organizzato nei giorni scorsi a Milano dalla Cassa dei ragionieri alla presenza del ministro del lavoro Giuliano Poletti. «Con la più recente legge di Stabilità il Governo ha inciso sulla defiscalizzazione del welfare aziendale, con un duplice obiettivo: aumentare il potere d’acquisto di beni e servizi da parte dei dipendenti e incrementare la produttività aziendale.

Il grande interesse dimostrato», ha detto, «fino ad oggi da parte di molte aziende, anche di medio-piccole dimensioni, in base a quanto si apprende dalle indiscrezioni giornalistiche, porterebbe il Governo stesso a migliorare ulteriormente l’attuale vantaggio fiscale. Credo che questa sia una strategia giusta, che deve rappresentare un’occasione anche per valorizzare il lavoro autonomo, di cui le libere professioni sono una delle maggiori espressioni. Voglio dire che, dopo tanti anni di richieste inascoltate, i tempi sembrano maturi per avviare un welfare integrato per il comparto professionale. Con una differenza e un vantaggio importante, a mio avviso. Nel caso del welfare aziendale è la fiscalità generale a contribuire al suo sviluppo. Il welfare integrato in favore dei liberi professionisti, al contrario, non può e non deve gravare sulle tasche dei contribuenti: devono essere le Casse di previdenza a occuparsene, utilizzando le risorse proprie. In che modo? Ad esempio, il Governo potrebbe finalmente abrogare la norma che impone il versamento dell’imposta derivante dalla spending review, che per l’Enpacl significa oltre 500 mila euro ogni anno. Tali risorse dovrebbero più utilmente essere lasciate nella disponibilità delle Casse, con lo scopo dichiarato di sostenere interventi di welfare in favore dei professionisti iscritti», ha concluso Visparelli.
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