di Carla De Lellis

L’anno prossimo si potrà andare prima in pensione con l’Ape, a 63 anni d’età se nei successivi tre anni e sette mesi si matura il diritto a una pensione (vecchiaia o anzianità). Tre le tipologie di Ape: volontaria, sociale e aziendale. L’Ape volontaria costerà tra il 4,6-4,7% per interessi; l’Ape sociale sarà gratuita fino a 1.500 euro (oltre, sulla differenza, si pagherà un 1% per anno di anticipo della pensione); l’Ape aziendale la pagherà il datore di lavoro. A prevederlo è la legge di Bilancio, che traduce in norme l’accordo governo-sindacati del 28 settembre scorso. Tra le altre novità, l’estensione della c.d. «quattordicesima» con una doppia disciplina.

In pensione (prima) con l’Ape. L’Ape sarà operativa in via sperimentale e consentirà di andare in pensione prima con un finanziamento di una banca che serve da provvista finanziaria per l’erogazione della pensione dall’accesso (anticipato) fino alla maturazione dei requisiti effettivi (quelli ordinari). Due le condizioni per avvalersi dell’Ape: 1) avere un’età non inferiore a 63 anni; 2) maturare il diritto alla pensione di vecchiaia o a quella di anzianità entro tre anni e sette mesi. La scelta dell’Ape richiederà, inoltre, una polizza assicurativa per il caso di premorienza, al fine di non incidere sulla pensione di reversibilità e sugli eredi. Una volta ottenuta, sarà erogata per 12 mesi (non c’è tredicesima), esentasse. La restituzione del prestito, che include interessi e premio assicurativo, è diluita su 20 anni a rate costanti. Se il pensionato passa a miglior vita, il prestito è rimborsato dall’assicurazione. Tre le tipologie di Ape: volontaria, sociale e aziendale (si veda tabella).

L’Ape volontaria. Per avvalersi dell’Ape volontaria sarà richiesta un’anzianità contributiva di almeno 20 anni (ai fini pensionistici), ma nessun requisito reddituale. Il costo dell’operazione si aggira attorno al 4,6 – 4,7% (costo finanziamento).

L’Ape sociale. Riservata alle seguenti categorie di lavoratori, l’Ape sociale si differenzia dall’Ape volontaria per la previsione di oneri a carico dello stato: disoccupati e senza reddito; occupati in lavori pesanti o rischiosi con alto rischio per infortuni; in particolari condizioni di salute; occupati per la cura di familiari di primo grado conviventi con disabilità grave. Per avvalersi dell’Ape sociale sarà richiesta un’anzianità contributiva di almeno 30 anni, che sale a 36 nel caso di soggetti impiegati in lavori usuranti. È richiesto inoltre un requisito reddituale pari a 1.500 euro che, se rispettato, azzera completamente il costo dell’operazione (tutto a carico dello stato). Quando il limite è superato, scatta una penalizzazione della pensione pari all’1% per anno di anticipo del pensionamento.

L’Ape aziendale. L’Ape aziendale funziona con gli stessi meccanismi dell’Ape volontaria, con due differenze: la fruizione è frutto dell’accordo tra impresa e lavoratori; tutto il finanziamento è posto a carico del datore di lavoro.

Quattordicesima. Attualmente la quattordicesima, che rappresenta un importo aggiuntivo di pensione pagato a luglio, viene riconosciuta ai pensionati con più di 64 anni che hanno un reddito lordo annuale fino a 9.786,86 euro (ossia 1,5 volte il trattamento minimo Inps che per l’anno in corso è pari a 501,89 euro mensili). L’importo della quattordicesima non è fisso, ma dipende dagli anni di contributi versati dal pensionato che ne beneficia: 336 euro per quelli che hanno fino a 15 anni di contributi versati; 420 euro per quelli che hanno più di 15 e fino a 25 anni di contributi versati; 504 euro per quelli che hanno oltre 25 anni di contributi versati.

La legge di bilancio prevede la distinzione di due tipologie di quattordicesime. La prima sarà riconosciuta ai pensionati che hanno un reddito lordo annuale fino a 9.786,86 euro come oggi (ossia 1,5 volte il minimo Inps), con importi maggiorati rispetto a oggi: 436,80 euro per quelli che hanno fino a 15 anni di contributi versati; 546 euro per quelli che hanno più di 15 e fino a 25 anni di contributi versati; 655,20 euro per quelli che hanno oltre 25 anni di contributi versati. Il secondo tipo di quattordicesima spetterà ai pensionati con reddito lordo annuale superiore a 9.786,86 euro (ossia 1,5 volte il trattamento minimo Inps) e fino a 13.049,14 euro (ossia 2 volte il minimo Inps), ai quali l’importo della quattordicesima resta quello vigente: 336 euro per quelli che hanno fino a 15 anni di contributi versati; 420 euro per quelli che hanno più di 15 e fino a 25 anni di contributi versati; 504 euro per quelli che hanno oltre 25 anni di contributi versati.

No tax area. Nel pacchetto d’interventi c’è spazio anche per l’estensione della no tax area ai pensionati con età non superiore a 75 anni, nonché per l’elevazione per tutti i pensionati a 8.125 euro

Cumulo periodi contributivi. Tutti gli iscritti presso due o più forme di assicurazione obbligatoria avranno diritto al cumulo gratuito dei propri contributi ai fini della maturazione del diritto alla pensione anticipata e/o a quella di vecchiaia.

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