La crisi è stata anche caratterizzata dal crescente numero di persone che non vivono tranquille se non mettono da parte dei risparmi: nel 2015 questi sono il 42%, che è un dato lievemente inferiore al 46% del 2014, ma per la prima volta dopo 4 anni questi sono superati da coloro che risparmiano solo se ciò non comporta troppe rinunce (il 48%).

E’ quanto emerge dall’Indagine Acri-Ipsos realizzata in occasione della 91* giornata mondiale del risparmio.

Preferisce invece godersi la vita senza pensare a risparmiare solo l’8% degli italiani, costante rispetto all’anno scorso (11% nel 2010, 10% nel 2011, 9% nel 2012 e nel 2013, 8% nel 2014), un residuale 2% non prende posizione.

Nella nuova normalizzazione della situazione, anche il risparmio fa la sua parte, e cessa di diventare un elemento ansiogeno per ridivenire una fisiologica attività del cittadino italiano. Infatti, per il terzo anno consecutivo, il dato più importante della rilevazione è che cresce ulteriormente di 4 punti percentuali la quota di italiani che negli ultimi dodici mesi sono riusciti a risparmiare: passano dal 33% del 2014 al 37% attuale, il dato più alto dal 2010 a oggi. Al contempo si riducono per il terzo anno di fila, e in modo consistente, le famiglie in saldo negativo di risparmio, dal 25% del 2014 al 22% attuale (un dato così ridotto non lo si vedeva dal 2005). Sostanzialmente costanti, al 41%, sono le famiglie che consumano tutto quel che guadagnano, senza risparmiare ma al contempo senza intaccare i risparmi accumulati o ricorrendo a prestiti.

È interessante notare che la crescita di chi è riuscito a risparmiare è sostanzialmente legata al Nord Ovest (il 48% è riuscito a risparmiare) e ai giovani (il 50% ha risparmiato). Combinando l’andamento del risparmio delle famiglie italiane nell’ultimo anno (2015) e le previsioni per quello futuro (2016), si delineano sei gruppi di tendenza rispetto al risparmio. Nel dettaglio:
– Famiglie con trend di risparmio positivo – hanno risparmiato nell’ultimo anno e lo faranno di più o nella stessa misura anche nei prossimi dodici mesi: sono il 27%, in forte crescita (+7 punti percentuali rispetto al 2014, +13 punti percentuali rispetto al 2013 e +11 rispetto al 2012, quando il dato era il 16%). ? Famiglie con risparmio in risalita – hanno speso tutto senza fare ricorso a risparmi/debiti, ma nei prossimi dodici mesi pensano di risparmiare di più: sono il 6% in crescita rispetto al 4% del 2014 (al 5% del 2013 e al 4% del 2012 e del 2011). ? Famiglie che galleggiano – hanno speso tutto senza fare ricorso a risparmi/debiti e pensano che lo stesso avverrà nel prossimo anno, oppure hanno fatto ricorso a risparmi/debiti, ma pensano di risparmiare di più nei prossimi dodici mesi: sono il 26%, in crescita (+4 punti percentuali rispetto al 2014, +7 punti percentuali rispetto al 2013, +4 rispetto al 2012).

–  Famiglie col risparmio in discesa – sono riuscite a risparmiare, ma temono di risparmiare meno nei prossimi dodici mesi: sono l’8% in diminuzione di 3 punti percentuali rispetto al 2014 (-5 rispetto al 2013, +1 rispetto al 2012).

– Famiglie in crisi moderata di risparmio – hanno consumato tutto il reddito e nei prossimi dodici mesi temono di risparmiare meno: sono il 9%, in diminuzione di ben 7 punti percentuali sul 2014 (erano il 16%), e di 9 punti sul 2013.

– Famiglie in crisi grave di risparmio – hanno fatto ricorso ai risparmi accumulati e a debiti (famiglie in “saldo negativo”) e pensano che la situazione del prossimo anno sarà identica o si aggraverà: sono il 18%, poco meno di 1 italiano su 5, in contrazione rispetto al passato (-3 punti percentuali sul 2014, -7 sul 2013, -8 sul 2012).

Gli anni di crisi hanno comunque ridotto le riserve di denaro di molte famiglie: nonostante i miglioramenti in termini di risparmio, ancora oggi quasi 1 famiglia su 4 (il 23%, in diminuzione rispetto al 2014) dice che non riuscirebbe a far fronte a una spesa imprevista di 1.000 euro con risorse proprie. Se la spesa imprevista fosse maggiore, 10.000 euro (ossia un furto d’auto, una complessa operazione dentistica, la sistemazione di un tetto o una cartella esattoriale non attesa), potrebbe farvi fronte con le sole proprie forze poco più di 1 famiglia su 3 (il 35%, -2 punti percentuali rispetto al 2014). Questi dati, combinati fra loro, fanno comprendere come i segni di miglioramento riguardino solo una parte del Paese: quelli che hanno ridotto i timori legati alla crisi.

Chi è in difficoltà rimane in difficoltà: infatti quasi 1 famiglia su 4 non ha riserve sufficienti per far fronte a una spesa di 1.000 euro. In sintesi, la tensione degli italiani al risparmio è molto forte, anche se ora che la situazione si sta normalizzando lo si riesce a vivere con maggiore serenità; nel Paese rimane comunque un’importante fetta di famiglie che è al limite delle proprie forze economiche.