di Teresa Campo
Tempi difficili, si fa per dire, per i patrimoni dei miliardari, diminuiti di 300 miliardi di dollari Usa complessivi nel solo 2015. Il patrimonio medio di ciascuno si è così ridotto da 4 a 3,7 miliardi di dollari, per un totale di 5.100 miliardi. i motivi? Il trasferimento di attivi all’interno delle famiglie, la deflazione dei prezzi delle materie prime e l’apprezzamento del dollaro statunitense.

A rivelarlo è il Billionaires Report realizzato da Ubs Group e PwC, che esamina la creazione di ricchezza nel segmento dei miliardari nel 2015 e accende i riflettori sul trasferimento di patrimoni: nei prossimi 20 anni circa 460 miliardari trasferiranno ai propri eredi patrimoni per altri 2.100 miliardi. Si tratta del trasferimento di ricchezza di maggiori dimensioni nella storia dell’umanità: l’importo equivale al pil dell’India. E per la maggior parte delle giovani economie asiatiche, dove più dell’85% dei miliardari è di prima generazione, si tratterà della prima trasmissione di ricchezza miliardaria in assoluto. Che cosa succederà?

Nel trasferimento e conservazione della ricchezza agli eredi l’Europa è quella che finora ha dimostrato di cavarsela meglio. Il Vecchio Continente vanta infatti la più alta concentrazione di miliardari da più generazioni (182, pari al 54%), dato che invece scende a 175 negli Stati Uniti (33%) e a 76 nella regione asiatica (12%). La Germania e la Svizzera, in particolare, sono i Paesi con la più alta percentuale di ricchezza conservata da più generazioni. Ma l’Asia, guidata dalla Cina, si consola registrando un nuovo miliardario ogni tre giorni circa e annoverando più della metà dei nuovi miliardari nel 2015, contro gli Stati Uniti nello stesso periodo ne hanno registratisolo cinque.

Negli Usa invece per la prima volta da dieci anni a questa parteil patrimonio medio dei miliardari di prima generazione ha superato quello dei miliardari per eredità (4,5 miliardi contro 4,3 miliardi).

In sintesi, quindi, «pur accusando un rallentamento della crescita economica, la Cina è protagonista di una forte crescita della ricchezza: pur trainato dal settore tecnologico, il Paese conta 80 nuovi miliardari nel 2015 e l’intera regione asiatica addirittura 120», sottolinea Josef Stadler, responsabile della clientela più facoltosa di Ubs. «Mentre l’Europa vince per capacità di conservazione della ricchezza e di suo trasferimento agli eredi». I risultati di questa analisi «ci aiutano ad anticipare le questioni più importanti per consigliare al meglio i nostri clienti, che comprendono più della metà dei miliardari di tutto il mondo e tre su cinque miliardari in Asia», conclude Michael Spellacy di PwC. «Mentre l’onda d’urto dei cambiamenti del quadro regolamentare nell’Ue continua a scuotere le valute globali, la pianificazione strategica diventa ancora più importante per conservare la ricchezza». (riproduzione riservata)
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