di Paola Valentini
Per una curiosa coincidenza l’industria italiana del risparmio gestito a settembre ha messo a segno una raccolta netta di 5,7 miliardi di euro, un importo poco sopra l’aumento di capitale da 5 miliardi varato ieri dal cda di Mps . Il dato porta il patrimonio gestito totale del settore al massimo storico di 1.913 miliardi: il 51,8% degli asset, circa 991 miliardi, è investito nelle gestioni di portafoglio, il 48,2% oltre 922 miliardi, è impiegato nelle gestioni collettive.

Per questo, come propone da tempo MF-Milano Finanza, che se anche una quota dell’1-2% di questa ricchezza fosse dirottata verso l’economia italiane, e in particolare sulle banche italiane, ci sarebbero vantaggi non solo in termini di sostegno a un settore oggetto fino a poco tempo fa di una forte ondata di vendite speculative, ma anche sul fronte dei rendimenti.

Un esempio su tutti è proprio Mps il cui titolo nelle ultime sette sedute ha guadagnato in borsa oltre il 100% sostenendo la riscossa di tutti gli altri titoli del comparto bancario, sulla scia di una soluzione positiva sulla vicenda della banca sensese, oltre che su un sentiment in miglioramento su economia, deflazione e prosettive del Qe.

Tornando ai dati di raccolta di settembre, in base alla mappa mensile di Assogestioni, il risultato, in leggero calo rispetto ai 6,2 miliardi di agosto, porta il bilancio dei flussi dei nove mesi a 43,6 miliardi. Un dato che conferma il rallentamento rispetto al 2015 quando nel periodo gennaio-settembre la raccolta era stata di 120 miliardi. In ogni caso, osserva l’associazione presieduta da Tommaso Corcos (Eurizon Capital), sale a 15 il numero di trimestri consecutivi in cui le sottoscrizioni superano i riscatti.

Questo mese, rispetto a settembre a trainare i flussi sono stati i fondi aperti protagonisti, con 5,2 miliardi, di un forte recupero rispetto ai 3,7 miliardi di agosto. Da gennaio sono confluiti negli aperti quasi 24 miliardi.

Dal canto loro alle gestioni di portafoglio retail e istituzionali sono andati 581 milioni in forte diminuzione dai 2,4 miliardi di agosto per un totale nei nove mesi di 19,6 miliardi.

Sul fronte della singole categorie degli aperti, a settembre gli azionari peggiorano il rosso (da -76 milioni di agosto a -678 milioni), sempre primi per raccolta i flessibili (da 1,46 miliardi a 2,3 miliardi) e gli obbligazionari (da 2,4 miliardi a 2,2 miliardi). Tornano in attivo i fondi monetari che nel mese raccolgono 888 milioni dopo i -417 milioni di agosto. Positivi anche i bilanciati (dai 360 milioni di agosto ai 522 di settembre).

In totale, i fondi aperti di diritto italiano hanno raccolto nel mese 690 milioni (1,6 miliardi in agosto) per un totale da inizio anno di 5,6 miliardi e sono superati dai comparti di diritto estero che con 4,5 miliardi a settembre (dai 2,1 miliardi di agosto), totalizzano da gennaio flussi per 18,8 miliardi.

Quanto alle singole società di gestione, primo per raccolta netta nel mese è il gruppo Generali (1,2 miliardi), seguito da Pioneer (1,1 miliardi), da Ubi Banca (855 milioni) e da Intesa Sanpaolo (592 milioni).

Se il gruppo Generali sottolinea che la raccolta del mese è frutto soprattutto di operazioni interne al gruppo, quella di Pioneer è invece frutto di attività sulla rete sul retail. “Il risultato di settembre premia uno sforzo strategico, fatto nel corso degli ultimi mesi da parte della nostra società”, spiega Cinzia Tagliabue, amministratore delegato per l’Italia di Pioneer Investments, “quello di aver messo a punto, in un contesto di mercato caratterizzato da tassi a zero ed elevata volatilità, prodotti adatti a tutti quei risparmiatori che fino ad oggi avevano preferito accantonare tutta la propria liquidità sui conti correnti.”

“Abbiamo risposto ai bisogni di questa categoria di clienti”, spiega ancora Tagliabue, “attraverso una nuova gamma di strategie multi-asset, capaci di creare rendimento anche a fronte di mercati complessi e caratterizzati da un forte controllo del rischio, in grado assicurare la protezione del capitale investito a scadenza”.

Tra gli esteri continua a mettere a segno risultati brillanti Jp Morgan Asset Management con flussi per 503 milioni, un dato che porta le sue masse riferite a risparmiatori italiani a 26,9 miliardi a fine settembre e che conferma la posizione del gruppo come primo operatore internazionale (senza una propria rete di distribuzione) nei fondi aperti in Italia.

Guardando ai big quotati, in rosso la raccolta netta di Poste italiane (-1,8 milioni), di Anima (-106 milioni) e di Azimut (-400 mila euro).
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