di Francesca Vercesi
Il settore assicurativo è nel mezzo di una tempesta perfetta. Il motivo principale è da ricercare nei tassi di interesse rasoterra e in un Quantitative easing della Bce che fa fatica a far sentire i propri effetti all’economia reale. «Tutto questo spinge al ribasso i rendimenti, mentre noi abbiamo necessità di preservare il capitale per poter pagare i nostri assicurati», ha detto John Nelson, presidente dei Lloyd’s, in occasione della XV edizione dell’Insurance Day organizzato venerdì settembre da MF-Milano Finanza e Accenture. «Un settore assicurativo specializzato attira più capitale ed è quindi più appetibile per gli investitori alla ricerca di performance.
Ma il contesto è complicato: i rendimenti sono bassi, c’è grande pressione sui margini e il livello di competitività è altissimo. È uno scenario che non si vedeva da 25 anni. C’è sempre più concorrenza che arriva dai Paesi emergenti. Tutto questo da un lato è positivo per il settore perché crea opportunità, dall’altro costringe a stare molto attenti alla sostenibilità nei processi di rinnovo delle polizze». I Lloyd’s compiono quest’anno 30 anni sul mercato italiano e Nelson è in Italia anche per partecipare a «Meet the Market Event», la riunione annuale dei sindacati e dei broker con gli intermediari locali, che vede ogni anno oltre 700 partecipanti. Nel 2015 il totale della raccolta premi italiana, sia del business diretto sia della riassicurazione, è stato 514 milioni di euro. «Non siamo una compagnia ma un mercato assicurativo e riassicurativo per i rischi speciali unico al mondo, come per esempio il rischio business to business e i rischi di catastrofi ambientali, e siamo presenti in 200 Paesi del mondo», ha sottolineato. Ora a livello geografico le cose stanno cambiando. «Crescono sempre più i Paesi emergenti, che rappresentano una grande opportunità», ha aggiunto Nelson. «Inoltre, se da una parte si stanno creando nuovi rischi e noi ci dovremo attrezzare sempre più, dall’altra l’urbanizzazione rappresenta un grande potenziale di crescita del pil». Quanto ai modelli di business, c’è una rivoluzione in atto dovuta alla tecnologia. «Siamo all’avanguardia e stiamo sviluppando nuovi prodotti. Un rischio alto e ancora piuttosto sottovalutato da parte delle aziende è quello di un attacco informatico. L’Italia, essendo il secondo Paese manifatturiero, potrebbe incorrere in questi rischi lungo la catena di produzione ed è importante mitigarli». Nelson ha anche sottolineato che in Italia i premi assicurativi rappresentano soltanto il 2% del pil, mentre dovrebbero essere il 50%». Quanto alla Brexit, Lloyd’s manterrà la sede principale a Londra: «Ci vuole però un piano B e per questo stiamo cercando una soluzione per svolgere le nostre attività attraverso una filiale in Europa», ha concluso il presidente.
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